Medico aggredito al Policlinico, fratturato femore in 3 punti

Un medico del Policlinico di Milano, 33 anni, è stato aggredito mercoledì pomeriggio nella struttura sanitaria meneghina dal figlio di una sua paziente, che l’ha colpito senza un motivo.

Improvvisamente, l’aggressore avrebbe avuto uno scatto d’ira e avrebbe iniziato a insultare il personale sanitario, per passare poi alle botte. Dopo aver buttato a terra il medico, l’uomo lo ha colpito a una gamba procurandogli la frattura del femore in tre punti, tanto che la vittima è stata subito operata nel suo stesso ospedale.

L’uomo che ha aggredito ieri al Policlinico un medico fratturandogli il femore in tre parti è un 56enne italiano, non residente a Milano, invalido civile al 100 per cento e in cura presso il CPS di Monza per disturbi del comportamento.

Il 56enne è stato individuato dai Carabinieri che, dopo l’emissione di un Tso e d’intesa con l’Autorità Giudiziaria, hanno applicato le misure cautelari e di sicurezza.

L’aggressione è avvenuta al termine di un lite in un reparto dove era ricoverata la madre dell’uomo.

UIL Milano Lombardia esprime la sua più profonda solidarietà al medico del Policlinico
di Milano che ha subito un’aggressione nell’esercizio delle sue funzioni. Questo atto di violenza è inaccettabile e richiede una risposta forte e immediata.

Nessuna disfunzione o ritardo del sistema sanitario può mai giustificare la violenza verso gli operatori sanitari.

Questi professionisti non hanno alcuna responsabilità per le scelte politiche che possono portare a tali disfunzioni. È l’assessore al welfare della Regione Lombardia che deve rispondere di queste decisioni.

Chiediamo al Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliera di attivarsi immediatamente per garantire tutto il supporto legale, morale necessario al medico coinvolto. È fondamentale che i nostri professionisti sanitari siano protetti e sostenuti quando si trovano ad affrontare atti di violenza nel corso del loro lavoro.

Purtroppo non c’è pace alle aggressioni negli ospedali nei confronti di quel personale che solo tre anni fa era considerato eroico e che ora è oggetto delle frustrazioni e della rabbia ignorante della gente.

Inoltre, chiediamo al Direttore Generale di valutare se ci sono gli estremi per costituirsi parte civile in questo caso.

È importante che l’azienda dimostri la sua determinazione a difendere i diritti e la sicurezza dei suoi dipendenti.

La UIL Milano Lombardia continuerà a monitorare attentamente la situazione e a sostenere il medico e tutti i lavoratori del settore sanitario. Non possiamo e non dobbiamo tollerare atti di violenza contro coloro che lavorano per garantire la nostra salute e il nostro benessere.