“Essersi opposti all’indifferenza”: questa è la caratteristica che accomuna i quattro nuovi giusti riconosciuti e celebrati oggi, 6 marzo, in occasione della giornata dei Giusti dell’umanità. La cerimonia di consegna delle pergamene e di svelamento delle nuove targhe si è svolta stamane nel Giardino dei Giusti al Monte Stella. Sono dedicate ad Altiero Spinelli, tra i padri fondatori di idea di Europa, l’attivista iraniana, premio Nobel per la pace Narges Mohammadi, incarcerata nel suo Paese, la milanese simbolo delle madri di Plaza de Mayo in Argentina Vera Vigevani Jarach e l’attivista e storico russo Jurij Dmitirev, incarcerato in una colonia penale. Hanno preso parte la presidente del Consiglio comunale di Milano Elena Buscemi, il presidente della Fondazione Gariwo Gabriele Nissim e il rappresentante UCEI Giorgio Mortara. Nella giornata celebrata oggi anche in altri 250 giardini in Italia e nel mondo. I rappresentanti istituzionali hanno ricordato anche la necessità di una giornata del genere, dedicata alla memoria dell’oppositore russo Navalny.
“Questo è uno dei luoghi in cui si esprime meglio l’anima democratica della città – ha affermato Buscemi dal palco – Oggi rendiamo omaggio a persone che hanno fatto concretamente la differenza tra bene e male. Erano cittadini normali e hanno affrontato l’orrore della dittatura e delle repressioni politiche. Il loro esempio mostra che è sempre possibile scegliere di non voltarsi dall’altra parte e schierarsi contro ogni forma di discriminazione. Le vicende che ricordiamo toccano luoghi e periodi storici diversi. Anche oggi in tante parti del mondo sono perseguitati, imprigionati, torturati e uccisi. Giornate come quella di oggi servono come monito per far prevalere il rispetto verso chi la pensa diversamente”. La battaglia per i diritti che si sta combattendo in molti Paesi del mondo è stata ricordata dal presidente Nissim: “Siamo molto fortunati a celebrare la giornata dei Giusti in questo giardino. Perché possiamo esprimere liberamente il nostro pensiero, opinioni contrarie, possiamo dialogare. In altri Paesi del mondo non è così. Non è possibile farlo in Iran. C’è un’apartheid nei confronti del genere femminile, le donne non possono gioire come gli uomini. Non è possibile farlo in Russia dove 1600 prigionieri vivono in condizioni disumane. Non è possibile farlo in Cina. Abbiamo il privilegio della libertà e siamo tutti chiamati a superare la malattia pericolosa dello spirito: la rassegnazione. Molti ritengono che per il nostro quieto vivere dobbiamo accettare quello che accade intorno. Come ha ricordato Primo Levi ‘il male che accade nel mondo non accade in un’isola ma ci sommerge tutti’. Noi dobbiamo ribellarci a questa rassegnazione se vogliamo vivere una vita bella”.
Il pensiero va al dissidente russo Navalny: “Come Jan Palach a Praga nel 1968 aveva cercato di risvegliare i suoi concittadini. Navalny è andato a Mosca perché voleva risvegliare il suo Paese. Le parole del suo testamento spirituale sono “non bisogna mollare”.
Nissim ha descritto i 4 nuovi Giusti oggi celebrati: “Oggi ricordiamo Narges Mohammadi, il premio Nobel per la pace rinchiusa in Iran, in prigione perché non si è mai arresa. Nel carcere sta continuando a guidare la rivolta delle donne nel suo paese. Ha dei problemi cardiaci e il regime la vuole far soffrire in carcere. Non è potuta neanche andare al funerale di suo padre. Dobbiamo sostenere anche il russo Dmitriev, rinchiuso per aver ricordato le vittime dello stalinismo. Ricordare le vittime del regime in Russia è una colpa. Come se Segre venisse rinchiusa in Italia per aver ricordato le vittime della Shoah. Vorrei ricordare una signora di 96 anni di Milano, Vera Vigevani Jarach. La protagonista in Argentina del movimento di Plaza de Mayo, sulle piazze per chiedere la verità sulle vittime in Argentina. Questa donna di 96 anni continua a trasmettere ai giovani la speranza e l’idea che sempre tutto è possibile, che il futuro è sempre possibile cambiarlo. Ricordo anche Altiero Spinelli che da Ventotene durante Il fascismo ebbe ‘idea di un’Europa fondata sul dialogo. Questo sogno deve continuare. La chiave per lottare è essere europei. Se superiamo gli egoismi possiamo andare oltre queste autocrazie. Rappresentiamo un’idea di libertà e dialogo, un modo di vivere che le autocrazie hanno negato. L Europa rappresenta il futuro”. Proprio quest’ultimo è stato ricordato da Renata Colorni, che ha avuto in Spinelli la figura paterna. Alle memorie lette durante la cerimonia emerge il coraggio di non arrendersi durante la prigionia e il sogno della Federazione europea come “l’unica risposta ragionevole, la possibilità per la democrazia di ristabilire il suo controllo sui leviatani impazziti degli stati europei”. A ricordare Vera Vigevani Jarach e la sua lotta per avere giustizia dopo la morte della figlia 18enne in Argentina e per tutti i desaparecidos, suo cugino Marco Vigevani che ha fatto sentire un messaggio audio di Vera in cui invita con la sua voce ancora appassionata a far sì che “nunca mas”, non accada più. Il ricordo di Jurij Dmitriev è affidato ad Andrea Gullotta, presidente di Memorial Italia, che ha ricostruito le vicende del caso Dmitirev e dell’arresto architettato dal regime di Putin con accuse false di pedofilia. L’obiettivo è mettere a tacere lo storico che ha trovato due dei più importanti luoghi di sepoltura di massa in Russia. Infine, a ricordare il Premio Nobel per la Pace, dato all’attivista iraniana Narges Mohammadi, suo marito Taghi Rahmani che ha ricordato la lotta della moglie dal carcere: “Ha scritto alle Nazioni Unite per chiedere che l’apartheid di genere venga considerato crimine contro l’umanità. Non solo in riferimento a quanto accade in Iran ma anche in altri paesi con Afghanistan. Chiede di fare pressione presso governi e stati liberi affinché questo possa avvenire”. Oltre allo svelamento delle targhe c’è stata anche la consegna delle pergamene in onore dei Giusti segnalati dalla società civile che sono: Padre Gianantonio da Romallo, Madre Luisa Arlotti, Vesna Bosanac, Fratel Biagio Conte, Caterina Giordano, Suor Maria Goglia, Patria, Minerva e Maria Teresa Mirabal, l’equipaggio del transatlantico Rex, Arminio Wachsberger, Zabel Yessayan. La cerimonia si è conclusa nell’anfiteatro del Giardino, dove le scolaresche presenti hanno incontrato i rappresentanti dei giusti e hanno fatto loro domande. (MiaNews)