Si chiude oggi con l’evento “Le svolte giuste – Il punto di vista dei territori sul futuro della transizione ecologica in Italia”, il percorso di ascolto degli stakeholder nei territori in cui il Gruppo A2A opera, svoltosi tra giugno e settembre 2021. I risultati di questo percorso sono stati commentati dal Presidente di A2A, Marco Patuano, dal Ministro per le pari opportunità e la famiglia, Elena Bonetti, e da un panel di esperti, a cominciare da Jeffrey Sachs, economista statunitense, presidente dell’UN Sustainable Development Solutions Network (SDSN) e direttore del Center for Sustainable Development della Columbia University.
“Il sesto assessment report dell’IPCC – Intergovernamental Panel on Climate Change – conferma che senza una decisa svolta sulla decarbonizzazione subiremo le gravi conseguenze del climate change. L’Earth Overshoot Day, il giorno in cui la Terra esaurisce le proprie risorse rigenerabili, si avvicina sempre di più: quest’anno in Italia è stato il 13 maggio. Da queste consapevolezze e con la volontà di dare un contributo allo sviluppo sostenibile, A2A ha disegnato nel 2021 il suo piano strategico decennale che prevede investimenti per 16 miliardi di euro su transizione energetica ed economia circolare” – ha commentato Marco Patuano, Presidente del Gruppo – Completare la transizione ecologica è una priorità globale, ma si tratta di una sfida di fronte a cui aziende e istituzioni non possono ambire a farcela da sole. In questo scenario si colloca il progetto ‘Le Svolte Giuste: il Punto di vista dei Territori sul futuro della Transizione Ecologica In Italia’, perché i territori sono fondamentali ed è cruciale coinvolgerli e ascoltarli. Metterne a fuoco le specificità, la predisposizione al cambiamento e il profilo culturale, infatti, è il punto di partenza per individuare le leve abilitanti più adatte a disegnare una transizione ecologica ‘su misura’”.
Da queste considerazioni sono nati gli incontri “I Territori della sostenibilità”, un percorso di ascolto e dialogo, realizzato con il supporto di The European House-Ambrosetti, in 6 territori dove A2A è presente (Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Valtellina e Valchiavenna, Bergamo, Brescia e Milano).Il progetto parte dalla consapevolezza che la transizione ecologica pone aziende, istituzioni e territori di fronte a delle scelte, veri e propri bivi. Gli incontri si sono focalizzati su 10 “Svolte Giuste” da intraprendere per favorire la transizione ecologica: scelte e bivi che sono stati sottoposti agli stakeholder di ciascun territorio per indicare la strada da intraprendere per il futuro.
Le decisioni hanno riguardato: Innovazione Tecnologica vs Comportamenti Individuali, Generazione Z vs Boomer, Istituzioni vs Stakeholder, Smart Cities vs Smart Land, Cambiamenti Radicali vs Cambiamenti Incrementali, Pubblico vs Privato, Ambiente vs Società, Filantropia vs valore condiviso, Crescita vs Decrescita e infine Decisione collettiva vs Decisione dei competenti. Transizione ecologica e stakeholder di A2A Dall’analisi è emerso che gli stakeholder di A2A sono futuristi, proiettati verso l’innovazione tecnologica (per il 60,4%), pur consapevoli che l’implementazione delle innovazioni non sarà possibile senza il contributo dei comportamenti individuali, e molto attenti ai diritti delle nuove generazioni (per il 92%). Sono accoglienti più che esclusivi, ovvero convinti che le decisioni necessarie a promuovere la transizione ecologica vadano prese coinvolgendo tutti gli attori (per il 73,7%) e non solo le Istituzioni. Inoltre si dimostrano focalizzati sulla tutela dell’ambiente (per il 73,5%), delle sue risorse e della biodiversità, anche a scapito dei bisogni della società. Infine, gli stakeholder coinvolti sono più prudenti che rivoluzionari: per raggiungere gli obiettivi di sostenibilità, si orientano verso i cambiamenti incrementali (per il 70%), piuttosto che verso i cambiamenti radicali, che rischiano di creare spaccature e conflitti nella società. A valle del percorso realizzato, A2A ha sintetizzato alcuni spunti raccolti in 6 raccomandazioni