Si sono tenute ai Giardini Ramelli di via Pinturicchio le commemorazioni, con la deposizione delle corone anche del Comune di Milano davanti al cippo in ricordo di Sergio Ramelli, lo studente militante del Fronte della Gioventù ucciso a Milano 49 anni fa.
Il diciannovenne morì il 29 aprile 1975 per le ferite riportate dopo aver subito un’aggressione, il 13 marzo, da parte di un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare.
Alla cerimonia, oltre ad esponenti e politici della destra locale e cittadina, hanno preso parte il sindaco Giuseppe Sala, che ha deposto la corona del Comune, e il presidente del Senato Ignazio La Russa.
“Io ci ho sempre tenuto a questo momento ma non solo perché è giusto ma anche perché tutte le nostre storie personali, di quelle della mia generazione, sono state attraversate da quei momenti – ha affermato a margine della commemorazione il sindaco Sala -. Io me li ricordo bene quegli anni e sono stati anni terribili. A volte vediamo i problemi che ci sono oggi, e ce ne sono tanti, ma quelli sono stati anni veramente terribili. In particolare l’omicidio di Ramelli era stato molto grave. Poi il tempo restituisce dimensioni e anche una visione corretta delle cose. In maniera bipartisan credo che la memoria di Ramelli sia stata ricordata.
Ieri stavo rileggendo qualcosa su quegli anni e per esempio c’è un ricordo di Veltroni che ricostruisce il clima, insieme ad altri, e la figura di questo povero ragazzo. Quindi io sono qua con convinzione e perché credo che sia giusto, ma anche con partecipazione”.
Il presidente del Senato La Russa ha così ricordato Ramelli: “Per chi come me c’era in quel 1975, questa è sempre una giornata che ti crea forti emozioni. Quel 29 aprile arrivò la notizia che Sergio non ce l’aveva fatta, una di quelle cose che ti toccano e che ti rimangono addosso per sempre, quando hai un giovane amico…l’avevo visto l’ultima volta al cinema tre giorni prima della morte, venne a salutarmi e poi non l’ho più visto. Non ero andato a trovarlo in ospedale perché non volevo vederlo in quelle condizioni. Poi, per anni, siamo stati vicini alla madre che ha sempre predicato amore e ripudiato ogni espressione di odio e vendetta. Neanche nei confronti di chi gli aveva ucciso il figlio. Dopo gli anni in cui era difficile celebrarlo, oggi per fortuna viene anche il sindaco”.
«Questo pomeriggio, insieme al presidente del Senato Ignazio La Russa, al Sindaco di Milano, a europarlamentari, sottosegretari, senatori, parlamentari, assessori regionali, consiglieri regionali, comunali e di Municipio di Fratelli d’Italia e ad altri rappresentanti delle Istituzioni locali milanesi, ho partecipato alla commemorazione per Sergio Ramelli ai Giardini di via Pinturicchio a lui dedicati e per Enrico Pedenovi al monumento di via Lombardia 66 a Milano perché il palazzo alle spalle non volle nessuna targa sullo stesso. Era importante che il ricordo Istituzionale di questi due uomini, fosse rinnovato anche quest’anno. Sergio Ramelli è ricordato dai tanti giovani di destra come un simbolo perché fu ammazzato ad appena 18 anni a pochi metri da casa sua, a colpi di chiave inglese, per la sola colpa di aver scritto un tema all’istituto Molinari in cui denunciava i crimini delle Brigate Rosse, che negli anni Settanta avvenivano anche a Milano. L’anno prossimo ricorrerà il 50° anniversario della sua uccisione. Sia per lui che per Pedenovi il Comune deve intitolare due vie cittadine. Ne parlerò con chi di dovere nei prossimi giorni affinché venga fatta una proposta per le due intitolazioni. Nel 2005 intitolai, con la Giunta Albertini, a lui il Parco di via Pinturicchio e in via Lombardia una targa per Pedenovi. Ora tocca a Sala»: lo ha dichiarato il Deputato di Fratelli d’Italia, ex vice Sindaco delle Giunte di centrodestra milanesi, Riccardo De Corato, sulle commemorazioni odierne per Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi.
“La fascia non la metto nemmeno per esempio quando vado alla commemorazione di Brasili o Amoroso. La uso veramente poco, vengo tutti gli anni in maniera convinta”. Così il sindaco Giuseppe Sala, a margine della commemorazione di Sergio Ramelli, ai Giardini Ramelli di via Pinturicchio, ha risposto alle parole del presidente del Senato Ignazio La Russa, che ha detto di augurarsi che il sindaco prima della fine del mandato partecipi alla commemorazione con la fascia tricolore. “Ogni anno succede – ha risposto Sala – Ci sono sindaci che la fascia la mettono tantissimo, io la metto pochissimo”.
“Oggi ricordiamo Sergio Ramelli ed Enrico Pedenovi, vittime innocenti della furia ideologica dell’estrema sinistra. Una ferita ancora aperta che ci riporta alla tragedia nazionale degli anni di piombo, quando i giovani appartenenti alla destra storica italiana dovettero lottare strenuamente per difendere le proprie idee e opporsi, quasi da soli, alla cultura politica della sinistra allora imperante”: lo afferma l’assessore regionale alla Sicurezza, Romano La Russa in occasione delle cerimonie in memoria di Sergio Ramelli e di Enrico Pedenovi. “Il loro ricordo è ancora vivo e deve essere un monito per le nuove generazioni affinché non si ripeta mai più ciò che è accaduto”, prosegue. “Sergio Ramelli era soltanto un ragazzo quando venne massacrato a colpi di chiave inglese da un gruppo di militanti di Avanguardia operaia il 13 marzo del 1975 per la sola colpa di aver scritto un tema sui crimini delle Brigate Rosse. Morì in ospedale dopo 47 giorni di agonia, il 29 aprile. Aveva appena 18 anni – aggiunge La Russa -. L’anno dopo, la mattina del 29 aprile del 1976, Enrico Pedenovi, membro del Movimento sociale italiano, persona mite e di grande cultura che mi ha onorato del suo affetto, fu ucciso barbaramente da un gruppo paramilitare di estrema sinistra legato a Prima Linea. Poche ore dopo avrebbe dovuto partecipare alla commemorazione del giovane Ramelli”.
Sono in centinaia i militanti di destra presenti al corteo per Sergio Ramelli, appena partito da piazza Gorini e che si concluderà davanti al murale in via Paladini dedicato al giovane ucciso nel 1975 da un gruppo di militanti della sinistra extraparlamentare legati ad Avanguardia operaia.
Schierandosi gli organizzatori hanno sollecitato i partecipanti a marciare ordinati per ricordare Ramelli, Enrico Pedenovi, consigliere del Msi della Provincia di Milano ucciso anche lui da terroristi di sinistra nel 1975 e Carlo Borsani, esponente di spicco della Repubblica Sociale Italiana ucciso nel 1945.
Alla testa del corteo un grande striscione con la scritta “Onore ai camerati caduti” e la corona, portata da due militanti, che sarà deposta davanti al murale in via Paladini a Ramelli. (MiaNews)