Il presidente Attilio Fontana e l’assessore Elena Lucchini hanno aperto i lavori dell’incontro ‘Non sei da sola!’, svoltosi oggi a Palazzo Pirelli, deponendo un giglio bianco, simbolo di purezza e di candore, sulla panchina rossa che, dal 2018, è diventata testimonianza diretta dell’impegno di Regione Lombardia per contrastare il fenomeno della violenza sulle donne.
“Un gesto sentito e dovuto – hanno spiegato Fontana e Lucchini – per onorare la memoria e il sacrificio di Giulia Cecchettin e delle troppe donne colpite da questa gravissima piaga sociale”.
Un impegno, quello della Regione, che trova riscontri attraverso numerose azioni concrete. Quasi 10 milioni, fra fondi statali e regionali, messi a disposizione dei 54 Centri antiviolenza e della 141 case rifugio e di accoglienza. Un nuovo protocollo con l’Ordine degli avvocati di Milano e con l’Unione Lombarda degli ordini forensi (sottoscritto oggi) che vede come azione innovativa, l’estensione del gratuito patrocinio a ipotesi non previste attualmente da quello a spese dello Stato. L’avvio della sperimentazione per volta ad assegnare alloggi Aler alle vittime di violenza. Il bando rivolto al sistema universitario per formare le nuove generazioni. E ancora il rafforzamento della sinergia con le reti e le associazioni del terzo settore per migliorare i servizi sul territorio.
Sono solo alcuni degli interventi messi in campo dalla Regione nell’ultimo anno che testimoniano l’impegno di Palazzo Lombardia contro il fenomeno della violenza sulle donne. Occasione per fare il punto della situazione, è stato il grande evento ‘#Non sei da sola!’ organizzato oggi a Palazzo Pirelli in vista della giornata internazionale contro la violenza di genere, che, ha sottolineato il Presidente lombardo Attilio Fontana “è una sconfitta della collettività e come tale va affrontata, con sinergia d’intenti fra tutti gli attori che possono incidere su prevenzione e contrasto”.
PRESA IN CARICO INTEGRATA – Una collaborazione che, nel contesto lombardo, hanno sottolineato il governatore e all’assessore alla Famiglia, Solidarietà sociale, Disabilità e Pari opportunità, Elena Lucchini, “è già radicata grazie all’instancabile impegno delle Forze dell’ordine, del Terzo settore e degli Ordini professionali. Guardando alle azioni concrete Regione Lombardia con le ‘politiche di parità 2020-2023’ favorisce la presa in carico integrata e l’attivazione tempestiva dei servizi. Con la legge sanitaria, abbiamo delineato un sistema territoriale caratterizzato da centralità della domanda, prossimità, accessibilità, trasversalità e multi-professionalità della presa in carico”. “In ogni caso – hanno evidenziato – hanno ricordato il presidente Fontana e l’assessore Lucchini – restiamo più che mai convinti, anche alla luce dei recentissimi e gravissimi fatti di cronaca, che siano necessari interventi multidisciplinari e integrati, attraverso la collaborazione di tutti gli attori che concorrono per specifiche competenze a contrastare questa tremenda piaga sociale”.
L’ACCORDO CON GLI AVVOCATI – “La collaborazione con Regione Lombardia si rinnova di anno in anno dal 2014, portando avanti un impegno e una responsabilità che ci vede insieme in prima fila a sostegno e a tutela delle donne vittime di violenza. Un’azione che ha sempre visto anche la partecipazione del Tribunale di Milano oltre che dell’Unione Lombarda degli Ordini forensi, perché siamo convinti che solo con interventi mirati e integrati si può aiutare la donna ad uscire dalla spirale della violenza”, ha detto il presidente dell’Ordine degli Avvocati di Milano, Antonino La Lumia. |
COPERTURA SPESE LEGALI – “Continueremo a promuovere lo sviluppo della Banca dati specialistica e gli interventi di aggiornamento e formazione mirata rivolti agli avvocati lombardi. La grande novità del Protocollo, che riguarda la copertura da parte di Regione Lombardia delle spese di assistenza legale in sede penale e civile per le donne vittime di violenza nei casi in cui non operi il patrocinio a spese dello Stato, rappresenta un segnale molto forte per testimoniare la volontà di essere concretamente al fianco alle donne”, ha aggiunto il presidente dell’Unione Lombarda degli Ordini Forensi, Giovanni Rocchi.
I DATI ISTAT – Nel corso del convegno, cui ha preso parte anche il presidente del Consiglio regionale, Federico Romani, sono stati resi noti anche alcuni dati statistici sul fenomeno della violenza di genere.
La rilevazione effettuata riguarda il periodo 1° gennaio 2022 – 31 dicembre 2022 e ha interessato i 54 Centri Antiviolenza presenti nelle 27 reti territoriali regionali.
I dati raccolti fino ad oggi registrano un numero di donne in carico ai Centri Antiviolenza pari a 5.588.
Osservando le caratteristiche delle donne emergono i seguenti tratti del profilo:
– sono le donne occupate in forma stabile ovvero in forma precaria a rivolgersi più frequentemente ai servizi (56,13%);
– le vittime di violenza possiedono un titolo di studio medio o medio alto. Nel complesso le donne in possesso di un titolo di studio di scuola secondaria superiore (43,94%) e di laurea (18,61%) costituiscono più della metà dei casi e il dato nel tempo, il livello di scolarizzazione tende a crescere;
– in relazione allo stato civile, la condizione di nubile è quella che caratterizzata la maggioranza delle donne (42,26%) seguita da quella di moglie (39,52%).
– la fascia d’età maggiormente interessata è quella compresa tra i 35 e i 44 anni di età (29,74%) e tra i 25 e i 34 (22,54%);
– il 63,61% delle donne è cittadina italiana, mentre il 32,01% proviene da Paesi che non sono parte della UE, il 4,28% ha la cittadinanza di un paese dell’Unione;
– il 64,29% delle donne prese in carico ha figli minori.
Secondo i dati raccolti attraverso i flussi ISTAT le forme di violenza subite sono multiple e hanno riguardato soprattutto la violenza psicologica, corrispondente al 32,34% delle tipologie di violenza riferite in fase di contatto dalle donne prese in carico nel periodo di riferimento. Seguono, in termini di incidenza, la violenza fisica (26,64%), la minaccia (14,20%) la violenza di tipo economico (12,74%) e lo stalking (7,37%)
I maltrattamenti nascono per lo più in contesti familiari: sono infatti i mariti (32,54%) ad essere indicati dalle donne prese in carico come gli autori delle violenze, a cui seguono i conviventi (14,65%) e, successivamente gli ex-conviventi (9,83%).
Con riferimento ai servizi erogati, al primo posto come richiesta vi è quello di ascolto (27,89%) seguito dall’accoglienza (24,95 %) e dalla consulenza legale e dal supporto al percorso giudiziario (12,73%).
Da ultimo si dettaglia il profilo dell’autore della violenza da cui si evince che nel 32,54% dei casi è il coniuge e, nel 14,65% dei casi, l’autore è il convivente. (LNews)