La notizia di questi giorni è che il cosiddetto ‘quadrilatero’ di Giambellino, uno dei quartieri di Milano con l’età media più alta della città, sarà presto costretto a privarsi di uno dei pochissimi medici di famiglia presente in zona, il Dott. Veneroni, senza che sopraggiunga un possibile sostituto. E dire che la pandemia aveva già riportato al centro del dibattito pubblico proprio la salute dei cittadini e la necessità di salvaguardare e incrementare la medicina territoriale per dare un’assistenza di qualità alle persone e per evitare ai grandi ospedali un flusso di pazienti ingestibile.
Come dichiara Francesco Caroli, coordinatore della lista Milano in Salute, “segnaliamo l’aggravarsi della situazione relativa alla disponibilità di MMG nel quartiere Giambellino e il fatto che l’intera Milano ha bisogno urgente di persone come il dott. Veneroni: vite intere dedicate alla propria passione per la medicina al servizio della propria comunità, come i suoi tanti colleghi che fanno già parte del progetto Milano in Salute. Casi come quello di Giambellino, infatti, dimostrano l’importanza del compito che ci siamo prefissati di raggiungere e la gravità della situazione dovuta alle carenze della medicina territoriale. Il nostro impegno è per dare rappresentanza e voce a quelli che sono i bisogni primari dei milanesi, in primis quello della Salute e della qualità della vita”.
Marco Fumagalli e Francesca Ulivi capilista del progetto Milano in Salute aggiungono:
“A breve partirà una mappatura dei bisogni di salute dei cittadini che ci vedrà direttamente tra le strade e inizieremo proprio dal Giambellino, affinché la situazione non venga dimenticata ma risolta. Inoltre, sono già al lavoro i nostri tavoli di approfondimento tra professionisti competenti, associazioni e cittadini, per capire quali siano le soluzioni migliori da adottare’. ‘La nostra determinazione’ aggiunge Ulivi ‘è mettere al centro il cittadino, malato o in salute che sia, per comprendere i suoi tanti bisogni di salute non soddisfatti in questo momento e costruire assieme una città più sana, che si ammala meno, ed è maggiormente pronta a prendersi cura dei più fragili’.
“I medici di base – continua Fumagalli – sono dei veri punti di riferimento nei quartieri e la loro presenza dev’essere garantita capillarmente. Il caso del Giambellino non è e non sarà isolato, mentre la medicina territoriale andrebbe fortemente rinforzata affiancando ai Medici di base tutte quelle figure protagoniste di un sistema multidisciplinare com’è quello del mondo della salute oggi”.