Milan, la notte dei saluti, ovazioni di San Siro per Pioli, Giroud e Kjaer

Finisce con un rocambolesco 3-3 il match tra Milan e Salernitana, per l’ultima giornata del Campionato di Serie A. I rossoneri, che a inizio gara hanno omaggiato Stefano Pioli, alla sua ultima panchina con il Diavolo, con un toccante saluto, sciupano nel finale e si fanno riprendere dalla retrocessa Salernitana allo scadere.

Durante il discorso di mister Pioli, che saluta tutto il popolo milanista dal centro del campo, dallo stadio si alza all’unisono l’ultimo “Pioli is on fire”. Il tecnico, commosso, ringrazia mentre tutto San Siro si lascia andare per l’ultima volta al canto che ha contraddistinto il diciannovesimo scudetto milanista. Un saluto pieno di amore e rispetto, con la giusta dose di riconoscenza verso un allenatore che rimarrà nella storia del Club.

Il Milan parte forte, andando in vantaggio al 22′ con Leao e raddoppiando al 27′ con Giroud. Si va al riposo sul 2-0, ma alla ripresa del gioco i granata si fanno sotto, accorciando le distanze al 64′ con Simy. Il Milan torna in controllo al 77′, con un gol di testa di Calabria, che porta il punteggio sul 3-1 per i padroni di casa.

C’è anche spazio per la prima presenza in serie A di Mattia Caldara, arrivato nel 2018 e che, tra infortuni e prestiti, aveva totalizzato solo due presenze, una in Europa League ed una in Coppa Italia. Ai saluti anche lui, così come Mirante, che ha lasciato spazio nei minuti finali a Lapo Nava (figlio di Stefano).

La Salernitana sfodera l’orgoglio nel finale e, prima di salutare la massima categoria, infila un micidiale uno-due: prima Junior Sambia all’87’ riduce lo svantaggio, poi appena prima del 90′ ancora Simy acciuffa il pareggio in extremis. I rossoneri chiudono il campionato al secondo posto.

Stefano Pioli, allenatore del Milan, si è così espresso nel cerchio di centrocampo di San Siro salutando il pubblico rossonero dopo la sua ultima partita da allenatore del club: “È la serata dei ringraziamenti, quindi comincio dal ringraziare chi mi ha voluto qui, chi mi ha sostenuto, chi mi ha dato la possibilità di allenare un club fantastico. Grazie alla proprietà, ai dipendenti di Casa Milan e di Milanello, grazie al mio staff, che ha fatto un grande lavoro, grazie ai miei giocatori; a voi dico che sapete cosa penso di voi, siete speciali e certe cose rimarranno. Poi ci siete tutti voi (tifosi, ndr): siete stati tantissimi, ci avete spronato, ci avete stimolato, ci avete una energia che noi abbiamo cercato di mettere sul campo…”

Mister Stefano Pioli ha poi parlato a DAZN al termine di Milan-Salernitana, ultima partita da allenatore rossonero. Le sue dichiarazioni, visibilmente emozionato.

“Tante emozioni in questi giorni, tante cose che ti entrano in testa. Tanta riconoscenza e gratitudine per tutti: club, proprietà, dirigenti e soprattutto i miei giocatori, soprattutto quest’anno. Sono stati un gruppo speciale: un gruppo normale magari in certi momenti si gira dall’altra parte, invece loro hanno allungato la mano e ci siamo aiutati a vicenda per uscirne. Non è una cosa da poco. Tanta roba, tante cose”.

Quanto è grato a questa tifoseria? “Ho vissuto delle emozioni grazie ai nostri tifosi che capitano poche in una carriera di un allenatore. Mi hanno riempito il cuore di gioia, gratificazione, di tanto. Quello che abbiamo fatto l’abbiamo fatto perché siamo stati tutti compatti. Non posso che essere orgoglioso del percorso fatto, di essere nella storia di un club così prestigioso. Mi rimarranno dentro tante cose e rimarranno per sempre”.

