Come nuovo ct della Nazionale italiana “ho scelto Spalletti e sul piano tecnico non devo dire nulla… La sua storia è nota a tutti, la qualità del gioco che esprimono le sue squadre e poi c’è la maturità raggiunta dal professionista. Ma ciò che più mi ha colpito è il lato professionale: le sue idee innovative, la sua capacità di essere un uomo di sacrificio totale alla causa e a tutto ciò che ama”. Così il presidente della Figc Gabriele Gravina, aprendo la conferenza stampa di presentazione del nuovo ct Luciano Spalletti a Coverciano.
Dopo l’addio di Roberto Mancini, che si è dimesso per diventare poi ct dell’Arabia Saudita “in pochi giorni – sottolinea quindi Gravina – abbiamo dovuto rimediare a una crisi importante e imprevista, senza precedenti e l’abbiamo affrontata con silenzio e stile. Abbiamo voluto dare priorità alla maglia azzurra e mettere subito il valore della nostra Nazionale al primo posto e non abbiamo voluto anteporre questi valori agli individualismi“.
“Non ho provato rabbia, anche se un po’ di delusione è inutile nasconderla. La nostra è stata una reazione composta che ha portato ad aprire un nuovo capitolo”, aggiunge Gravina.
Diventare ct della Nazionale “è un’emozione indescrivibile”. L’avventura al Napoli “è stata una esperienza bellissima, è stato qualcosa di travolgente forse più di ciò che uno si possa aspettare”. Luciano Spalletti si presenta a Coverciano come ct della Nazionale italiana. L’ex allenatore del Napoli debutta con la conferenza accanto al presidente della Figc Gabriele Gravina.
Spalletti, vincitore dello scudetto nella scorsa stagione, ha lasciato il Napoli per un periodo sabbatico durato pochi mesi. Il ritorno in panchina, con la Nazionale, passa attraverso la ‘soluzione’ del caso legato alla clausola concordata con il Napoli, che dovrebbe ricevere un indennizzo per il ritorno anticipato del tecnico al lavoro.
“Per quanto riguarda la clausola, niente mi farà retrocedere dal pensiero di aver preso la decisione corretta. Ci sono delle cose che dobbiamo mettere a posto dove stanno lavorando gli avvocati e io spero si possa arrivare il prima possibile alla migliore soluzione per tutte e due le parti”, dice Spalletti affrontando il tema.
“Ringrazio Gravina per avermi dato questo bellissimo incarico e a tutto lo staff della Federazione. Sono stati giorni molto intensi, dovevano darmi tutte quelle cose per permettermi di sviluppare bene il mio lavoro e l’hanno fatto in maniera completa. Ho trascorso molto tempo in questo luogo che è l’Università del Calcio, ma essere qui alla conferenza stampa della mia presentazione come ct dell’Italia è una emozione indescrivibile, è un sogno che parte da lontano, dal 1970 quando mia mamma mi cucì una grande bandiera per festeggiare quel fantastico 4-3 contro la Germania. Quella bandiera la riporterò in campo e spero di far rinascere quel sogno di poter portare questa bandiera in tutte le migliaia di bambini che sono a guardare la Nazionale”, dice Spalletti. “Il presidente ha visto subito in me la voglia e la determinazione di assumere questo incarico, sono stato felicissimo dalla prima telefonata ricevuta”, aggiunge Spalletti.
“Io cerco la felicità, è quella di cui abbiamo bisogno. Di solito però io non riesco a essere felice da solo, io mi rifletto nella felicità altrui. Non riesco a essere felice se non vedo la gente felice attorno a me. Napoli e i napoletani sono stati la mia felicità. Io penso che questa cosa qui sia subito da chiarire anche coi giocatori perché anche loro devono essere felici di vestire questa maglia”, prosegue. “Bisogna urlare la nostra felicità a vestire questa maglia, voglio vedere appartenenza a questa maglia. Non è una maglia qualunque perché la maglia della Nazionale ci rimane sempre addosso, la porteremo dentro le squadre in cui andremo a giocare. E’ sempre sotto la maglia del club”, afferma ancora.
