Ricordando la giornata mondiale dei diritti umani la Camera Penale di Milano intende “denunciare ancora una volta la situazione di assoluta inadeguatezza dei Centri per il Rimpatrio dislocati su tutto il territorio nazionale ed in particolare quello di via Corelli a Milano”.
Ed è per questo che i penalisti milanesi chiedono che “il signor Prefetto di Milano, attraverso gli uffici competenti, intervenga con la massima urgenza per garantire l’adempimento e l’adeguatezza dei servizi di assistenza medica e assicurare i fondamentali diritti delle persone” nel centro.
“Si rincorrono da giorni notizie allarmanti – scrivono gli avvocati -. Destano preoccupazione anche le condizioni igienico sanitarie e la difficoltà di esercizio del diritto di difesa, fortemente compromesso anche dalle limitazioni legate alla pandemia. In relazione alla situazione pandemica attuale, sono state da più parti evidenziate criticità legate alla struttura che non consentono adeguate misure di isolamento in caso di positività: è notizia della scorsa settimana la messa in quarantena dell’intero Centro a causa dell’impossibilità di trattare con l’isolamento i casi positivi rilevati. Detta chiusura totale comporta una grave compromissione del diritto di difesa dei “ristretti”.
“L’inadeguatezza della struttura di Milano è stata evidenziata anche dai diversi operatori che svolgono la propria attività all’interno del Centro, che hanno segnalato la situazione esplosiva che sono costretti a gestire quotidianamente”, conclude la Camera Penale. (ANSA).