Per capire cosa sta succedendo e perché il rapporto tra Governatori ed Esecutivo non migliora, dobbiamo fermarci alle partnership che non arrivano. Secondo il Centro CEPA, Centro di Economia Politica Argentina: la riscossione delle imposte attualmente subisce un impatto negativo significativo, sia a livello nazionale che a livello territoriale. Le entrate provinciali provengono fondamentalmente da due fonti: risorse proprie come reddito lordo, immobiliare, automobilistico e bolli, tra gli altri, e risorse fiscali di origine nazionale, principalmente da trasferimenti di compartecipazione. I trasferimenti fiscali di origine nazionale, cioè, rappresentano buona parte delle entrate provinciali: in media, nelle risorse della compartecipazione fiscale federale raggiungono il 56,6%, mentre, se si incorpora il resto dei trasferimenti di origine nazionale, l’importo ammonta al 70,3%. del totale. Pertanto, le province hanno un alto livello di dipendenza dalle risorse fiscali di origine nazionale, principalmente per le risorse condivise, come Formosa, La Rioja, Catamarca, Chaco, Jujuy, San Juan, mentre i livelli di riscossione delle risorse locali sono significativamente più antichi nel Città di Buenos Aires. Questo è il motivo per cui i Governatori non finiscono di indicare se accederanno o meno al Patto di maggio poiché non ricevono le compartecipazioni, né il Fondo Nazionale per la Didattica, né il Fondo Previdenza Provinciale, il che lascia la trattativa senza interessi. i dirigenti provinciali. Ciò che fa pensare è che quando chiedono di convincere la gente a votare per la Legge sulle Nuove Basi alla fine del mese o di non respingere la DNU al Congresso, non è difficile pensare che i leader non proverebbero nemmeno a farlo. parlare con i loro delegati. Anche se il governo dovrebbe conciliare tutto ciò che fa, sembra voler aggiungere al confronto o fornire argomenti in modo che l’intenzione del dialogo sia completamente spezzata.
Secondo uno studio sull’argomento del Centro di Politica Argentino che analizza con esperti le principali questioni attuali: I dati sull’evoluzione delle pensioni mostrano che: rispetto al primo trimestre del 2023, ad aprile sarebbero inferiori del 32,5% in termini reali ; a febbraio toccherebbero un minimo del 53% (un taglio del 47%), rispetto allo stesso trimestre; I pensionati possono aspirare, nel migliore dei casi, ad un consolidamento della perdita intorno al 25%, mentre l’inflazione con la diminuzione dei consumi tende a scendere, motivo per cui continuerebbero a perdere tra qualche mese. Ecco perché nella Commissione di previdenza sociale ci sono più di una dozzina di iniziative tra quelle che propongono la clausola di attivazione per includere il bonus nell’importo minimo. Insisteranno ancora perché sia per legge perché non è stato bene che dopo due riunioni sia stato emanato un decreto, ignorando ancora una volta il lavoro legislativo.
La mancanza di politiche pubbliche e l’assenza di informazioni sulla più grande epidemia di dengue della storia argentina, con oltre 180mila casi, è un altro capitolo della cronaca degli ultimi mesi della politica locale. Con la deregolamentazione dei prezzi sullo sfondo che rende i repellenti molto costosi ma non finisce qui perché cibo, medicinali e qualsiasi prodotto o servizio possono valere qualunque cosa il mercato indichi, come auspica il Megadecreto in vigore dal 20 dicembre che ha per scopo deregolamentare l’economia.