“Noi abbiamo dei campioni che ci hanno fatto vedere cosa vuol dire il senso di appartenenza, Mazzola, Rivera, Riva, Lippi, Baggio… Questi campioni saranno sempre con noi, anche quelli che non ci sono più tipo Gianluca Vialli che sarà sempre con noi. Saranno i nostri spiriti guida”, aggiunge Spalletti, che continua: “Da Mancini eredito una buona Nazionale, lui ha vinto un Europeo ha fatto un record di 37 risultati utili consecutivi e ha lanciato molti giovani. L’ha fatto in maniera imponente e ha scoperto talenti utili. Poi bisogna cancellare assolutamente l’amarezza di due risultati che ci sono successi, dobbiamo assolutamente prendere le distanze, prendere la distanze dal pensare che il nostro è un calcio minore”.
“Dobbiamo fare un calcio che piaccia a tutti: è sempre la giusta via di mezzo ciò che riesce a prendere più cose e a far partecipare più anime e a rendere più redditizio il lavoro che fai. Noi vogliamo fare un calcio che somigli a una Nazione forte come l’Italia”, aggiunge Spalletti.
“La responsabilità è una cosa che in alcuni momenti ti schiaccia ma per essere persone forti abbiamo bisogno della responsabilità. Questo incarico che il presidente mi ha dato è della massima responsabilità, ho intravisto in tutte le persone che sono venute a trovarmi per sistemare le cose che la Nazionale è una cosa importante”, dice, aggiungendo: “Io senza responsabilità non so dare il meglio di me stesso“.
“Lo schema – dice ancora il ct – è qualcosa di liquido nello sviluppo. Partiremo con la difesa a quattro, cercando di mettere in pratica un’idea di calcio ben precisa. Il centrocampo, proprio perché sta in mezzo, diventa un territorio importante dove si possono costruire tante cose, e abbiamo un centrocampo tra i più forti che ci sono in circolazione. Partiremo con il 4-3-3 poi, se avremo bisogno di uno più offensivo, si può mettere uno che fa la sottopunta e giocare con il 4-2-3-1“.
“Ce ne sono in Italia di centravanti convocabili – aggiunge Spalletti -. Non ho chiamato Kean e Scamacca per motivi di minutaggio. Ci sono anche calciatori che adesso giocano in altre posizioni ma che possono ricoprire il ruolo di attaccante centrale”.
Ed ecco i convocati di Spalletti per le prime due partite che affronterà da ct della nazionale, sabato 9 contro la Macedonia del Nord a Skopje e martedì 12 a San Siro contro l’Ucraina:
Questi i convocati. Portieri: Gianluigi Donnarumma (Paris Saint Germain), Alex Meret (Napoli), Ivan Provedel (Lazio), Guglielmo Vicario (Tottenham); Difensori: Alessandro Bastoni (Inter), Cristiano Biraghi (Fiorentina), Nicolò Casale (Lazio), Matteo Darmian (Inter), Giovanni Di Lorenzo (Napoli), Federico Dimarco (Inter), Gianluca Mancini (Roma), Alessio Romagnoli (Lazio), Giorgio Scalvini (Atalanta), Leonardo Spinazzola (Roma); Centrocampisti: Nicolò Barella (Inter), Bryan Cristante (Roma), Davide Frattesi (Inter), Manuel Locatelli (Juventus), Lorenzo Pellegrini (Roma), Matteo Pessina (Monza), Sandro Tonali (Newcastle); Attaccanti: Federico Chiesa (Juventus), Wilfried Gnonto (Leeds), Ciro Immobile (Lazio), Matteo Politano (Napoli), Giacomo Raspadori (Napoli), Mateo Retegui (Genoa), Mattia Zaccagni (Lazio), Nicolò Zaniolo (Aston Villa).