Sono stati otto i punti monitorati quest’anno dalla Goletta nelle acque dei Laghi Maggiore e Ceresio e poi sottoposti ad analisi microbiologiche. Dei cinque punti sul Maggiore solo due sono risultati dentro i limiti di legge. Degli altri, due sono stati giudicati “fortemente inquinati”, l’ultimo “inquinato”. La situazione non migliora sul Lago Ceresio, dove dei tre punti monitorati nessuno è risultato entro i limiti di legge. Più precisamente due punti sono stati giudicati “fortemente inquinati” ed uno “inquinato”.
Nel mirino ci sono sempre canali e foci, i principali veicoli con cui l’inquinamento microbiologico, causato da cattiva depurazione o scarichi illegali, arriva nei laghi.
È questa in sintesi la fotografia scattata nella prima tappa lombarda lungo le sponde dei due laghi da un team di tecnici e volontari di Goletta dei Laghi, la campagna di Legambiente dedicata al monitoraggio ed all’informazione sullo stato di salute dei bacini lacustri italiani. A parlarne, nel corso di una conferenza stampa tenuta stamane a Varese, sono stati Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia, Valentina Minazzi, Legambiente Varese, Paolo Mazzucchelli presidente Alfa Srl (la società a capitale interamente pubblico che si occupa della gestione del Servizio Idrico Integrato in tutti i Comuni dell’Ambito ottimale).
“Che la qualità delle acque debba diventare una priorità non sia più derogabile nel nostro territorio dovrebbe essere chiaro a tutti”, ha dichiarato Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia. “Nella provincia dei sette laghi e degli innumerevoli fiumi e torrenti – ha continuato Megetto – ci troviamo a fronteggiare situazioni al limite. E non da un giorno ma da decenni. Vogliamo vedere risanate tutte le situazione fuorilegge. Chiediamo alle Istituzioni di agire con tempestività completando le infrastrutture necessarie per avere acque sane e godibili, soprattutto in Lombardia, dove abbiamo l’80% dei bacini delle acque superficiali”.
Nel rispetto delle restrizioni per il distanziamento fisico imposte dalla pandemia, la 15esima edizione di Goletta dei Laghi quest’anno sta vivendo di una formula inedita all’insegna della partecipazione attiva dei cittadini, con più spazio a citizen science e territorialità. La missione di Goletta dei Laghi resta però sempre quella di non abbassare la guardia sulla qualità delle acque e rilevare le principali fonti di criticità per gli ecosistemi lacustri: gli scarichi non depurati e inquinanti, la cementificazione delle coste, la captazione delle acque, l’incuria e l’emergenza rifiuti, in particolare l’invasione della plastica, che non riguarda soltanto mari e oceani, ma anche fiumi e laghi.
Partner di Goletta dei laghi 2020 sono CONOU, Consorzio Nazionale per la Gestione, Raccolta e Trattamento degli Oli Minerali Usati, e Novamont, azienda leader a livello internazionale nel settore delle bioplastiche e dei biochemicals. Media partner della campagna è invece La Nuova ecologia
I DETTAGLI DELLE ANALISI MICROBIOLOGICHE SUI LAGHI MAGGIORE E CERESIO
È bene ricordare che il monitoraggio di Legambiente non vuole sostituirsi ai controlli ufficiali, ma punta a scovare le criticità ancora presenti nei sistemi depurativi per porre rimedio all’inquinamento dei nostri laghi, prendendo prevalentemente in considerazione i punti scelti in base al “maggior rischio” presunto di inquinamento, individuati dalle segnalazioni dei circoli di Legambiente e degli stessi cittadini attraverso il servizio SOS Goletta. Foci di fiumi e torrenti, scarichi e piccoli canali che spesso troviamo lungo le sponde dei nostri laghi, rappresentano i veicoli principali di contaminazione batterica dovuta alla insufficiente depurazione dei reflui urbani o agli scarichi illegali che, attraverso i corsi d’acqua, arrivano nei bacini lacustri. Il monitoraggio delle acque in questi due laghi lombardi è stato eseguito gli scorsi 30 giugno e 1 luglio dai volontari dell’associazione.
I parametri indagati sono microbiologici (Enterococchi intestinali, Escherichia coli) e vengono considerati come “inquinati” i campioni in cui almeno uno dei due parametri supera il valore limite previsto dalla normativa sulle acque di balneazione vigente in Italia (Dlgs 116/2008 e decreto attuativo del 30 marzo 2010) e “fortemente inquinati” quelli in cui i limiti vengono superati per più del doppio del valore normativo.
Sul Lago Maggiore continuano ad essere “fortemente inquinati”, ininterrottamente da ormai dieci anni, i punti della Foce del torrente Boesio presso il Comune di Laveno Mombello in località Gaggetto e quello della foce del torrente Acqua Negra presso il Comune di Ispra.
Passa dal “fortemente inquinato” dell’anno scorso all’inquinato di quest’anno, il punto sulla foce del torrente Bardello, altra vecchia conoscenza della Goletta, nel Comune di Brebbia.
Nei limiti invece prelievo effettuato presso la terrazza di Piazza Garibaldi di Luino Centro, l’anno scorso “fortemente inquinato” e il punto del Canale presso la spiaggia del Lido Comunale di Germignaga, nei limiti anche l’anno scorso. Tutti i punti monitorati dalla Goletta sul Lago Maggiore cadono nella Provincia di Varese.
Passando al Lago Ceresio, risultano fortemente inquinati il punto in provincia di Como alla Foce del fiume Telo di Osteno, che negli ultimi due anni era tornato nei limiti, e il punto alla Foce del Rio Bolletta nel Comune di Porto Ceresio (Va), l’anno scorso giudicato “inquinato”, ma con un passato recidivo di forte inquinamento. Sempre nel Comune di Porto Cesareo risulta inquinato l’ultimo punto monitorato alla foce del torrente Vallone, gli scorsi due anni precedenti giudicato “fortemente inquinato”.
“Ancora una volta i risultati delle analisi ci riconfermano una situazione di forte criticità dei soliti noti”, ha dichiarato Valentina Minazzi di Legambiente Varese. “In 10 anni di campionamenti – ha continuato Minazzi – i torrenti Boesio, Bardello e Acquanegra rimangono ricettori di acque inquinate che sfociano a lago. Così come sul Ceresio. Una situazione intollerabile che sconta anche la pessima gestione dei fondi pubblici e le lentezze con cui negli anni ci si è mossi su un tema delicato e cruciale come è quello delle acque superficiali. Ci auguriamo – ha concluso la Presidente di Legambiente Varese – che da qui in poi si cambi rotta e si vada spediti verso una nuova amministrazione delle acque pubbliche varesotte”.