Conosciamo Antonio Lorenzon, vincitore MasterChef 2020.

di Viviana Bazzani

Era il 2020 quando, la 9 edizione di MasteChef, incoronò vincitore Antonio LORENZON, oggi art-director del cibo.

45 anni, aspetto tipico dell’uomo di classe non solo nell’ outfit ma anche nel rapportarsi con il pubblico amante della buona cucina.

La sua incoronazione non è passata inosservata per la sua, emozionante, dichiarazione d’amore al compagno della sua vita, Daniel Bellinchiodo.

A distanza di due anni, esattamente il 11 ottobre di quest’anno, nella bella cornice di Bassano del Grappa, Antonio ha detto sì al suo Daniel per un inizio di cammino assieme tra amore , profumi e sapori di un arte culinaria sempre più ricercata.

D – Come è nato il desiderio di partecipare al casting di una trasmissione molte seguita ?
R – Seguo Masterchef fin dalla sua prima edizione ed è il talent che più amo. Nei giovedì sera dei mesi invernali è sempre stato d’obbligo stare sul divano a guardare Sky Uno. Io ho sempre pensato di non essere all’altezza di partecipare ad una trasmissione del genere, figuriamoci di vincere… inoltre mi trovavo in un periodo molto buoio della mia vita, avevo subito delle ingiustizie e delle offese molto brutte nel mio lavoro e avevo la mia autostima a terra. Mi era stato fatto credere di essere una nullità e di valere poco. Ho partecipato a Masterchef per dimostrare in primis a me stesso che non era proprio così… Nonostante la mia dignità fosse stata calpestata ed il mio io offeso ed umiliato, avevo bisogno di risorgere e cercare di recuperare la fiducia in me stesso. Ho vissuto ogni giorno all’interno della cucina di Masterchef come un regalo ricevuto dal destino: era il momento di far tacere coloro che per anni avevano calpestato la mia dignità e dimostrare ai miei detrattori che si sbagliavano

D – Quando hai avuto il sentore che eri piaciuto e, quindi, tra i papabili concorrenti?
R – il giorno dopo la mia proclamazione! Solo la mattina seguente all’ultima puntata, tra le braccia di Daniel, ho preso consapevolezza dello tsunami che mi aveva appena travolto. Vivevo ogni giorno come un regalo. Ricordo che durante le registrazioni ogni sera telefonavo a Daniel dicendogli che “ero ancora dentro” ma che sicuramente l’indomani mi avrebbero mandato a casa. Un giorno, verso la fine, i giudici hanno chiesto a tutti i concorrenti “superstiti” di iniziare a pensare ad un possibile menù da presentare alla finale: forse quello è stato l’unico momento in cui mi sono avvicinato al pensiero che forse ce l’avrei potuta fare.

D – Cosa ti metteva in agitazione durante le prove?
R – Il dolore da cui provenivo a causa della situazione lavorativa come dipendente era sempre presente dentro di me. La paura era diventata una sensazione con la quale avevo imparato a convivere e a fare i conti ogni giorno. L’agitazione che provavo durante le prove di Masterchef era nulla rispetto a ciò che mi ero ormai, a malincuore, abituato a provare. Si dice che dopo il brutto viene sempre il bello.. e così è stato!

D – Quale il giudice che temevi e quello che adoravi?
R – a dire il vero adoravo e temevo tutti allo stesso modo. I tre giudici sono tre Guru nel firmamento dell’alta cucina e avere la possibilità di far assaggiare loro un mio piatto era una cosa fantastica che, se da una parte vivevo con paura, dall’altra era anche occasione per migliorare.

D – Con chi ,dei concorrenti ,non sei entrato in empatia e perché?
R – nella cucina di Masterchef si viveva molto il clima della competizione e io più volte mi sono sentito un po’ un pesce fuor d’acqua. Il livello di tutti i concorrenti era molto alto e di certo nessuno aveva voglia e/o interesse nel condividere il proprio know-how o elargire consigli 🙂 Nonostante tutto questo clima di certo poco collaborativo io sono riuscito ad andare d’accordo con tutti nonostante qualche ceffone sono consapevole mi sia stato tirato. Ancora oggi sento molto spesso Luciano e lo ritengo essere un leale e prezioso amico, quest’estate io e Daniel siamo stati nella sua bella Sicilia e Luciano ci ha preparato una favolosa cena gourmet.

