Milan, missione quarti compiuta, lo 0-0 di Londra qualifica i rossoneri.

Un pareggio che sa di vittoria, per come è stato ottenuto e per quel che vale: il Milan fa 0-0 a Londra, elimina il Tottenham e scrive il proprio nome tra le prime otto d’Europa, guadagnandosi il pass per i quarti di finale di Champions League.

Passaggio del turno meritato sulle due gare (dopo il successo a San Siro), ma anche sulla singola.

Della quale, Stefano Pioli, temeva la partenza forte dei padroni di casa. E consapevole che prevenire sia meglio che curare, è il Milan che in avvio butta acqua sul fuoco degli ardori londinesi: pressione alta, a ridosso anche dell’area avversaria, a tentare di tenere il Tottenham lontano dalla propria metà. In termini tattici, entrambe scelgono la verticalizzazione per vie centrali, con il risultato che i cambi di fronte si susseguono. Giroud più basso per lanciare Leao, Theo Hernandez che si distende a sinistra.

Dall’altra parte, il gallese Davies al posto dello squalificato Dier, con Perisic più alto per cercare di tenere basso Messias. La prima occasione al 18′ è proprio dei rossoneri: schema macchinoso su punizione, con velo di Diaz, tocco corto di Giroud per Tonali e conclusione di Messias che stringe troppo sul palo lontano. Il Tottenham già al 20′ ha due ammoniti su tre in difesa, Romero e Langlet e la prima volta che i londinesi si vedono concretamente dalle parte di Maignan è dopo 34 minuti: triangolazione sulla sinistra, con Kane che conclude trovando prima la deviazione di Thiaw e poi il piede sinistro del portiere del Milan. Quando il Tottenham rischia di prendere metri, il Milan ha la lucidità di tenere palla e rallentare il gioco, portando la gara all’intervallo.

Da cui i padroni di casa rientrano sapendo di dover forzare la mano per ribaltare l’esito del doppio confronto: baricentro più alto, spazi più larghi per le ripartenze rossonere. Solo che a mancare all’appello è proprio Leao, il più atteso della vigilia. Ci pensa allora Brahim ad affondare in mezzo, trovando una doppia occasione, con tiro schermato dalla difesa e rimpallo su sui si butta Fortser, per tenere in piedi i suoi.

Al minuto 18 Hojbjerg riceve al limite da Kane, taglia l’area e mette Maignan nella condizione di metterci le mani per deviare in angolo. Il Milan risponde con Brahim al termine di un’azione iniziata da Theo Hernandez e finalizzata nell’assist da Leao. Al 31′ Romero stende Theo Hernandez e si prende il secondo giallo: Tottenham in inferiorità numerica nel finale, Pioli che risponde buttando in campo Bennacer e Origi. L’occasione ce l’ha Tonali, sulla ribattuta che nasce dallo strappo in contropiede di Leao. Le occasioni migliori arrivano nel recupero: Kane di testa fa volare Maignan al terzo di recupero. Sul rovesciamento di fronte, Origi con un tocco sotto centra il palo. Ultimi sussulti di una gara senza grandi emozioni, se non quelle del triplice fischio, quando il Milan legittima quel che aveva ottenuto all’andata e ritrova i quarti di Champions lasciati 11 anni fa. “Vogliamo questi stadi e queste partite. Vogliamo viverle da protagonisti”, aveva detto Pioli alla vigilia. È stato di parola.

Stefano Pioli ha parlato a Prime Video nel post partita di Tottenham-Milan. Queste le sue dichiarazioni:

Avete insegnato agli inglesi come osare? “Siamo stati bravi. Avevo chiesto alla squadra di giocare con personalità, nel primo tempo potevamo palleggiare anche di più. Abbiamo giocato con personalità, non abbiamo mai mollato. Un turno meritato per come abbiamo giocato le due partite”.

Può sognare questo Milan? “Il Milan deve fare un passo alla volta. Era importante superare i gironi per fare meglio dell’anno scorso, era importante superare gli ottavi e adesso aspetteremo il sorteggio. Prenderemo una grande squadra ma era una grande squadra anche il Tottenham, ma ce la giocheremo. Ora torniamo sul campionato, dove siamo un po’ in ritardo e l’obiettivo è fare più punti possibile. Siamo molto contenti, ci tenevamo molto al passaggio del turno. Sognare è bello e aiuta a lavorare meglio. Ora concentriamoci sul campionato e poi torneremo a pensare alla Champions”.

Sulla difesa a tre: “Ho preso questa decisione dopo l’ennesima sconfitta, quella pesante in casa col Sassuolo, perché sembrava che del vecchio sistema di gioco funzionasse veramente poco, soprattutto nella fase difensiva. Non è solo una posizione diversa, è tutto l’atteggiamento: la squadra lavora di più. E poi credo che abbiamo tre difensori centrali, ma non solo quelli che stanno giocando, anche Kjaer e Gabbia, che sono portati a giocare così. Le caratteristiche c’erano, era il momento giusto: non abbiamo cambiato però i nostri concetti”.

Cosa vorresti vedere dalla squadra nel pre e post Champions a livello di concentrazione per fare risultato? “Mi sono piaciuti gli aggettivi che ha usato prima Sheva. La stessa energia, la stessa personalità, la stessa voglia di giocare con continuità. Dobbiamo essere questo tipo di squadra. Poi la Serie A è difficile, ma dobbiamo giocare con questa energia e personalità. Giocare in Champions è troppo bello, gratificante, importante per il Milan. Quindi o la vinciamo, e non credo che sarà facile, o dobbiamo raggiungere le prime quattro posizioni. In campionato c’è tanto da fare. Adesso abbiamo la possibilità di recuperare un po’ perché giocheremo lunedì sera ma non così tanto. È importante portarci da questa prestazione qualcosa di positivo sul quale costruire il nostro cammino in campionato”.

Hai detto difficile, non impossibile: “Mi piace pensare che di impossibile nello sport non ci sarà nulla. Poi chiaro, rimarranno solo le più forti d’Europa e le difficoltà aumenteranno, ma sono sicuro che tutte le esperienze fatte in Europa, soprattutto quelle negative, ci hanno aiutato a salire di livello. Adesso dobbiamo approfittare di queste esperienze positive per crescere in autostima e giocarci i quarti con convinzione e con fiducia”.