“La memoria degli eventi e delle vicende può essere celebrata come memoria di una vittoria. Diventa l’autocelebrazione dei vincitori. Comporta il rischio di essere una celebrazione di parte, una celebrazione che divide, che alimenta l’accanimento nel rivendicare meriti, nell’accusare di scelte sbagliate, nel cercare giustificazioni”.
Lo ha detto l’arcivescovo di Milano, monsignor Mario Delpini, nel corso della cerimonia al Campo della Gloria del Cimitero Maggiore di Milano, in occasione del 75mo anniversario della Liberazione.
“La memoria degli eventi e delle vicende può essere celebrata come memoria di una sconfitta, di una ferita subita, di troppe morti ingiuste. Diventa l’occasione per alimentare il risentimento. Comporta il rischio di essere una celebrazione di parte, una celebrazione che divide, che alimenta una specie di pretesa di risarcimento o una aspettativa di rivincita”, ha aggiunto.
“La memoria degli eventi, delle vicende e delle persone che hanno pagato il prezzo più alto può essere celebrata come condivisione di una speranza, come la fiducia in una promessa. – ha concluso – La celebrazione di una promessa è la memoria che io, come vescovo cattolico di questa città, come cristiano di questo paese coltivo”. (ANSA)