D – Le pietanze cucinate, al termine delle gare, che fine fanno?
R – va mangiato tutto, non si butta via nulla! Inoltre ricordo che all’epoca la redazione di Masterchef donava tutti gli alimenti integri e non contaminati ad una associazione di volontariato di Milano NO PROFIT (LAST MINUTE MARKET)

D – La tua passione è per i primi o i secondi?
R – per gli antipasti! Mi sono sempre molto divertito nel creare nuovi antipasti. Ritengo che gli antipasti non abbiamo ancora avuto il loro momento di successo che meritano. Tutti i grandi chef sono concentrati del preparare primi e secondi o sono specializzati nei dolci, ma nessuno è davvero un esperto degli antipasti. Il ruolo dell’antipasto nella scelta di un menu è molto importante e spesso passa per secondaria. Si dice che non esiste una seconda possibilità per fare una buona prima impressione, la stessa cosa vale anche per una buona cena: se sbagli con l’antipasto la strada per recuperare con le portate che seguono è tutta in salita.

D – Parliamo del Grande Amore ….Cucina o Daniel?
R – “Cucina con Daniel” 🙂 Daniel è un buongustaio e ama la buona cucina. È il mio giudice più severo ed esigente. Trovo che la cucina sia anche un legame per la coppia. Preparare una cena insieme, implica complicità e profonda conoscenza l’uno dell’altro. Per esempio Daniel sa che io odio lavare le cozze quindi quando prepariamo le cene con il pesce lui sa perfettamente quale è il suo ruolo!Ma so anche che lui non ha alcuna capacità di inpiattamento e non ha alcuna capacità stilistica, quindi lo allontano dalla cucina rimanendo da solo nel preparare i piatti che poi servo ai nostri ospiti.

D – Con Daniel come e quando vi siete conosciuti e chi ha fatto il primo passo?
R – ci siamo conosciuti più di 20 anni fa a Milano. Era il 18 febbraio 2002, l’anno del passaggio all’euro, l’anno in cui tutto cambiava e si andava incontro ad una nuova era.
Mi recai a Milano per visitare la fiera campionaria che all’epoca si chiamava MACEF. Entrai in uno stand di ceramica del nostro territorio che esponeva nella fiera. Daniel all’epoca lavorava come interprete per una nota agenzia di Milano e il destino volle che lo mandassero a lavorare proprio al Macef. Rimasi subito affascinato da quel ragazzo che in contemporanea parlava con agenti, clienti e fornitori in 5 lingue diverse mantenendo una concentrazione fuori dal comune. Tra me e me capii immediatamente che oltre ad un bel ragazzino c’era qualcosa di più.

D – Raccontaci del tuo matrimonio, la location e quali originalità nell’allestimento del ristorante ?
R – abbiamo deciso la data di sposarci appena 1 mese prima! In 30 giorni abbiamo organizzato tutto! Per Daniel è stato tutto una sorpresa perché non lo avevo coinvolto in nulla, sono stato ripagato dagli sforzi nel vedere nei suoi occhi lo stupore e la gioia il giorno del nostro matrimonio. Infatti Ho voluto stupirlo dopo averlo fatto aspettare 20 anni ! Beh…eravamo tutti e due emozionatissimi…a fatica abbiamo trattenuto le lacrime di gioia. Siamo partiti dal Ponte Vecchio per poi raggiungere Palazzo Sturm dove sono avvenute le nozze. Quello é stato sicuramente il momento più emozionante della giornata. E poi ci siamo diretti al Ca’ Sette dove abbiamo iniziato i festeggiamenti che si sono protratti fini a notte fonda.

D – Il menù come e da chi è stato scelto e, cosa hai tu cucinato in questo giorno indimenticabile?
R – il menu è stato un vero parto! Ho curato personalmente ogni singola portata ma “ho giocato in casa”. Il gestore del ristorante è mio cugino con il quale ho un ottimo rapporto di amicizia e mi sono affidato alla sua lunga esperienza di ristoratore affinché tutto andasse bene. Ho voluto creare più “occasioni e angoli” ognuno dei quali con una proposta culinaria. È stato un pranzo anche itinerante che ha consentito agli ospiti di interagire tra di loro e divertirsi.

D – Oggi Antonio LORENZON a cosa si dedica ?
R – Antonio Lorenzon non ha messo in soffitta le proprie attitudini e peculiarità: sono e rimango uno stilista che ama il bello, ho semplicemente spostato l’oggetto del mio interesse dalla moda alla cucina. I miei piatti non devono solo essere buoni ma anche belli! Non ci si sazia solo con lo stomaco ma, ancor prima di assaggiare un piatto, lo si guarda e lo si ammira. Questo è il mio mantra.

D – Utilizzando un aggettivo come descriveresti l’amore per la cucina?
R
La cucina è stata la chiave per uscire da un momento buio dell mia vita. La cucina di Masterchef mi ha permesso di poter riacquisire la fiducia e la stima in me stesso di cui ne ero stato privato in un ambiente lavorativo ostile.