Anche in Gara 2, l’Olimpia svolge il proprio compito senza sbavature. Non ha la mano magica nel tiro da tre come due giorni prima, ma va a caccia di assist (22), sette quelli di Shabazz Napier, tira con percentuali altissime da due (73%) e naturalmente usa la difesa, il suo marchio di fabbrica, per spegnere le velleità di Pesaro. Finisce 86-57, con un vantaggio spesso oltre i trenta punti e 12 uomini utilizzati senza spremere nessuno anche quando i falli hanno un po’ complicato la rotazione. L’Olimpia guida la serie al meglio delle cinque 2-0. Giovedì a Pesaro è in programma Gara 3.
IL PRIMO QUARTO – L’Olimpia non trova il canestro con facilità come in Gara 1 così Pesaro, che attacca bene nei primi minuti, con Charalampopoulos e Abdur-Rakhman, resta aggrappata alla partita, pareggiando ancora sul 7-7. Gradualmente, Milano allunga. Voigtmann suona la carica, con cinque punti e quattro rimbalzi nei sette minuti iniziali. Il problema potrebbe essere rappresentato dai due falli immediati di Shavon Shields, che deve tornare subito in panchina. Coach Messina si abbassa con Devon Hall da ala piccola. La circolazione di palla resta buona, Hall usa la sua fisicità in post basso per segnare otto punti nel quarto iniziale e forzare anche il secondo fallo di Moretti. Il secondo quintetto è quello che determina il break. Alla fine del primo l’Olimpia scappa sul 27-15.
IL SECONDO QUARTO – Con due canestri di Ricci, l’Olimpia amplia il vantaggio anche sbagliando qualche tiro dal perimetro. Quando Coach Repesa usa il suo primo time-out dopo quattro minuti il margine è di 16 punti, 33-17. Anche se il secondo fallo di Voigtmann e anche quello di Napier costringono Coach Messina a modificare le rotazioni nel cuore del secondo periodo, al rientro il trend non cambia. Arrivano un canestro da sotto di Baron in entrata e poi una tripla di Shields per il 42-20 che obbliga Repesa a usare subito un ulteriore minuto di sospensione. Questa volta il ritorno in campo della Vuelle è migliore Un parziale di 6-0 completato da un jumper dalla media di Tambone convince Messina a fermare la partita. L’Olimpia, all’intervallo, è 14/17 da due, ma solo 4/17 da tre ed è in difesa che costruisce i 18 punti di margine, 44-26.
IL TERZO QUARTO – L’Olimpia parte segnando 13 punti senza errori al tiro in meno di tre minuti. Napier mette due triple e serve due assist praticamente consecutivi per Melli. Pesaro segna solo con una tripla dall’angolo di Cheatham, scivola sotto di 28 e obbliga Repesa al time-out quando Shields commette il terzo fallo. Qui la Vuelle produce il massimo sforzo nel tentativo di ridurre il distacco. Segnano Moretti in entrata e Charalampopoulos da tre in transizione ricucendo a meno 22. L’Olimpia risponde ancora, arrivano cinque punti di Baldasso e cinque di Datome per chiudere il periodo sul 74-44.
IL QUARTO QUARTO – Come in Gara 1, anche in Gara 2 il periodo conclusivo è puramente accademico. Su una schiacciata tonante di Kyle Hines, Coach Messina svuota la panchina. Pesaro approfitta del calo di tensione per ridurre il distacco per quanto possibile. 86-57, il finale.
Così Coach Ettore Messina ha commentato la vittoria in Gara 2 su Pesaro: “E’ stata un’altra buona partita, siamo partiti bene, abbiamo costruito un buon vantaggio soprattutto con la difesa, anche se 22 assist ovviamente rappresentano un numero importante. E poi abbiamo continuato a giocare e questo è un segnale positivo. Ero ottimista all’intervallo perché aldilà del vantaggio avevamo conquistato il margine senza tirare bene da tre. Questa era una cosa che speravo di vedere in questa serie. Mi pare che la squadra sia in un momento positivo di morale, dà la sensazione di avere piacere di giocare insieme. Credo che le scelte sugli stranieri siano state importanti. Quello è stato il momento più difficile. Così abbiamo avuto qualcuno contrariato, ma poi si allena con impegno, e gli altri sono sereni. Credo molto nella continuità, altrimenti ti viene il dubbio che giocando male una partita puoi finire fuori squadra e allora giochi meno tranquillo, tiri con più ansia e giochi peggio”.
Sulle 119 partite allenate nei playoff, che eguagliano in attesa di Gara 3 il primato di Carlo Recalcati: “Ovvio sono contento, mi fa piacere raggiungere un allenatore come Recalcati. Naturalmente sono una conseguenza di tanti anni passati ad allenare, ma sono contento. Spero di aggiungere un po’ di partite perché vorrebbe dire fare strada nei playoff”.
Sulle risposte nei time-out: “Sono i playoff e si tende a usarli un po’ prima del solito. E’ normale che dopo aver vinto bene Gara 1, con un buon vantaggio in Gara 2, puoi giocare qualche possesso non all’altezza. E allora preferisci fermare la partita, perché basta un niente per cambiare l’inerzia, e vuoi evitare che poi qualcuno si innervosisca. Ma spesso sono loro stessi, i giocatori, a entrare nel time-out e richiamarsi uno con l’altro in modo da chiarire cosa fare. Tutto di solito parte dalla difesa”.