A Julian Assange non verrà conferita la cittadinanza onoraria di Milano. Il testo della mozione presentata da Europa Verde e dai consiglieri del gruppo Beppe Sala Sindaco Enrico Fedrighini e Marco Mazzei è stato di fatto bocciato dalla maggioranza che, con un emendamento presentato dal Pd, ha modificato la mozione laddove si chiedeva di conferire la cittadinanza onoraria della città al giornalista australiano e che l’amministrazione si esprimesse con forza contro la sua estradizione dal Regno Unito chiesta dagli Stati Uniti.
È stato invece approvato il testo modificato che prevede azioni di sensibilizzazione verso la libertà d’informazione, contrarietà alla condanna per l’estradizione di Assange e censura per il trattamento processuale subito dal giornalista.
“Sono deluso e allibito. Abbiamo presentato una mozione per la libertà di stampa che è stata bocciata dalla maggioranza. Questi emendamenti la snaturano completamente: è stato approvato solo un documento di generica solidarietà”, ha commentato il capogruppo di Europa Verde Carlo Monguzzi.
“Un errore gravissimo e un’occasione persa per dimostrare che il Consiglio comunale è capace anche di scelte coraggiose a difesa della democrazia. Questa è la città Medaglia d’Oro della Resistenza, che ci ha insegnato che la libertà di stampa va sempre difesa: è un principio fondamentale anche se il giornalista in questione non ci sta simpatico”.
“Abbiamo dato la cittadinanza a Patrick Zaky, bisogna avere il coraggio di farlo anche con chi è perseguitato da Paesi che non sono l’Egitto o simili. Non farlo sarebbe dare il via libera ad altre azioni del genere contro l’istituto della democrazia liberale”, è intervenuta la consigliera di Europa Verde Francesca Cucchiara, prima firmataria della mozione.
“Assange non si è comportato da giornalista, ha pubblicato senza nessuna spiegazione o mediazione una massa di documenti secretati”, ha detto Lisa Noja, consigliera di Italia Viva, che ha votato a favore del testo modificato. “L’informazione è soprattutto spiegazione di quello che si pubblica. Pubblicare in maniera indiscriminata documenti che possono anche minare alla sicurezza pubblica mette a rischio la democrazia liberale”.
Anche il consigliere del Pd Daniele Nahum ha sottolineato che “uno stato deve avere il diritto di secretare delle carte per preservare la democrazia liberale. Non possiamo paragonare Assange con Patrick Zaky che si batte contro un regime che nega i diritti civili. Non possiamo paragonare gli Stati Uniti all’Egitto”.