Milan, finalmente il derby

Il Milan ha ottenuto una vittoria cruciale nel derby contro l’Inter, con un risultato di 2-1 deciso nei minuti finali. La partita è stata risolta con un colpo di testa di Gabbia al minuto 89, con il difensore in grado di mettere fine all’equilibrio del match dopo le precedenti reti di Pulisic e Dimarco. Questo successo è particolarmente significativo per i rossoneri, poiché interrompe una serie di sei sconfitte nei derbies precedenti. Inoltre, la vittoria permette al Milan di raggiungere 8 punti in classifica e agganciare l’Inter al sesto posto. Alla vigilia della partita, l’allenatore dell’Inter, Simone Inzaghi, aveva un solo dubbio riguardo alla formazione: la scelta dell’esterno destro. Alla fine, ha optato per Dumfries al posto di Darmian.

Per il resto, la formazione è rimasta invariata con Lautaro Martínez e Marcus Thuram in attacco, e un centrocampo composto da Nicolò Barella e Henrikh Mkhitaryan sui lati di Hakan Çalhanoğlu. Dall’altra parte, l’allenatore del Milan ha optato per un cambiamento tattico significativo, adottando un modulo 4-4-2 con una proiezione offensiva aggressiva. Questo schieramento vede Pulisic e Leao come esterni e una coppia d’attacco formata da Morata e Abraham.

A centrocampo, il dinamismo è garantito da Fofana e Reijnders, mentre in difesa Gabbia ha preso il posto di Pavlovic. La prima occasione pericolosa è arrivata già al 6° minuto, quando il Milan ha attaccato con Morata, il cui tiro di sinistro è stato neutralizzato da Sommer, sebbene con qualche difficoltà. La pressione dei rossoneri è continuata e, al 10° minuto, il Milan è passato in vantaggio grazie a una splendida azione personale di Pulisic. L’americano ha dribblato almeno tre avversari prima di segnare l’1-0 con un tiro preciso che ha battuto il portiere dell’Inter, Sommer. L’Inter ha subito reagito e al 14° minuto ha creato una buona occasione con Dumfries, il cui cross ha trovato Lautaro.

Quest’ultimo ha concluso al volo con forza, ma il tiro è finito sopra la traversa. Il pareggio per l’Inter è giunto al 27° minuto, con Lautaro che ha servito un assist preciso a Dimarco, il quale ha incrociato il tiro battendo Maignan per l’1-1. A questo punto, l’Inter ha aumentato l’intensità del gioco e sembrava poter prendere il sopravvento. Tuttavia, al 42° minuto, l’occasione di Thuram è stata sventata da un intervento tempestivo di Maignan, che ha mantenuto il risultato in parità.

All’inizio del secondo tempo, il Milan riprende il gioco con grande determinazione. Al 48esimo minuto, Leao tenta un colpo di testa da una posizione molto ravvicinata ma Sommer, il portiere avversario, compie una parata eccellente. Questa azione sottolinea la pericolosità del Milan nelle situazioni di attacco a inizio ripresa. L’Inter, però, non rimane a guardare e risponde prontamente. Al 54esimo minuto, Calhanoglu prova una conclusione dalla lunga distanza, costringendo il portiere del Milan, Maignan, a intervenire con una parata impegnativa. Questo episodio dimostra come la partita sia vivace e combattuta da entrambe le squadre. Il gioco procede in maniera equilibrata.

Al 65esimo minuto, Leao si distingue nuovamente con un’azione brillante. Serve Reijnders che prova un tiro di prima intenzione, ma Sommer riesce a deviare la palla in calcio d’angolo. Questa azione conferma la pericolosità del Milan nelle situazioni di contropiede. I capovolgimenti di fronte sono frequenti.

Al 72esimo minuto, Lautaro Martinez sorprende la difesa del Milan girandosi rapidamente in area di rigore e tira, ma Maignan si fa trovare pronto e respinge il tiro. Questa fase del gioco mette in evidenza la rapidità con cui entrambe le squadre possono passare dall’attacco alla difesa. La strategia dell’Inter espone inevitabilmente la squadra alle ripartenze rapide del Milan. Al 75esimo minuto, Leao, servito in contropiede da Abraham, si trova a tu per tu con Sommer, ma il portiere interista riesce nuovamente a compiere una parata decisiva. Successivamente, al 77esimo minuto, Abraham sfiora il gol con un tiro dalla destra dopo essere stato servito magistralmente da Reijnders, la palla si avvicina pericolosamente al palo, ma Sommer è fortunato in questa occasione. Il Milan, tuttavia, non si arrende e continua a spingere. Al 89esimo minuto, arriva il gol decisivo: Reijnders calcia una punizione perfetta che trova Gabbia in area di rigore. Gabbia, sfruttando un errore di Frattesi, riesce ad insaccare la palla alle spalle di Sommer, portando il punteggio sul 2-1. Infine, al 96esimo minuto, Okafor ha l’opportunità di chiudere la partita segnando il terzo gol, ma spreca l’occasione in contropiede. Nonostante questo errore, la vittoria rimane del Milan, che può esultare per un risultato combattuto e meritato.