per il futuro del Paese. Primo: sostenere l’innovazione tecnologica nei settori ad alto impatto ambientale L’innovazione tecnologica può essere il volano per la crescita e per lo sviluppo di soluzioni che consentano di ridurre l’impronta ecologica delle attività economiche. Per favorirla sono necessarie sinergie tra le strategie di investimento pubbliche e private, sia nazionali che internazionali. Secondo: amplificare il cambiamento senza lasciare indietro nessuno Coinvolgimento, ascolto e dialogo sono fattori chiave. Scelte troppo affrettate potrebbero causare strappi sociali nel Paese, rallentando il ritmo del cambiamento. Terzo: coinvolgere nelle decisioni una platea sempre più ampia di interlocutori Far ricorso a strumenti e organi come la Commissione Nazionale per il Dibattito Pubblico, già oggi deputati al dialogo con gli stakeholder, potrebbe non essere sufficiente per promuovere la transizione ecologica. È quindi opportuno identificare e sviluppare nuovi processi e meccanismi di partecipazione. Quarto: favorire l’inclusione delle nuove generazioni nei processi decisionali Occorre ristrutturare i tradizionali processi decisionali per stimolare un maggior ascolto delle esigenze, un più ampio coinvolgimento e una progressiva responsabilizzazione delle generazioni più giovani. Quinto: rendere la trasparenza un tratto distintivo della transizione ecologica I cittadini hanno bisogno di ricevere informazioni sempre più chiare sulla transizione ecologica, così da coglierne i potenziali benefici in termini di sviluppo sociale e prendere parte attivamente al cambiamento. Sesto: promuovere il dibattito per la semplificazione normativa. La transizione ecologica richiede lo sviluppo di importanti infrastrutture che andranno approvate e realizzate rapidamente. A tal fine, è in corso un impegno diffuso di semplificazione normativa che, tuttavia, non può da sola risolvere le frequenti tensioni sociali legate all’approvazione di interventi infrastrutturali. È quindi cruciale promuovere partecipazione e coinvolgimento, due leve per aumentare la capacità del Sistema Paese di sviluppare le infrastrutture e per giungere a una piena condivisione della transizione ecologica e dell’impegno necessario a raggiungerla a tutti i livelli della società.
Dal percorso di ascolto degli stakeholder di A2A nei territori “sono emerse molte cose interessanti, ne sottolineo tre. Il ruolo della tecnologia, che è vista come il grande driver di questo cambiamento verso un mondo più sostenibile. Non possiamo continuare ad utilizzare le risorse del nostro pianeta nel modo in cui lo stiamo facendo e dall’altro lato non possiamo rinunciare ad un percorso di crescita stupendo della nostra società”. Lo ha detto il presidente di A2A, Marco Patuano a margine dell’evento dal tema “Le svolte giuste – Il punto di vista dei territori sul futuro della transizione ecologica in Italia”. Il presidente ha poi aggiunto “il secondo tema è chi deve essere coinvolto. Su questo abbiamo fatto una provocazione deve essere una responsabilità dei “baby boomer”, quelli che oggi hanno dai 50 ai 60 anni, o deve essere un tema che deve vedere la generazione Z? La generazione Z deve essere coinvolta di più, oggi parlano troppo poco, troppo raramente ma vuole dirci più cose. Il terzo tema è istituzioni o comunità. Chi deve prendere il pallino per far avvenire il cambiamento? Sicuramente le istituzioni ma le comunità e le collettività devono essere parte di questa equazione”, ha concluso.
“Tanti parlano, alcuni fanno. Il nostro ruolo è fare. Per fare occorre investire: noi abbiamo fatto un piano industriale che comprende 16 milioni di investimento sulla transizione energetica e l’economia circolare. Non sono soldi del Pnrr, ma dell’azienda, dei nostri investitori e azionisti. Questo è importante perché ognuno di questi miliardi corrisponde a un progetto, con degli obiettivi e dei tempi”. Lo ha detto il presidente di A2A, Marco Patuano a margine dell’evento dal tema “Le svolte giuste – Il punto di vista dei territori sul futuro della transizione ecologica in Italia”.(MiaNews)