La Guardia di Finanza di Como ha notificato a 18 persone fisiche e alla società Casinò di Campione Spa un avviso di conclusione delle indagini preliminari che mettono a nudo una condotta illecita dietro al recente dissesto della casa da gioco e dell’amministrazione comunale ad essa legata.
I reati contestati coprono un arco temporale dal 2013 al 2018 e riguardano la gestione del Comune (per il quale è stato dichiarato il dissesto il 07/06/2018) e la gestione della società (dichiarata fallita). Indagati anche due sindaci e un vicesindaco di Campione.
In particolare, nella nota della Gdf si precisa che “quanto alla gestione del Comune di Campione d’Italia, con riferimento a due distinte amministrazioni comunali, si contestano la rinuncia a crediti liquidi, certi ed esigibili vantati dal Comune di Campione d’Italia nei confronti della casa da gioco; la modifica, svantaggiosa per il Comune di Campione d’Italia, della convenzione siglata in data 29/12/2014 tra il Comune di Campione d’Italia e la società di gestione; l’ulteriore aggravamento del dissesto del Comune facendo ricorso ad anticipi di tesoreria”.
Tra i reati ascritti a vario titolo viene indicata anche un’indebita destinazione di emolumenti per oltre 4 milioni di franchi svizzeri, finiti in ‘indennità’ aggiuntive alle retribuzioni. La Gdf segnala infatti alla Procura della Repubblica di Como il reato di falsità ideologica in atti pubblici nei confronti di vari esponenti dell’amministrazione comunale, tra cui due sindaci in carica nel periodo preso in considerazione, nonché dirigenti e funzionari di alcune aree, oltre a membri dei revisori e di chi stilava i rendiconti contabili. Tali bilanci di gestione, infatti, secondo la Gdf “alteravano il risultato di amministrazione indicando falsamente maggiori spese di personale, allo scopo di giustificare i pagamenti di indennità integrative del trattamento retributivo non spettanti dichiarandone la compatibilità delle previsioni di spesa per complessivi CHF 4.718.120,81”. (ANSA)