Se fosse vero sarebbe clamoroso, un duro colpo per la Silicon Valley e un vero e proprio smacco per l’amministrazione Usa: la Cina avrebbe usato piccolissimi chip per infiltrarsi nelle società tecnologiche americane, a partire da Apple e Amazon. Microspie inserite nei server dei big del web e dell’hi-tech, ma anche in quelli utilizzati da alcune aziende che lavorano per il governo americano.
La notizia-bomba e’ frutto di un’inchiesta di BusinessWeek, il settimanale dell’agenzia Bloomberg, da cui emerge come le cyber spie cinesi dell’Esercito di liberazione nazionale sarebbero riuscite a raggiungere almeno 30 aziende. Questo grazie ai microchip che sarebbero stati piazzati sulle schede madri dei server durante il processo di produzione da parte della societa’ cinese Super Micro, che ha una sede anche in California ed e’ quotata al Nasdaq.
Con queste microspie gli hacker avrebbero guadagnato un accesso senza precedenti ai dati delle societa’ sotto attacco e a tutte le loro operazioni, con la possibilità di rubare informazioni preziose e alterare le attivita’ di giganti come la casa di Cupertino e il colosso dell’e-commerce guidato da Jeff Bezos. Anche se le due aziende al momento smentiscono seccamente che una cosa del genere possa essere accaduta. In particolare Apple pubblica un’articolata risposta sul suo sito, in cui spiega di non avere mai trovato virus malevoli e di non aver avuto nessun contatto con l’Fbi in proposito.
Nel dettaglio, l’attacco svelato dai reporter di Bloomberg sarebbe stato scoperto nel 2015 dall’intelligence americana ed avrebbe avuto proprio lo scopo di violare i diritti di proprietà intellettuale e rubare segreti commerciali, due temi su cui da tempo gli Usa stanno combattendo la Cina in seno all’Organizzazione mondiale del commercio e non solo. Un attacco come questo – spiegano diversi esperti a Bloomberg – ”è qualcosa di più grave rispetto agli incidenti di software al quale il mondo è sempre più abituato.
Attacchi all’hardware sono infatti più difficili da fermare e potenzialmente piu’ devastanti”. Gli effetti della bomba sganciata da Bloomberg intanto si fanno vedere a Wall Street, che in una giornata gia’ difficile vede Apple perdere quasi il 2% e Amazon quasi il 3%. Per non parlare di Super Micro il cui titolo e’ sprofondato oltre il 40%. Nelle stesse ore in cui veniva svelato il sospetto attacco ai big del web il vicepresidente americano Mike Pence sferrava un durissimo affondo proprio nei confronti della Cina, accusando il governo di Pechino di orchestrare un’aggressiva campagna militare, economica e politica per espandere la sua influenza negli Stati Uniti e in altre regioni del mondo.
Pochi giorni fa il monito di Donald Trump secondo cui la Cina sta facendo di tutto per interferire nelle elezioni di meta’ mandato di novembre, quando gli americani saranno chiamati a rinnovare gran parte del Congresso. “La Cina ha avviato uno sforzo senza precedenti per influenzare l’opinione pubblica americana, il voto del 2018 e quello delle presidenziali del 2020”, ha ribadito Pence, sottolineando come le ingerenze cinesi fanno addirittura ‘impallidire’ quelle della Russia.