L’Olimpia si è impossessata della gara contro Reggio Emilia nel secondo quarto quando ha capovolto un deficit di dieci punti attraverso un parziale praticamente risolutivo di 17-0 ispirato soprattutto della difesa di Stefano Tonut (quattro palle rubate).
Nel momento del break, l’Olimpia ha avuto tanti protagonisti inclusi Ismael Kamagate e Kevin Pangos. Quest’ultimo poi in combinazione con Alex Poythress (15 punti nel secondo tempo) ha determinato anche l’allungo successivo quando l’Olimpia ha tenuto a distanza Reggio Emilia permettendosi di chiudere senza troppi patemi. L’unica nota negativa è stata il primo quarto, dieci palle perse, 1/6 da tre, nove punti segnati che ha permesso alla Reggiana di scappare via e creare qualche apprensione. Ma nei tre periodi successivi, l’Olimpia ha giocato bene, costruendo vantaggi di 16 e 17 punti, nel 79-68 conclusivo.
IL PRIMO TEMPO – Le palle perse, 10 nel primo quarto, nella ricerca anche eccessiva del gioco interno, obbligano l’Olimpia a giocare di rincorsa. L’1/6 iniziale da tre non aiuta. Reggio Emilia parte con Faye e Grant in quintetto, tenendosi Smith e Vitali dalla panchina. Riempiendo l’area quando l’Olimpia si avvicina al post basso, Reggio Emilia tenta subito il primo allungo, sfruttando anche i tiri da tre del centro Atkins. Il vantaggio è di nove punti, 18-9, alla fine del primo quarto. All’inizio del secondo, schizza anche a più dieci sul 23-13 quando Milano riesce a segnare tre volte di fila ma non a mantenere alto il livello di efficacia della difesa. Poi improvvisamente la partita cambia direzione: l’Olimpia, che controlla i rimbalzi, alza il suo muro difensivo, genera palle rubate, soprattutto con il gioco a due dimensioni di Stefano Tonut. Nikola Mirotic impone il suo gioco interno, fa cose interessante Ismael Kamagate. I due falli repentini di Flaccadori, aumentano le responsabilità di Kevin Pangos che gestisce i ritmi dell’attacco. L’Olimpia spara un primo parziale, sorpassa su un fade-away di Melli, poi al rientro del time-out di Coach Priftis, Tonut ruba palla. Il 13-0 vale il sorpasso. Dal secondo time-out reggiano, l’Olimpia esce con un ulteriore 4-0. Il parzialone diventa 17-0 e determina il 34-27 dell’intervallo.
IL SECONDO TEMPO – Reggio Emilia rientra fino a meno cinque all’inizio del terzo quarto, ma l’Olimpia sembra padrona della partita, grazie alla difesa e alle soluzioni che procura anche all’attacco. Alex Poythress segna otto punti nel periodo, Kevin Pangos centra anche una tripla da nove metri. Così il vantaggio raggiunge anche i 17 punti, prima del 60-45 che chiude il terzo quarto e include un gioco da tre punti di Stefano Tonut. Nel quarto periodo, l’Olimpia prova ad amministrare la gara. Reggio Emilia si riavvicina fino a 11 punti, ma Milano controlla la gara con il gioco interno di Poythress che risulta incontenibile ai lunghi reggiani. Il centro dell’Olimpia segna 14 punti nella ripresa e permette alla squadra di chiudere senza affanni, 79-68.
Così Coach Ettore Messina ha commentato la vittoria su Reggio Emilia: “Siamo partiti molto contratti come dicono le 10 palle perse e i nove punti segnati. Poi ci siamo sbloccati e abbiamo prodotto 70 punti negli altri tre quarti. Ci siamo sciolti bene, è stato determinante Tonut nel ribaltare la partita, poi ci sono stati minuti buoni di Kamagate, un bel secondo tempo di Poythress, Kevin Pangos penso abbia giocato una partita buona. Se guardiamo alla valutazione (105-54) la sensazione sarebbe quella di una partita vinta in modo più netto, abbiamo avuto 25 assist e sole sei palle perse negli ultimi tre quarti, cercando di giocare anche vicino a canestro senza abusare o accontentarsi del tiro da tre. Direi che siamo andati bene quando ci siamo sciolti contro una squadra in salute, che veniva da due belle vittorie, brillante”.
Sull’utilizzo di Nikola Mirotic da 3: “Abbiamo usato un lungo in più nella rotazione, proprio per utilizzarlo sempre da ala piccola e avere un vantaggio fisico sull’avversaria. Nelle due partite perse diciamo con disappunto con Bologna e Napoli aveva giocato da 4, mentre a Istanbul dove la nostra prova è stata più che buona era stato utilizzato solo da 3. Oggi ho voluto riproporre l’assetto di EuroLeague e non escludo di portarlo avanti anche in campionato. Nella NBA giocava quasi solo da ala piccola, a Barcellona lui e Kalinic erano intercambiabili in base agli accoppiamenti. Serve un po’ di tempo perché dobbiamo imparare a capire dove può essere più pericoloso, serve migliorare l’affinità tra lui e i playmaker, tra lui e i lunghi, tra lui e Shields. Ma lavoriamo e tentiamo di migliorare ogni giorno”.