Ci sono posti in Italia che paradossalmente sono conosciuti ed apprezzati più dai turisti stranieri che non da quelli di casa nostra, da sempre malati di esterofilia acuta.
Tra questi c’è sicuramente la Costiera Amalfitana, detta anche “la Divina”, 25 chilometri di costa tra Napoli e Salerno, diretto proseguimento della Penisola Sorrentina, altra meraviglia del nostro paese, dove finisce il Golfo di Napoli ed inizia il Golfo di Salerno, divisi da Punta Campanella (a Sant’Agata dei Due Golfi).
Ogni borgo della Costiera è peculiare per caratteristiche del territorio, culturali ed anche enogastronomiche, come ce ne si può rendere conto attraversandoli partendo dalla “porta” della Costa d’Amalfi, Vietri sul Mare.
Vietri è rinomata per il distretto della ceramica, la caratteristica “riggiola” vietrese, dai suoi inconfondibili colori dove predominano il blu del mare ed il giallo del sole. Persino artisti come Gio Ponti sono rimasti incantati dalla bellezza della ceramica vietrese.
Subito dopo Vietri c’è Cetara, da cetus, che in latino significa delfino, e non è raro incontrare questi incredibili ed intelligenti mammiferi mentre sguazzano nelle acque con il loro caratteristico tuffarsi e rituffarsi. Cetara nasce come un borgo di pescatori, ed è proprio da qui che nasce uno dei primissimi condimenti mai usati nella storia della cucina, di cui si trovano testimonianze anche nei racconti degli storici romani come Plinio il Vecchio, ossia il garum, un olio salato che veniva ottenuto dal liquame di seccatura delle alici che venivano essiccate e messe sotto sale per essere conservate nel tempo. Il garum è diventato così la colatura di alici di Cetara, che ha ultimamente ottenuto anche il riconoscimento come presidio slow food.
Si arriva quindi a Maiori, con il suo vasto lungomare, un chilometro di spiaggia che proprio grazie alla sua conformazione risultò essere il luogo ideale per lo sbarco degli Alleati nel 1943 durante la Seconda Guerra Mondiale, in quella che fu l’Operation Avalanche. Maiori è inoltre l’accesso all’Agro Nocerino Sarnese attraverso il Valico di Chiunzi, lungo centri come Tramonti. Proprio da Tramonti proviene la maggioranza dei pizzaioli che sono emigrati al Nord Italia, la pizza tramontina, croccante e sottile, differisce da quella napoletana.
A Maiori segue Minori, con la sua Villa Marittima Romana, una spa ante litteram, e la Basilica di Santa Trofimena, che racchiude la tradizione del Canto dei Battenti, tramandato di generazione in generazione e che anima i riti penitenziali della Settimana Santa prima di Pasqua. Infine a Minori, nel largo Solaio dei Pastai, è nato l’antenato della pasta, lo ‘ndundero, una specie di gnocco fatto di farina di semola e ricotta.
Tra Minori ed Amalfi ci sono il bivio di Castiglione, che apre la strada per Ravello e Scala, famosi per le notevoli attività culturali e per l’importanza storica (Scala è il Comune più antico della Costiera), ed Atrani, il Comune più piccolo d’Italia.
Amalfi presenta tutte le caratteristiche del centro di commerci con il resto dell’Italia e del mondo, ma anche il luogo della tradizione con il Capodanno Bizantino ed il Corteo Storico delle Repubbliche Marinare.
Proseguendo verso Positano si possono ammirare il Fiordo di Furore, che fece innamorare Roberto Rossellini ed Anna Magnani, e Praiano, con la passeggiata lungo il costone, i ristorantini a picco sul mare ed il famoso Africana Night Club.
Infine Positano, alla cui scoperta rimandiamo al video di #iorestoinitalia, il format di Unica TV ideato e condotto da Alessandra Gavazzi.