Alessandra Angelelli, le mie idee sulla sanità.

Messaggio elettorale

Nella nostra Regione la situazione della Sanità rischia di diventare fuori controllo: nonostante la qualità ed abnegazione del personale, che non sono in discussione, i servizi ai pazienti e soprattutto la diagnostica sono degenerati. La palese incapacità gestionale a livello politico e la mancata attuazione di programmi e piani di intervento sono sotto gli occhi di tutti. Tutto ciò pesa sulla pelle viva di chi alle cure non riesce ad accedere e che, quando vi accede, trova muri di gomma e tempi lontanissimi da quelli previsti per le prestazioni. Alla fine tutto diventa un invito, più o meno palese, a rivolgersi al settore privato, che fra l’altro già si accaparra parte della diagnostica convenzionata, togliendo di fatto risorse importanti per il servizio pubblico.
Del resto, ciò che temiamo in Lombardia – ma anche in gran parte del paese – è chiaro: dopo aver indebolito le strutture pubbliche, anche facendo fuggire letteralmente gli operatori sanitari sottopagati, peraltro soggetti a turni di lavoro massacranti, e aver allungato ulteriormente le liste d’attesa con la scusa del Covid, si tende ad erodere ulteriormente il ruolo delle strutture sanitarie pubbliche trattando le persone come clienti da contendersi sul mercato, il tutto in una logica per cui anche la salute è un prodotto da vendere, un po’ come se fosse una lavatrice.
La carenza di personale assume oggi i contorni di un’emergenza nazionale, un enorme problema che riguarda soprattutto gli infermieri ma anche la maggior parte delle categorie di medici. Un medico ospedaliero che, dopo dieci anni tra studio e specializzazione si ammazza di lavoro per salvare le nostre vite, guadagna di media 3000 euro al mese. Agli ultimi posti a livello europeo. Mentre, ad esempio, in Germania lo stipendio medio di un sanitario qualificato non scende sotto gli 8000 euro mensili.
Qui sta il problema che va risolto quantomeno a livello regionale. I soldi ci sono e vanno investiti nella Sanità; gli stipendi degli operatori vanno adeguati a quelli europei, altrimenti finiremo per avere grandi ospedali… ma totalmente vuoti. O peggio, pieni di pazienti senza personale che li curi perché gli operatori sono dovuti scappare al privato per vedere riconosciuto il loro lavoro il loro sforzo, il loro valore.