È stata una notte di paura quella dello scorso 6 maggio all’ospedale Niguarda di Milano. Un turno iniziato normalmente e terminato con il Pronto Soccorso preso d’assalto da persone armate e il personale sanitario per alcuni interminabili minuti rimasto solo a gestire la crisi, a rischio della vita.
L’episodio: sabato scorso in Ps arriva una donna con una ferita d’arma da fuoco. Viene immediatamente presa in carico e assistita, spostata in rianimazione anche se risultata poco dopo fuori pericolo. Sempre in area emergenza, arriva un paziente, con un forte dolore toracico. Mentre medici, infermieri e operatori sanitari cercavano di offrirgli la migliore assistenza, emerge il collegamento tra i due pazienti. Nel giro di circa un’ora e mezza, infatti, le famiglie di entrambi si presentano armate in Pronto soccorso (mostrando le armi al personale sanitario e alle ottanta persone in sala d’attesa), dichiarando di essere venuti per “finire il lavoro che avevano iniziato”. I due gruppi, in lite tra loro, dopo aver minacciato il personale sanitario si sono spostati litigando e iniziando una rissa nel cortile dell’ospedale.
Sino a circa due settimane fa all’interno del Pronto soccorso del Niguarda esisteva un presidio della Polizia di Stato. È stato smantellato e oggi la sicurezza dovrebbe essere garantita da una sola guardia giurata che ha però l’obbligo di girare anche nei reparti. Lasciando di fatto spesso scoperta l’area di emergenza-urgenza.
Le forze dell’ordine ci hanno messo circa 30 minuti ad arrivare.
È del settembre 2022 la delibera con cui Regione Lombardia stanziava 4 milioni di euro sulla messa in sicurezza dei Ps. Veniva presentata così dall’assessore alla Sicurezza: “Queste determinazioni sono necessarie per aumentare il livello di sicurezza dei Pronto Soccorso della Lombardia” e ancora: “la Direzione generale Welfare, infine, promuoverà lo sviluppo e l’adozione di protocolli d’intesa con gli Uffici territoriali del Governo, al fine di potenziare la collaborazione con le Forze di Polizia”. Dove sono finiti quei soldi, dove sono questi protocolli? Perché i lavoratori non li vedono ma conoscono invece fin troppo bene la paura.
Mimma Sternativo, segretario generale Fials Milano area metropolitana e membro dell’Osservatorio nazionale sulla sicurezza degli esercenti le professioni Sanitarie e socio-sanitarie: “Le aggressioni e minacce nei confronti del personale sanitario nel triennio 2019-2021 sono state 4.821, per una media di circa 1.600 l’anno. II 37% è concentrato nel settore dell’assistenza sanitaria (dati nazionali). Abbiamo scritto anche al Prefetto Renato Saccone. Sono entrati armati in un ospedale, ottanta pazienti in sala d’aspetto e operatori sanitari lasciati completamente soli. Aspettiamo il morto in prima pagina? Li abbiamo avuti, non ultima la dottoressa uccisa tragicamente da un paziente. La paura non può essere parte del mestiere. Ad oggi esser aggrediti lo è diventato. Basta!”
Alfonso Pontone, rappresentante sindacale Fials Milano al Niguarda: “Non può un’azienda come Niguarda, con un bacino d’utenza così importante, non avere come priorità la sicurezza dei propri Operatori e dell’utenza. Chiediamo che, nell’immediato, venga ripristinato il servizio di Polizia di Stato all’interno dei locali del Pronto Soccorso. Non ci fermeremo finché non potremo garantire un luogo di lavoro sicuro, un ospedale sicuro”.