Stadio, Sala resta col cerino in mano da Milan e Inter no a ripensamenti su San Siro, il Comune ha perso tempo

Dopo l’annuncio da parte del sindaco di Milano Giuseppe Sala di voler presentare ricorso sul vincolo storico-culturale relativo al secondo anello dello Stadio San Siro e dopo l’appello del Sindaco e del Consiglio Comunale ad Inter e Milan di voler riconsiderare l’idea di restare a San Siro, le due società hanno risposto picche per bocca dei loro massimi dirigenti intervenendo a SkySport.

Paolo Scaroni, presidente del Milan, ha parlato così della questione nuovo stadio ai microfoni di Sky: “Vogliamo fare lo stadio più bello del mondo. Sarà un impianto da 70 mila spettatori ed ecofriendly. Vogliamo portare valore ad un’area isolata e persa. Intorno a Milano ci sono tanti comuni che sono vicini al centro della città. Ci piace questa soluzione perchè è è la soluzione dei grandi club.  Ci piaceva la soluzione San Siro che era meno costosa perchè avremmo diviso i costi, ma non ci avrebbe dato quel senso di identità che ci darà il nuovo stadio. Così abbiamo deciso di fare lo stadio da soli a San Donato. Sarà un investimento miliardario, ci sarà una parte di capitali propri, circa un terzo del valore della costruzione, e due terzi di denaro preso a prestito. Sto lavorando da anni su questo tema. Fin dal primo giorno, parlando con il sindaco Sala che ho incontrato molte volte, ho sempre cercato di convincerlo che dovevamo fare a San Siro lo stadio più bello del mondo perchè Milano merita uno stadio bellissimo. La questione si è trascinata per anni, poi è arrivato quasi un colpo di grazia con l’indicazione della Sovrintendenza sul secondo anello di San Siro. Questo non ha chiuso la questione definitivamente, ma certamente ha bloccato i sogni di Milan e Inter. E così abbiamo iniziato a valutare la possibilità di costruire un nuovo stadio da soli. Se nel 2018 fossimo riusciti a convincere l’amministrazione comunale a costruire il nuovo San Siro, ora lo stadio sarebbe probabilmente già in costruzione. Abbiamo perso sicuramente tempo, ma a volte gli ostacoli si trasformano in opportunità e per me San Donato è una grande opportunità per il Milan. Mi auguro che il nuovo stadio diventi iconico come San Siro. Nei nostri piani la prima partita sarà all’inizio della stagione 2028-2029. Quindi luglio-agosto 2028. Sul quel terreno avremo problemi di parcheggi e di collegamenti perchè è una sorta di isola tra due strade e quindi serviranno dei ponti di collegamento con il resto della città. Faremo un’attività commerciale, quindi non un centro commerciale, ci saranno ristoranti e attività di entertainment. Sarà un luogo che vivrà tutto l’anno. Ci saranno partite e anche altri eventi, come dei concerti. Sarà un’area molto viva. Ci saranno ampi spazi verdi che diventeranno fruibili perchè saranno collegati con il resto della zona intorno”.

Ed a stretto giro è arrivata anche la risposta da parte nerazzurra, per bocca dell’Ad Alessandro Antonello, sempre a Sky: “Non c’è stata rinuncia al procedimento aperto di San Siro, negli ultimi quattro anni ci siamo messi a disposizione per soddisfare le esigenze del Comune. La variante tempo è importante, sono quattro anni che stiamo attendendo risposte. Negli ultimi giorni abbiamo accolto dalla stampa delle aperture dell’amministrazione, ma non bastano le idee. Servono atti formali per poter dare garanzie e oggi non le abbiamo. Dopo 4 anni, abbiamo la necessità di tempi certi, il progetto che andrà avanti è quello con tempi certi. La ristrutturazione di San Siro non è mai stata nei nostri piani – ha precisato il dirigente nerazzurro -. Il fatto che la Sovraintendente abbia anticipato con un parere la possibilità di instaurazione un vincolo sul secondo anello cambia radicalmente l’idea progettuale iniziale. Abbiamo lavorato in questi anni in maniera lineare, quando a novembre il Milan annunciò di voler lasciare San Siro dichiarammo che eravamo pronti con un’area già identificata ed è Rozzano. Significa una nuova sfida verso il futuro, siamo entusiasti, ci stiamo costruendo la nuova casa e chiederemo ai tifosi come dovrebbe essere. La procedura amministrativa sembra essere a buon punto, in quanto il 5 ottobre è stata approvata la variante Pgt con la previsione di uno stadio. Il percorso che andremo a svolgere sarà nei confronti della proprietà per l’acquisizione dell’area, poi ci sarà un dialogo con il Comune. C’è stato un periodo di negoziazione che è sfociato in un accordo di esclusiva. E’ un’area idonea per accogliere lo stadio, durante questi mesi approfondiremo la fattibilità coi nostri esperti. Si parla di un’area di 1 milione di metri cubi, non ci servirà tutta, ne occuperemo gran parte. Ci sarà lo stadio più tutte le attività attorno: gli uffici, il centro sportivo a disposizione della cittadinanza, museo, store… Il nodo principale che stiamo valutando con i nostri advisor è la viabilità. A San Siro ci sono sempre 70mila persone, riteniamo che uno stadio ben costruito possa avere questa capienza. Il modello di riferimento in Europa rimane quello del Tottenham, mentre oltreoceano il SoFi Stadium di Los Angeles, Noi ci stiamo affidando a Populous, che ha un’esperienza in tutto il mondo in impianti sostenibili. Il progetto verrà finanziato in Project Financing, tutti i ricavi addizionali da un nuovo impianto saranno flussi necessari per ripagare il debito a fronte del progetto. Data? Può essere la stagione 28-29, luglio 2028″.