La partita è stata una vera altalena di emozioni, caratterizzata da tattiche precise, azioni personali spettacolari e interventi decisivi da parte dei portieri. Ogni momento è stato vivido, dimostrando l’intensità e la competizione tra queste due storiche squadre. La vittoria rossonera non solo ha ridato speranza ai tifosi del Milan, ma ha anche acceso ulteriormente la rivalità cittadina tra le due squadre di Milano.

Paulo Fonseca ai microfoni di DAZN commenta il successo del Milan nel derby della Madonnina.

La vittoria del coraggio
“È stata una partita importante. Primo perché è il derby che il Milan non vinceva da tanto. Era importante per il momento che passavamo, ma penso che i giocatori abbiano giocato con tanto coraggio e penso che abbiamo meritato di vincere. Non ricordo negli ultimi tempi una squadra che ha creato tanti problemi all’Inter come abbiamo fatto noi”.

Vittoria di squadra e dell’atteggiamento. Da dove è nata l’idea di giocare in questo modo?
“Noi non abbiamo cambiato, abbiamo giocato con la stessa struttura. Quel che abbiamo fatto è creare una cosa diversa, cioè di andare con Fofana tra i difensori centrali, se abbiamo qualche difficoltà. È stato per il resto lo stesso, la stessa struttura. Sono cambiati i giocatori, per il resto Morata ha fatto lo stesso ruolo che Tijji aveva contro il Liverpool ma il modulo non è cambiato”.

Sulla posizione in campo di Morata
“Morata ha fatto lo stesso ruolo che Tijji aveva fatto nelle altre partite. Sono giocatori diversi perché Morata arriva più facilmente avanti, ma il ruolo e la struttura sono gli stessi. Importante la vicinanza con Abraham che ha fatto un gran lavoro, ma la struttura era la stessa”.

È contento che per almeno una settimana non sarà messo in discussione?
“Per me è lo stesso. Non sento, non guardo, non vedo niente. Sarà una settimana con un po’ più di fiducia ma per me quel che è importante è continuare a vedere i giocatori credere nelle nostre idee e lavorare come hanno fatto finora. Oggi è stata una vittoria dei giocatori”.

Ci porterà i pastel de nata?
“Quando avrò l’opportunità avrete i pastel de nata (ride, ndr)”.

Simone Inzaghi, tecnico dell’Inter, analizza così ai microfoni di DAZN la sconfitta per 2-1 nel derby col Milan: “Il Milan è una ottima squadra, stasera ha fatto meglio di noi meritando la vittoria. Abbiamo approcciato male, siamo stati poco squadra. Cosa che raramente ci accade. Ho provato a cambiare, ma non è cambiata la situazione: siamo stati poco compatti, perdendo le distanze. Abbiamo fatto meglio gli ultimi 25 minuti del primo tempo ma nel secondo tempo siamo rientrati come nel primo, i due tempi approcciati male dalla mia squadra sono stati determinanti”.

Ti sei spiegato da cosa è dipeso?
“Devo rivedere la gara, non eravamo lucidi nelle due fasi perché sceglievamo male e i due gol concessi sono la testimonianza. Le prime due occasioni il Milan è andato davanti alla porta. Dovevamo fare di più, siamo amareggiati perché era un derby. Dobbiamo lavorare, stasera non siamo stati squadra come siamo da tre anni a questa parte”.

Presi due gol evitabili?
“Sapevamo che Gabbia era abile nel gioco aereo, la sensazione è che eravamo un po’ vuoti di testa. Le sconfitte bruciano, cercheremo di lavorare di più e prendere qualcosa di positivo da una sconfitta che brucia”.

Coi cambi ha cercato di dare una scossa?
“Assolutamente sì, abbiamo approcciato male specialmente il secondo tempo. Barella aveva un problemino, la sensazione che abbiamo dato è stata quella di non essere stata squadra. Questa sconfitta sarà oggetto di analisi per capire dove abbiamo sbagliato, io per primo. Mi dispiace perché avevo visto bene i ragazzi, avevamo lavorato bene ma l’approccio non è stato buono”.