Donna in bicicletta investita ed uccisa da betoniera in Piazza Durante

Poco dopo le 9 di questa mattina una ciclista 60enne è stata investita da una betoniera in piazza Francesco Durante. Le sue condizioni sono apparse da subito molto gravi e, trasportata all’ospedale Policlinico, è deceduta poco dopo il ricovero. Nel luogo dell’incidente sono intervenuti oltre ai soccorritori del 118 anche i Vigili del Fuoco e la Polizia Locale per ricostruire l’accaduto. Non è ancora chiaro se la donna stesse attraversando la strada in corrispondenza delle strisce pedonali e il primo alert di Areu parlava di pedone investito.

“Una donna di 60 anni in bicicletta è morta stamattina al Policlinico, dopo essere stata travolta dal conducente di una betoniera. Un ‘incidente’ – fotocopia, con nessun provvedimento effettivo ed efficace dopo l’ordine del giorno approvato dal consiglio comunale il 4 maggio sulle prescrizioni alla circolazione dei mezzi pesanti”. Così Legambiente Lombardia in un comunicato dopo l’incidente di piazza Durante.
“L’OdG prevede, tra l’altro – prosegue l’associazione -, orari notturni per l’ingresso in città da parte di questo tipo di veicoli, una misura cruciale pensando all’attuale coincidenza tra ora di punta dei cittadini – che scelgono sempre più la bicicletta – e circolazione di mezzi pesanti, con relativo rischio per tutti gli utenti della strada. Durante i picchi di congestione del trasporto individuale e collettivo sarebbe infatti buon senso non aggiungere pericoli, oltre che rallentamenti. Nulla è però stato fatto in concreto, e le collisioni continuano con la stessa dinamica di sempre, in uno stillicidio di lutti: Li Tianjiao, Cristina Scozia, Veronica Francesca D’Incà, Silvia Salvarani e oggi quella che si continua a sperare possa essere l’ultima. La sagoma del mezzo pesante, essendo molto ingombrante, deve necessariamente impegnare l’intersezione fino a quando non può iniziare a svoltare, avendo però dato l’impressione di stare andando diritto. In assenza di dispositivi che riducano il cosiddetto angolo cieco, e relativa formazione alla circolazione in città dei conducenti, è quasi inevitabile travolgere chi si trova sulla destra, con poca possibilità di scampo: la circonferenza delle ruote di questi mezzi è infatti tale da trascinare inesorabilmente sotto di sé persone e cose. Milano è una città ad elevato livello di cantierizzazione, un fatto che dovrebbe accelerare la delibera su tutti i possibili provvedimenti in materia di sicurezza stradale, compresi i contenuti dell’altro OdG ancora pendente, quello su Città 30 Km/h – prosegue ancora Legambiente -. Una città con un così alto livello di collisioni non restituisce una reale immagine di sostenibilità, scoraggiando di fatto la transizione verso forme di mobilità più sostenibili e vanificando le politiche dell’amministrazione in tal senso. Oltre al tema dei mezzi pesanti, Milano è infatti ancora molto al di sopra della media europea di automobili per abitante (494/1000 contro 300-250 delle altre città come Londra, Parigi, Barcellona), con uno spazio pubblico non solo impraticabile, ma anche pericoloso, nonostante i tanti risultati ottenuti dalle ultime consiliature”.

“Siamo stufi di dover spiegare una volta di più quali sono le politiche adeguate in materia di sicurezza stradale in presenza di lutti come questo” commenta Federico Del Prete, responsabile mobilità e spazio pubblico di Legambiente Lombardia. “Bisogna deliberare subito tutte le prescrizioni ai mezzi pesanti in città, aggiungendo anche la formazione obbligatoria ai conducenti, come avviene in diverse nazioni europee. Non possiamo più nasconderci dietro imbarazzanti ritardi, che il sindaco prenda subito in mano le sue responsabilità e agisca.”

