“LockBit ha pubblicato nel dark web la notizia di aver sottratto tramite malware 78 giga byte di dati dalla Agenzia delle Entrate, intimando un ultimatum di cinque giorni per il pagamento del riscatto per la restituzione di documenti, scansioni, rapporti finanziari e contratti, di cui presto verranno pubblicati degli screenshot esemplificativi del materiale rubato. In caso contrario, la consueta minaccia è di pubblicare i dati disponibili”.
Così Pierguido Iezzi, CEO di Swascan polo della cybersicurezza del Gruppo Tinexta, rende noto l’attacco informatico che ha colpito l’Agenzia delle Entrate italiana ad opera della gang ransomware russa LockBit, come risulta dagli screenshot di seguito riportati.
“È la conferma del triste primato guadagnato da LockBit – prosegue Iezzi – divenuta nell’ultimo trimestre di gran lunga la cybergang più attiva a livello mondiale nelle attività di ransomware, con oltre 200 attacchi messi a segno tra aprile e giugno”.
Il dato è reperibile nel report redatto dal SOC e Threat Intelligence team di Swascan “Gang Ransomware Q2” pubblicato sul sito della società all’indirizzo https://www.swascan.com/it/report-ransomware-trend-e-analisi-nel-q2-2022/.
“Il ransomware – prosegue Iezzi – continua a essere la principale arma dei Criminal Hacker e, di conseguenza, il principale pericolo per aziende pubbliche e private. Swascan stessa, analizzando i numeri degli attacchi avvenuti tramite questo malware nel Q2 di quest’anno, ha rilevato che rispetto al quarter precedente era stato registrato un aumento pari al 30%, ancora maggiore – + 37% – invece, rispetto allo stesso periodo nel 2021”.
“E non stupisce – aggiunge il CEO di Swascan – che a pagarne le spese sia sempre di più anche la PA. Nel novero delle vittime, a livello globale, la pubblica amministrazione risulta essere tra le più bersagliate con il 6% di tutti gli attacchi, dietro solo a settori come il manifatturiero e i servizi”.
“Ma potrebbe esserci anche un’altra componente di rischio collegata ad azioni di Cyber crime come quella di Lockbit 3.0 – considera Iezzi – gli ultimi mesi hanno infatti solidificato ancora di più i legami tra i gruppi dediti al crimine informatico e attori statali”.
“Un attacco con la PA – conclude il CEO di Swascan – non ha potenzialmente solo un valore economico derivante dalla richiesta di un riscatto: i dati trattati dalle agenzie governative possono essere anche uno strumento di guerra ibrida. Rivelare informazioni sensibili, normalmente appannaggio solo dello Stato, può essere una potente leva per creare dissenso e tensione sociale in una nazione “avversaria”.