“Grave incidente nelle acciaierie cremonesi Arvedi, il secondo mortale che accade in pochissimo tempo. L’Ugl più volte aveva denunciato le carenti misure di sicurezza sul lavoro all’interno della fabbrica alle autorità competenti, ma dopo le continue segnalazioni l’azienda risponde con il licenziamento del delegato. E’ una strage. Messa in conto. Per risparmiare e fare profitto. Fatalmente”.
Dura è la condanna del Segretario Generale dell’Ugl metalmeccanici, Antonio Spera su quanto accaduto nelle acciaierie Arvedi dove un operaio fiorentino di 54 anni, Alessandro Rosi, dipendente di una ditta esterna, è morto mentre un altro, Lorenzo Tamarindo, è stato portato in condizioni critiche in ospedale.
“Lo ribadiamo ad alta voce, come sempre: bisogna che gli organi preposti intervengano per fare chiarezza sull’accaduto in maniera ferma, non è possibile che venga messo a repentaglio la vita dei lavoratori ogni giorno. Possiamo ripercorrere tutte le fasi che, sempre di più, in questi anni si mettono in piedi per l’occasione, la rabbia, lo sdegno il facile compianto e la solidarietà iniziale, la chiamata in causa degli ordini vigilanti. L’Ugl – prosegue il segretario – non si fermerà mai a concludere che ormai siamo carne da macello, che quando usciamo di casa al mattino l’incidente non è più un accidente ma un rischio calcolato e misurato. Se venisse confermata la causa dove secondo una prima ricostruzione, due gru stavano spostando una trave d’acciaio che si è staccata schiacciando la cabina della gru, noi tutti chiediamo all’azienda: era a norma, venivano rispettati tutti i parametri legislativi per la sicurezza sul posto di lavoro, vi erano in atto tutti i dispositivi regolamentari che ciò poteva scongiurarsi? Attendiamo risposte! Nelle acciaierie cremonesi Arvedi non c’è sicurezza e chi tenta di far uscire una piccola parola viene immediatamente licenziato come avvenuto al nostro rappresentante Ugl: ma non ci facciamo intimorire da nessuno – tuona forte e chiaro Spera -, i nostri legali sono già a lavoro a tutela del sindacalista e di tutti i dipendenti. Ci auspichiamo che venga fatta luce sull’accaduto e non passi per inosservato anche questa volta. Sarebbe assurdo dopo che abbiamo sollecitato infinitamente l’azienda e gli enti per la messa in sicurezza dei posti di lavoro. Ormai all’interno dell’azienda si vive un muro di omertà: chi parla e denuncia i livelli di scarsissima sicurezza viene licenziato, chi deve vigilare non vigila e chi dovrebbe garantire la sicurezza non garantisce! Questo è il quadro agghiacciante che denuncia l’Ugl metalmeccanici da circa un anno. I morti sul lavoro sono una collana senza fine. Diminuiscono quando c’è crisi, si lavora di meno, e magari si rischia anche di più. Una collana infinita che ogni giorno ci consegna la sua pietra. Ci si abitua, si pensa alla fatalità. E chi dovrebbe far installare sistemi di sicurezza, far rispettare le normative, può rifugiarsi all’ombra confortevole della fatalità. Che manda assolti i responsabili e sottoterra gli innocenti. Noi non lo permetteremo. Siamo vicini alla famiglia del giovane deceduto – conclude il segretario Antonio Spera – e auguriamo una pronta guarigione a Tamarindo, collega portato in condizioni critiche in ospedale”.