Dopo quello nel derby di Supercoppa, il Milan incassa un altro ko pesantissimo.
Il 4-0 inflittogli da una Lazio travolgente, compatta, perfetta nei movimenti e nei tempi, lascia i rossoneri a -12 dal Napoli alla fine del girone d’andata e con enormi dubbi fisici e psicologici.
La formazione di Maurizio Sarri invece sogna in grande e sale al terzo posto, a -1 dai Campioni d’Italia.
Che lasciano l’Olimpico in piena crisi, di gioco e – soprattutto – caratteriale. Fragilissima dietro, involuta a centrocampo, impalpabile in attacco. La Lazio gioca invece uno dei suoi migliori match in ogni reparto. Su tutti gli autori dei gol: Milionkovic-Savic, Zaccagni, Felipe Anderson e Luis Alberto, ma sono da incorniciare anche le prove di Cataldi, Pedro e Marusic. F.Anderson gioca al posto dell’infortunato Ciro Immobile.
Con Pedro e Zaccagni forma il tridente d’attacco. Pioli si affida a Giroud punta centrale e schiera lo statunitense Sergino Dest al posto dell’indisponibile Theo Hernandez. Nemmeno il tempo di ripassare gli schieramenti, che la Lazio è in vantaggio. Fuga sulla fascia sinistra di Zaccagni e cross. Velo furbo di F.Anderson e sulla palla si avventa Milionkovic.
Il suo sinistro angolato non dà scampo a Tatarusanu. La difesa si conferma il punto debole dei rossoneri in questa fase della stagione. In tribuna le facce di Paolo Maldini e del ds Massara esprimono tutta la delusione del momento. Il Milan tenta subito la reazione, affidandosi soprattutto alla velocità di Messias e Brahim Diaz ed alla potenza di Leao. Un tiro dalla distanza di Tonali, centrale, è bloccato senza patemi da Provedel. Al 23′ si ferma Tomori, toccandosi la coscia sinistra. Entra Simon Kjaer. I padroni di casa non pressano alto, preferendo attendere il Milan alle soglie della propria metà campo, per poi ripartire con improvvise accelerazioni.
Al 36′ il raddoppio sembra fatto con la sortita di Pedro e F. Anderson ed il brasiliano anticipato di un soffio. Ma due minuti dopo ecco il 2-0: Pedro in verticale per Marusic che coglie la base del palo. Irrompe Zaccagni e deve solo spingerla dentro. Il Milan tenta di restare in partita, ma tutto il peso dell’attacco è sulle spalle di Leao, con Giroud non pervenuto. Nella Lazio Luis Alberto e Milinkovic giganteggiano a centrocampo, distribuendo palloni velenosi verso Pedro, Zaccagni o F.Anderson. La Lazio chiude in avanti un primo tempo perfetto.
L’orgoglio scuote i rossoneri ed in avvio di ripresa Bennacer sfiora l’incrocio dei pali su punizione. Più aggressivi, i ragazzi di Pioli cercano di consolidare il possesso palla che gli è mancato nei primi 45′. E’ un’iniziativa che però alla lunga si rivela sterile, perché Provedel non corre rischi. E’ anzi Tatarusanu a dover uscire su F.Anderson per evitare il 3-0. Allora Pioli prova a cambiare lo spartito del match: fuori Brahim Diaz, Giroud e Messias; dentro De Ketelaere, Origi e Saelemaekers. Ma al 20′ Di Bello decreta un rigore per la Lazio.
Tutto nasce da un errore di Kjaer, Hysaj intercetta il pallone e serve in profondità F.Anderson. Palla verso Pedro, falciato da Kalulu. Dal dischetto Luis Alberto è impeccabile. Il 4-0, al 30′, è la fotografia della partita: sulla fascia sinistra Zaccagni brucia in velocità un Calabria molle e serve Luis Aberto che può danzare indisturbato in area per servire F.Anderson, mentre Dest ha già capito come finirà ed il brasiliano realizza il 4-0. Il Milan non c’è più.
“Dobbiamo tornare velocemente a Milanello a lavorare, non sono queste le nostre possibilità. In questo momento tante cose non funzionano, sotto l’aspetto mentale e tattico”. Così Stefano Pioli a DAZN dopo il 4-0 con la Lazio. “Sono qui a parlare perché devo, altrimenti sarebbe meglio tacere e lavorare. Oggi siamo una squadra con poca lucidità – ha aggiunto il tecnico – Serve più comunicazione tra i giocatori. Questa sera la manovra l’abbiamo gestita abbastanza bene, ma in campo serve più compattezza e collaborazione. Scudetto? Ora dobbiamo riprendere a giocare come sappiamo fare, io cercherò di parlare meno e lavorare di più”.