La guerra vista da una studentessa del liceo.

articolo raccolto da Viviana Bazzani

Buongiorno, mi presento sono Alessandra Dunca. Sono una 15enne che attualmente frequenta il liceo e scrivo questo articolo perché vorrei dire la mia opinione in merito a un avvenimento che ultimamente è al centro dell’attenzione pubblica: la guerra tra Russia e Ucraina.

Comincio dicendo che il mio scopo principale in questo momento non è quello di criticare e/o mettere in dubbio le decisioni prese dai capi del governo dei vari paesi, quanto più di esprimere la preoccupazione di noi giovani riguardo questa terribile situazione.
Qualche giorno fa, appena mi svegliai, ricevetti una notifica sul telefono: quella dell’inizio dei bombardamenti in Ucraina da parte della Russia. La notizia ovviamente si sparse a macchia d’olio e il mattino stesso a scuola fu tra i primi argomenti di discussione. C’era chi non pensava sarebbe scoppiata una guerra e chi al contrario si immaginava sarebbe successo, in ogni caso questo ha sicuramente sconvolto tutti; non ci siamo ancora ripresi da una pandemia e si sta già creando un conflitto che potrebbe potenzialmente diventare una terza guerra mondiale. Inoltre ha contribuito ad aumentare la preoccupazione generale anche il fatto che tutto ciò sta accadendo in un luogo relativamente vicino: Kiev in fondo si trova a “solo” poco più di 2000km da noi. Personalmente percepisco ulteriormente la gravità di questa situazione da ciò che mi raccontano i miei parenti in Romania; abitando infatti in una città al confine con l’Ucraina, vedono come moltissime persone cercano di scappare dal proprio paese per salvarsi.

Il problema principale (come di tutti i conflitti esistenti) è che a subirne le conseguenze sono sempre i civili: persone che si nascondono nelle metropolitane per evitare di essere colpiti da una bomba, genitori che si separano dai propri figli per mandarli in posti sicuri, madri che attaccato sulle giacche dei propri bambini adesivi con scritto il loro gruppo sanguigno. È impressionante che siano perfino state diffuse istruzioni dal ministero della Difesa su come costruire delle bombe molotov per difendersi. Su internet ormai si diffondono sempre più immagini di questo tipo e io mi chiedo sempre di più come si possa portare avanti una situazione del genere senza provare un minimo di empatia, vedendo un’intera nazione disperata che scappa nella speranza di riuscire a sopravvivere.

“Chiunque tenti di crearci ostacoli e interferire sappia che la Russia risponderà con delle conseguenze mai viste prima.” queste le parole di Putin nel discorso in cui ha annunciato l’inizio della guerra contro l’Ucraina. Viene quindi spontaneo chiedersi: perché si studia la storia? Non è certamente un inutile ammasso di date e nomi da ricordare, bensì si studia perché il futuro dipende dalle scelte e dagli avvenimenti del passato, ricordando gli errori fatti si può così evitare di compierli nuovamente nel futuro. Purtroppo dalla storia ci rendiamo conto che l’uomo non impara mai e quelle parole lo dimostrano per l’ennesima volta.
Non si inizia sicuramente una guerra senza delle motivazioni e se la si continua qualcuno ne trae vantaggio. Ma la domanda è: quelle motivazioni sono giuste e fondate? E se sì, ne vale la pena con tutte le conseguenze che ci saranno? La risposta è ovviamente no, perché un conflitto non andrebbe mai giustificato né tanto meno portato avanti. Ma anche tralasciando per un attimo questa linea di principi una motivazione ulteriore per evitarlo si presenta il momento in cui questo potrebbe portare a gravi ripercussioni per l’umanità intera. Il problema è farlo capire a chi prende queste decisioni. Ormai è chiaro che l’uso di armi nucleari sia stato preso in considerazione ma io mi chiedo, possibile che si sia in grado di arrivare a tanto? Il disastro nucleare di Chernobyl non ci ha fatto capire niente? I bombardamenti di Hiroshima e Nagasaki sono già stati dimenticati? Davvero non riusciamo a renderci conto della gravità della situazione che si andrebbe a creare?
Sicuramente l’intervento o l’aiuto degli altri stati è utile ma si deve prestare molta attenzione a ciò che si fa perché se si inizia ad imporre la pace con la guerra ci si ritroverebbe al punto di partenza e inoltre questa imposizione verrebbe usata come pretesto per non cessare le ostilità.

Un’ultima osservazione che tengo a fare è come, anche in situazioni critiche come questa, sia possibile notare altri problemi che riguardano in generale la società. Tra i diversi video presenti online ce ne sono alcuni in particolare in cui si può vedere come a certe persone in fuga dall’Ucraina non viene permesso di attraversare il confine. E tutto ciò dichiaratamente solo perché di colore. Il fatto che si lasci spazio ad atteggiamenti razzisti anche in tempo di guerra, come se ci fosse chi merita di salvarsi e chi no, mi lascia sconvolta.

C’è chi penserà magari che parlo in modo troppo utopistico, che le guerre ci sono sempre state e sempre ci saranno, ma se nessuno dice la propria opinione quando non è d’accordo, se nessuno prova a fare qualcosa per evitare queste situazioni, i cambiamenti non verranno certamente da sé. Per questo sostengo sia importante parlarne, perché non ci si può permettere al giorno d’oggi che una nazione intera debba scappare da casa propria, che andando a dormire si abbia il timore di non svegliarsi più e che non si riesca ad essere completamente solidali con chi è in un momento di necessità.