Il consumo di suolo diminuisce nelle città, ma non sparisce, e si sposta lungo strade e autostrade: è questo il quadro che emerge per la Lombardia nella Giornata Mondiale del Suolo del 5 dicembre. A preoccupare di più è la cementificazione che avanza lontano dallo sguardo dei cittadini, in mezzo alle campagne e, soprattutto, lungo le nuove arterie.
«Sta diventando purtroppo sempre più chiaro quello che denunciamo da decenni» spiega Damiano Di Simine, responsabile scientifico di Legambiente Lombardia. «Nuove strade e autostrade sono un grande catalizzatore di crescita incontrollata di capannoni, soprattutto legati a funzioni di logistica e magazzinaggio. Grandi piastre di cemento che richiedono a loro volta nuove strade e raccordi, innescando un processo incontrollato che quasi mai riutilizza spazi già urbanizzati o capannoni dismessi, preferendo invadere centinaia di ettari di coltivazioni.»
Sono in particolare le nuove autostrade regionali, BreBeMi e Teem, che stanno trasformando il territorio in un rosario di piastre logistiche. A dimostrazione di un disastro dilagante e in continua espansione, il consumo di suolo intorno alla Brebemi tra il 2017 e oggi si aggira attorno ai 3.700.000 mq. Un fenomeno senza pari nella storia italiana. Oltre ai tanti interventi già realizzati, nuovi progetti stanno sbarcando tra la Martesana e la Bassa Bergamasca, coma a Calcio (BG) dove è in approvazione il nuovo (il terzo) polo logistico su un’area di 65.000 mq; alla vicina Cortenuova, dove in arrivo è l’interporto della multinazionale MSC che ha presentato un progetto di fattibilità al Comune per 330’000 mq di area agricola, e a Covo, dove il nuovo polo logistico potrebbe raddoppiare gli attuali 80000 mq di capannoni appena realizzati nel piccolo centro della pianura bergamasca. Ma il colpo grosso è quello tra Caravaggio e Treviglio, il cosiddetto ‘chilometro verde’, in cui il colore verde è quello di ben 800.000 mq di campi coltivati che scomparirebbero in un colpo solo. Anche nel Bresciano si segnalano progetti appena conclusi, come il nuovo polo logistico “Est.35” a Castrezzato su un’area di 190.000 mq o il nuovo polo di smistamento Amazon a Castegnato da 8.000 mq. Non vanno meglio le cose sul versante milanese del nuovo sistema autostradale: ai centri commerciali e alle logistiche sorte recentemente tra Pozzuolo Martesana e Vignate, rischia di aggiungersi un immenso capannone logistico che occuperebbe un’area verde di oltre 120.000 mq a Vaprio d’Adda, fortemente avversato dai comitati locali. Uno sviluppo logistico destinato a crescere e che vede l’area omogenea Adda Martesana parte integrante della ZLS (Zona Logistica Semplificata) controllata dall’Autorità portuale di Genova.
«Occorrono regole diverse per arginare i comportamenti predatori dell’immobiliare logistico e commerciale, che prende di mira soprattutto piccoli comuni dotati di grandi superfici agricole, con grandi promesse di entrate finanziarie e benefici occupazionali» dichiara la presidente di Legambiente Lombardia Barbara Meggetto. «Questi sviluppi immobiliari devono essere sottratti alle aree coltivate per essere ricompresi in una pianificazione territoriale che punti a rivitalizzare aree industriali dismesse, anche se ciò può comportare maggiori costi e complessità progettuali.»
Un’inversione di rotta di oggi indispensabile, perché senza salvaguardia del suolo non sarà possibile vincere né la sfida per salvaguardia della biodiversità né quella del contrasto alla crisi climatica.