“Centinaia tra i 7mila dipendenti comunali posti in smart-working sono ancora oggi impossibilitati a svolgere le proprie mansioni visto che l’Amministrazione Comunale non ha ancora fornito strumenti adeguati. Lavoratrici e lavoratori si sono dovuti comprare pc e connessioni a banda larga senza nessun rimborso e i software messi a disposizione, come accade nei settori Urbanistica o Educazione, sono poco intuitivi e stanno provocando enormi problemi pratici”.
Lo afferma il candidato sindaco di Milano in Comune e Civica AmbientaLista Gabriele Mariani. “Nonostante tutti i problemi e l’umiliazione subita per bocca del sindaco Beppe Sala che li accusava di “non voler uscire dalla grotta” il disastro completo è stato evitato ancora una volta dalla buona volontà delle lavoratrici e dei lavoratori, che hanno fatto l’impossibile per garantire la continuità dei servizi”, aggiunge Mariani.
“E’ incredibile che a un anno dall’inizio della pandemia vi siano ancora persone che non possono lavorare da casa visto che l’amministrazione non li ha dotati di strumenti di lavoro. Una situazione inaccettabile che sommata alle lungaggini dei colloqui su prenotazione, provoca ritardi enormi specie nelle Direzioni Urbanistica (i bonus 110% sono al palo) e Servizi al Cittadino, causando un grave danno non solo alle cittadine e ai cittadini, ma alla stessa economia di Milano”.
Per il candidato sindaco di Milano In Comune e AmbientaLista: “Non è una questione di risorse ma di volontà politica. Infatti in un anno di smartworking più di 6000 dipendenti comunali non hanno fruito del buono pasto, degli straordinari, dei progetti e indennità legati alla presenza fisica in servizio. Un gran risparmio per le casse del Comune sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori. Il Comune deve investire per fornire e modernizzare le dotazioni e velocizzare la macchina comunale oggi bloccata e per garantire i diritti al proprio personale”.(MiaNews)