Arriva a metà pomeriggio la svolta nella trattativa per eleggere i presidenti delle Camere. Matteo Salvini annuncia al Senato lo strappo nel centrodestra: la Lega, già nella seconda votazione a Palazzo Madama, ha votato per l’azzurra Anna Maria Bernini e lo farà anche domani, alla terza votazione. Una decisione, spiega, presa per ‘senso di responsabilità’, con l’obiettivo di ‘uscire dal pantano’ nel quale il nuovo Parlamento è finito già alla prima seduta. Silvio Berlusconi decide di convocare a Palazzo Grazioli lo stato maggiore del partito per fare il punto della situazione: ‘Voti Lega a Bernini rompono coalizione. Smaschera progetto governo Lega – M5s’, dice Silvio Berlusconi.
E ancora fumate nere alle Camere. Arrivata la seconda per la votazione del presidente di Palazzo Madama. Questa volta oltre alle schede bianche, sempre numerose, ce ne sono state molte in cui è stata espressa la preferenza per Anna Maria Bernini, vicecapogruppo di FI nella precedente legislatura. Alcuni voti sono stati dati anche a Napolitano, che ha prontamente ringraziato, e a Emma Bonino.
E la seconda fumata nera era già arrivata nell’Aula della Camera (dove al momento è in corso la terza votazione per eleggere il presidente): nessuno ha raggiunto il quorum dei due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche, richiesta
sto dal regolamento al secondo ed al terzo scrutinio. Servirà una nuova votazione, la terza. Il quorum rimarrà anche in questo nuovo scrutinio quello dei 2/3 dei votanti, contando anche le schede bianche.
E intanto si spacca il centrodestra con l’annuncio di Matteo Salvini: ‘Votiamo Bernini per senso di responsabilità verso il centrodestra ed il paese’. ‘Abbiamo dato la disponibilità di votare un esponente di Forza Italia, speriamo che anche altri abbiano lo stesso senso di responsabilità’, ha detto ancora Salvini parlando al Senato con i giornalisti. ‘Per uscire dal pantano la Lega fa un gesto di responsabilità all’interno del centrodestra, non abbiamo chiesto nulla per noi, ma qui si fa notte e quindi abbiamo scelto di votare un candidato di centrodestra, di Forza Italia. Un atto di amore verso il parlamento e verso il centrodestra: abbiamo votato Anna Maria Bernini’ in Aula ora.
“Abbiamo deciso di votare scheda bianca e stiamo votando scheda bianca”. Della scelta della Lega di votare Bernini “abbiamo appreso in Aula e ne prendiamo atto ma non era concordata né attesa”, ha detto Renato Schifani, di FI. “Valuterà Berlusconi ma allo stato attuale c’è un candidato di Forza Italia che è Paolo Romani: si era anche fatto il nome della Bernini, ma il nostro candidato fino a prova contraria è Romani”.
Da parte del M5s è probabile che non ci sia alcun veto alla candidatura di Anna Maria Bernini. Lo si apprende da diversi
diverse fonti parlamentari dei 5 stelle, anche se dai vertici del movimento non è giunta ancora alcuna indicazione ufficiale. “E’ un problema di metodo, Romani era indagato”, spiega un esponente M5s tra i più vicini ai vertici che sono riuniti per decidere la linea.
“Non votiamo neanche la Bernini. Rimaniamo sulla stessa posizione”, risponde Ettore Rosato (Pd) commentando l’annuncio dato da Salvini in favore di Bernini per la presidenza del Senato. Alla Camera, dove oggi si terrà la terza votazione il Pd continuerà a votare scheda bianca, dice sempre Rosato.
“Il M5s sbaglia a porre veti, ma sbaglia anche chi si arrocca su un solo nome: ognuno di noi, in questo momento deve parlare con tutti e mettersi di lato di qualche centimetro, noi della Lega ci siamo messi di lato di un chilometro…”, aveva già detto Matteo Salvini.
Alla Camera la terza votazione è segreta e per schede. Ciascun deputato riceve una scheda e esprime il proprio voto nelle quattro cabine allestite tra il banco della presidenza e quello del governo. Anche per il terzo scrutinio il regolamento di Montecitorio prescrive che il quorum sia dei due terzi dei votanti, contando anche le schede bianche.
L’AULA DELLA CAMERA
“Per aprire, nell’attuale scenario – ha detto Giorgio Napolitano presiedendo la seduta – nuove prospettive al Paese sono insieme essenziali il rispetto della volontà popolare e il rispetto delle prerogative del Presidente della Repubblica, al quale rivolgo a nome di voi tutti l’espressione calorosa della nostra stima e fiducia”. Il passaggio sottolineato dall’applauso dell’Aula.