Elezioni, Sala: a Milano buon risultato ma magra consolazione. Majorino: percepiti come senza agenda. Bussolati: premiati baronati e non territorio.

“Il risultato a Milano per quanto riguarda la mia parte politica non è buono ma molto buono. Se consideriamo il Senato, ad esempio, i partiti che mi supportano nella giunta sono al 55%, io ho preso il 58 % nelle scorse amministrative, quindi siamo lì. Non è vero, e lo dimostrano i numeri, che noi siamo la coalizione delle ztl, perché se si guardano i dati degli ultimi anni, ‘oltre la 90/91’ siamo andati bene anche stavolta. Però capisco che è una magra consolazione”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della presentazione del libro “Non giudicarmi” di Anna Kanakis, riguardo il risultato del PD a Milano.

“È una giornata brutta per noi. È andata come ce l’aspettavamo”. Lo ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, a margine della presentazione del libro “Non giudicarmi” di Anna Kanakis, in merito al risultato del centrosinistra alle elezioni politiche. “Sono le uniche elezioni recenti in cui non ci sono state sorprese rispetto ai sondaggi. Quando mi sono dato da fare, mi sono schierato, ero totalmente consapevole di come sarebbe andata a finire, ciononostante ho ritenuto giusto farlo – ha sottolineato poi Sala – Non è certamente una buona giornata ma non mi spingerei a dire che è una brutta giornata per l’Italia. Perché tutte le volte che in democrazia si può andare a votare non si può dire che è una brutta giornata”. Il sindaco ha sottolineato poi che “negli ultimi 15 giorni prima del voto c’è questa sciocca asimmetria informativa per cui noi vediamo i sondaggi ma la gente no. Poi si fanno girare i sondaggi che si vogliono, che fa un po’ sorridere”.

“Abbiamo perso e non cercherei consolazioni. Il PD ne esce malconcio. Inutile girarci attorno. Il fatto che Salvini sia a pezzi non cambia minimamente la sostanza. Come alcuni risultati abbastanza buoni conseguiti nelle grandi città, tra cui Milano (dove la vittoria è netta), non ci possono bastare in alcuna maniera. Suggerirei a me stesso e a tutte-i noi di ripartire da una domanda . Quella che ci hanno rivolto tantissime elettrici e tantissimi elettori in questi giorni quando parlavamo di salario minimo o lavoro o scuola anche qui. Perché lo dite solo adesso? Dove eravate? È una domanda micidiale perché molti di noi su terreni simili si danno da fare da tempo. Ma il rischio di essere avvertiti come l’eterno partito della stabilità che abbraccia le agende del momento senza averne una chiara è, per me, il rischio maggiore”: lo afferma Piefrancesco Majorino, europarlamentare del PD ed ex assessore a Milano. Secondo Majorino questo punto “viene perfino prima della questione delle alleanze fallite o delle scelte di altri rispetto a esse” che sono comunque “temi enormi che andranno ovviamente affrontati”. “La destra peggiore d’Europa governerà – conclude in un post su Facebook nel quale analizza il volto – È possibilissimo che saprà farlo per anni e anni. Sarebbe folle non provare a ricostruire dalle fondamenta. I riti autoconsolatori non servono a nulla. E comincerei dal fare un’opposizione netta”. Majorino aggiunge poi un ‘post scriptum’. “La Lombardia vede il (centro)destra di poco sopra al 50%. Di questo parlerò più avanti -scrive – Perché tra pochi giorni dobbiamo tutte e tutti dare una mano per fare un miracolo alle regionali”.

“Abbiamo perso, ma il Partito Democratico deve essere salvaguardato. Per questo penso che il Congresso debba tenersi entro l’anno perché non possiamo presentarci alle amministrative e le regionali (dove invece abbiamo battaglie ben definite da spiegare e sostenere) senza la necessaria chiarezza”. Lo dichiara Pietro Bussolati, consigliere regionale del Partito Democratico. Le ragioni della sconfitta “credo però non riguardino solo l’attuale segreteria, ma un modo di pensare diffusissimo a Roma, e non solo, che teorizza l’inutilità di qualsivoglia legame territoriale e la normalità di individuare dei candidati su base di appartenenza a baronati e consorterie e non per capacità di rappresentare battaglie, temi e visioni coerenti con i territori dove sono candidati. – prosegue Bussolati – Anche per quanto riguarda le alleanze, poi, litigare sugli scenari che potevano esserci e non ci sono stati è a mio avviso sbagliato se a mancare è l’identità politica di chi, quelle alleanze, le avrebbe dovute guidare. C’è stata una assenza di chiarezza nella definizione delle nostre battaglie economiche e sociali. Chiarezza che invece esiste nei Comuni e nei territori, spesso nel pieno disinteresse delle dirigenze nazionali”.(MiaNews)