Dodice-tredici anni fa un mio ex compagno diceva: “Pioli se trova la squadra giusta va a vincere lo scudetto”. Non mi sembrava possibile, poi hai cambiato la storia… Qual è il tuo prossimo passo? “Questa esperienza, grazie a tante vicissitudini che abbiamo passato, mi fanno arrivare a questo momento ad un livello in cui voglio costruire ancora, se ci sarà possibilità, qualcosa di speciale. Esigo tantissimo da me stesso, sono uscito dalle mie zone di comfort. So cosa pretendere da società e giocatori, so cosa devo fare per salire di livello ancora. È questo il bello del nostro lavoro. Giocatori e persone con la speranza di trovare le persone che ho trovato qua. Penso che siamo stati la squadra più giovane della storia a vincere uno scudetto e poi siamo cresciuti, i ragazzi sono diventati uomini e giocatori maturi. Mi sento di poter dire di avere l’ambizione di poter riprovare a fare qualcosa di speciale come fatto qua. Anno sabbatico? Il mio agente mi chiamava in queste ultime settimane, io dicevo “niente fino all’ultima partita, fino alla fine del rapporto col club”. I prossimi 10 giorni penso che potranno succedere delle cose. Devo trovare qualcosa di stimoli. Pensavo di arrivare a fine stagione col pensiero di staccare, anche perché quando alleni da tanti anni anche solo andare in giro a vedere squadre e allenatori importanti ti può aiutare a essere evoluto, continuare ad imparare cose. Non mi sento stanco ma devo trovare qualcosa di stimolante, con delle persone che mi convincano che insieme si possa fare un grande lavoro”.

Condivideva con la società che questo ciclo fosse finito? “È così. I cicli cominciano e finiscono, non è così semplice farli durare a lungo e noi ci siamo riusciti. Credo sia la cosa migliore per tutti”.

Il Pioli is on fire: “Oggi i ragazzi me l’hanno messa a sorpresa anche sul pullman. Tante volte sono uscito da San Siro con emozioni che sognavo quando ho iniziato ad allenare 25 anni fa, non era così scontato…”.

I tuoi ragazzi hanno riconoscenza verso il tuo lavoro. Non è facile trovare un altro progetto così: “È vero. Ma anche quando abbiamo iniziato qua non c’era quella proiezione, quello che abbiamo trovato lo sappiamo. Poi è tutto quello che abbiamo costruito con tutti i dirigenti che mi hanno scelto, con quelli che mi hanno sostenuto, con tutto il club che ha fatto investimenti importanti, con i giocatori cresciuti. Per me qualcosa di speciale significa migliorare i giocatori, far ottenere risultati migliori alla società che mi fa lavorare, migliorare il patrimonio anche economico dei calciatori, far salire i bilanci. Non è solo vincere che ti porta a fare quello dello speciale. Sto studiando anche l’inglese, mi piacerebbe tanto, potrebbe essere il momento giusto. Con più lucidità nei prossimi giorni mi guarderò tutto quello che abbiamo fatto di positivo, cercare di migliorare anche quello che non ha funzionato. Poi vedremo i prossimi 10-15 giorni potrebbero essere decisivi. Li affronto con serenità e la volontà di trovare qualcosa di particolare”.

Lei non è un maestro nell’autocelebrarsi… Ha ottenuto uno Scudetto, valorizzato giocatori, ha riportato il Milan nella dimensione che rispecchia il Milan che tutti conoscono. Tra le tante critiche ricevute ce n’è una che non ha sentito sua, che le ha fatto male? “No. Sinceramente no. Cerco di trovare sempre soluzioni alle difficoltà. Cerco di non perdere fiducia nelle mie idee e nel mio lavoro. È tutto esagerato nel nostro ambiente, complimenti e critiche. Non vado dietro a nessuno delle due. Mi concentro sui miei giocatori e sul mio lavoro. Quando le critiche sono così forti vuol dire che sei molto in alto, e quando sei molto in alto in tanti vorrebbero farti vedere giù. Mi sono scoperto molto resiliente, molto tenace. Credo che questo faccia parte di una cresciuta di un allenatore che ha una certa esperienza. Non ce n’è stata una particolare… Non mi piacciono gli allenatori che parlano tanto… Non quelli che stanno lavorando, ma quelli che non stanno lavorando o che hanno lavorato in passato. Quello sì. Perché comunque solamente chi allena sa quante dinamiche e situazioni ci sono. È successo a tutti, anche a quelli che santificano ora, anche loro non hanno trovato la quadratura. Chi sa che le difficoltà ci sono nei giudizi potrebbe essere più equilibrato, ma non c’è niente di personale o qualcosa di particolare”.

Quanto manca a questa squadra? “Non mi chiedete questo. Da oggi spetta ad altri costruire un Milan più forte o ambizioso. Il club deve essere ambizioso, abbiamo alzato l’asticella e i tifosi sono ambiziosi. Mi auguro che torni quell’ambiente compatto ed energico che abbiamo vissuto noi. Poi chi arriverà al mio posto sicuramente troverà un gruppo di persone strutturate, di professionisti. Avrà una bella base da cui partire”.