Gara rocambolesca al Mediolanum Forum, che Venezia vince 87-86 con un tap-in a 0.2 secondi dalla sirena di Michael Bramos. Andamento stranissimo, con l’Olimpia dominante e devastante nel primo quarto abbondante, poi sprecona e in difficoltà nel terzo periodo. Ma nel quarto aveva ripreso in mano la partita con scioltezza, volando a più nove. Da quel momento ha sbagliato quasi tutto: ha concesso due tiri da tre, sbagliato due tiri liberi e infine a nove secondi, ancora a più uno, ha buttato via la rimessa con un passaggio lungo permettendo alla Reyer di segnare facilmente in contropiede con Bramos senza tempo per rispondere un’ultima volta. Unica nota positiva: l’Olimpia aveva vinto di tre a Venezia e quindi mantiene il vantaggio negli scontri diretti, con la Reyer rientrata a due vittorie di distanza.
IL PRIMO TEMPO – MarQuez Haynes mette la prima tripla, poi però l’Olimpia stringe le maglie della difesa, genera contropiedi e piazza un parziale di 10-0 nel quale ci sono cinque punti consecutivi di James Nunnally. Dopo due e minuti e 21 secondi, Coach Walter De Raffaele spende il primo time-out. Al rientro, l’Olimpia piazza un altro 9-0 con due triple da distanze siderali di Mike James. Il vantaggio tocca quindi i 16 prima che Venezia ritrovi un po’ di ritmo in attacco grazie soprattutto alle iniziative di Andrea De Nicolao che produce sette punti consecutivi. Un gioco da tre di Stefano Tonut chiude il primo quarto con la Reyer più “centrata” sul 29-20 Milano. L’Olimpia si ferma un po’ in attacco all’inizio del secondo quarto contro la zona che mira ad abbassare i ritmi: qualche errore al tiro permette a Venezia di ridurre il distacco, tra l’altro con il secondo fallo di Kaleb Tarczewski. La Reyer rientra a meno otto con un corto gancio di Austin Daye. L’Olimpia però torna a macinare gioco in transizione: segna Cinciarini su un assist di Nedovic, poi ancora Nedovic mette una tripla da otto metri. Milano schizza di nuovo sul 37-23. Dopo il nuovo time-out di De Raffaele, Venezia trova cinque punti di fila di Paul Biligha, inclusa una tripla dall’angolo, e rientra a meno nove. Fontecchio che segna anche da tre in step-back allunga ancora a più 14. Venezia risponde ancora: un gioco da tre di Mitchell Watt la riporta a meno sei dove resta nonostante la fiammata di Burns. 47-41 all’intervallo.
IL SECONDO TEMPO – Venezia aggredisce il terzo quarto con un parziale di 7-0: la tripla di Tonut certifica il sorpasso sul 48-47. L’Olimpia risponde con una schiacciata di Tarczewski su suggerimento di Mike James, poi è Della Valle con una mezza entrata a tenere avanti Milano. Qui l’Olimpia si innervosisce un po’, non ottiene chiamate quando attacca dal palleggio e scivola sotto di tre costringendo Coach Pianigiani al time-out. La Reyer in ritmo in attacco prende in mano la partita, schizza via 59-53 quando l’Olimpia trova efficacia solo nei tagli di Tarzcewski cui peraltro fischiano anche il terzo fallo. Qui Coach Pianigiani su “abbassa” con Brooks da centro e Micov da ala forte nominale. Poi con Burns da 5. Gradualmente ritrova un po’ di ritmo prima in difesa e successivamente in attacco, con Micov che firma cinque punti consecutivi ricucendo a meno due. Poi Watt, approfittando di un fallo in attacco severo fischiato a Nedovic (il terzo), mette un tiro libero per il 64-61 Reyer alla fine del terzo. Nel quarto, Tarczewski mette subito due tiri liberi poi dopo un possesso laborioso in cui il rimbalzo d’attacco è strappato due volte, Cinciarini firma la tripla che rimette avanti Milano sul 66-64. Qui Mitchell Watt segna tre volte di fila approfittando anche dei problemi di falli di Tarczewski. E’ lui a riportare avanti Venezia. Ma l’Olimpia alza la pressione difensiva, Tarczewski prende il fallo fallo di Watt, mette i due liberi del pareggio. Nedovic esplode con quattro punti consecutivi e in un attimo Milano allunga sul 78-70 con un parziale di 8-0. Bramos da tre su un gioco rotto restituisce respiro alla Reyer, ma Micov dalla lunga e poi Brooks da tre conservano il divario. Nedovic in entrata “elimina” Watt dalla partita, poi dalla lunetta scava nove punti di margine. Ma non è finita perché approfittando die due errori dalla linea di Cinciarini, la Reyer senza perdere secondi mette due triple consecutive, con Tonut e Bramos rientrando a meno tre. Dopo il time-out, Daye firma il meno uno, poi su una palla misteriosamente buttata via sulla rimessa, Venezia converte il contropiede con Bramos e vince 87-86 con un parziale conclusivo di 10-0.
Così Coach Simone Pianigiani ha commentato la rocambolesca sconfitta con la Reyer: “E’ stata una partita strana, da valutare all’interno del momento. Eravamo partiti bene e belli, passandoci la palla, poi abbiamo commesso il primo errore che è stato quello di farli rientrare troppo facilmente mentre avremmo dovuto tenere di più il margine per poi gestirlo meglio. Siamo andati sotto nel terzo quarto e nonostante questo siamo anche riussici a vincere la partita una seconda volta sul più nove. Lì la successione di errori è stata penso irripetibile. Da due triple prese nonostante stessimo cambiano in difesa proprio per evitarei canestri da tre, due tiri liberi sbagliati, uno sfondamento in attacco fino all’ultima rimessa. Non ho chiamato time-out perché sappiamo cosa fare, avevamo i migliori tiratori di liberi in campo e non volevo che loro preparassero la difesa. L’opzione del passaggio lungo in certe circostanze è percorribile, ma in ogni caso preferisco succeda se non è disponibile il passaggio alle guardie, non come prima scelta. Ma non devo dire nulla né parlarne, perché sappiamo cosa abbiamo fatto e in un arco di impegni come questo non c’è molto da aggiungere. Ovviamente data la serie di gare giocate e da giocare ho cercato di limitare il minutaggio di qualche giocatore spremuto tanto, cercando di non sovraccaricare Brooks e Tarczewski o di non chiedere a James di fare troppo. Era un rischio calcolato, infatti era andata abbastanza bene, tanto che senza di lui siamo tornati avanti di nove e la partita era vinta. Ovviamente dobbiamo essere in grado di vincere anche tenendolo a 22 minuti e facendo altrettanti con gli altri, ma – ripeto – la gara era vinta e la sequenza di cose sbagliate nel finale non è normale per cui la prendo come tale”.