“Nessuno di noi ce la può fare da solo e possiamo stare insieme solo ci prendiamo tutte e tutti un pezzo di responsabilità. Io per esempio per il ritardo nel presentare l’ordine del giorno sui sensori Non mi sento tranquillo solo perché alla fine l’ho presentato, come non credo si sentano tranquilli quelli che l’hanno votato o quelli che lo stanno trasformando in atto esecutivo. Prendiamoci ognuno un pezzo di quella responsabilità e proviamo ad andare avanti insieme. Davvero dico: insieme. Lo dobbiamo alle persone che sono morte e alle loro famiglie”.

Così Marco Mazzei, consigliere della Lista Sala e presidente della sottocommissione comunale Mobilità Attiva, commenta la notizia della ciclista morta schiacciata questa mattina sotto una betoniera in piazza Durante. “Avrei potuto presentare prima l’ordine del giorno sui sensori, perché ho aspettato tutto marzo? Si sarebbe salvato qualcuno? No, perché comunque la delibera, che è in arrivo, inevitabilmente dovrà prevedere dei tempi di attuazione, un anno forse, però forse muovendoci prima avremmo potuto creare più sensibilità sulla questione. C’è questa sensibilità? Tra chi va in bici, certamente. – prosegue Mazzei – Io vedo crescere il numero di persone che ha paura e con la paura non si va da nessuna parte, si lascia la bici in casa e basta. Vedo crescere il numero di genitori che non lascia usare la bici ai propri figli, e addio a tutto il lavoro per l’autonomia. Ma fuori da questa comunità c’è davvero sensibilità sul tema? Per esempio: le aziende. Lo avevo già detto e scritto, ma le aziende che cosa dicono e che cosa fanno? Dopo aver cercato di ribaltare tutto sul livello nazionale – cosa che avrebbe decuplicato i tempi – come sono intervenute in questi mesi? Che cosa hanno fatto? Qualcuno ha letto almeno un annuncio, un impegno, una promessa? Nessuno di noi ce la può fare da solo. Nessuno di noi che andiamo in bici, nessuno di noi che amministriamo questa città, nessuno di noi che gestiamo imprese che hanno una responsabilità così grande, nessuno di noi che guidiamo un TIR o una betoniera, con la quale, magari, contribuiamo a costruire un ospedale o una metropolitana”.

“Questa mattina, una donna di 60 anni, è deceduta in ospedale a Milano dopo essere stata travolta da una betoniera nel quartiere Casoretto. Questa dinamica è tale e quale a quella verificatasi lo scorso 20 aprile dove un’altra donna, mamma di una bimba di 6 anni, ha perso la vista in una simile situazione. In seguito a quel tragico evento, il Consiglio Comunale di Milano aveva approvato all’unanimità, lo scorso 4 maggio, un ordine del giorno che regolamentava l’ingresso dei mezzi pesanti in città. Precisamente, tali mezzi, sarebbero potuti entrare a Milano solo se dotati di sensori per l’eliminazione dell’angolo cieco, oppure in orari notturni (dalle 22 alle 06 del mattino). Che fine ha fatto tale regolamento? Chi ha verificato che questo regolamento venisse rispettato? Le promesse del centrosinistra milanese, e dell’assessore Censi, sono ‘da marinaio’. Chi ne risponderà della morte odierna della signora investita in città? Questo è il risultato delle piste ciclabili totalmente insicure delle Amministrazioni di Centrosinistra che dal 2011 ad oggi si sono susseguite. Nel nuovo disegno di legge sulla sicurezza stradale, che il ministro Salvini porterà il prossimo martedì in Consiglio dei Ministri e che verrà discusso nei prossimi giorni alle Camere, mi auguro che ci siano su tutte le piste ciclabili i cordoli alti affinché, finalmente, vi sia una protezione per coloro i quali utilizzano le biciclette nelle strade delle nostre città. Non è possibile che, puntualmente, ogni mese qualcuno perde la vita in bicicletta”. Lo dichiara il deputato di Fratelli d’Italia Riccardo De Corato.(MiaNews)