Olimpiadi, GdF nella sde della Fondazione, 3 indagati per corruzione e turbativa d’asta

Inchiesta della procura di Milano sulla Fondazione Milano Cortina, l’ente che organizza i Giochi olimpici invernali del 2026.

Tre le persone indagate per corruzione e turbativa d’asta: gli ex manager della fondazione Vincenzo Novari e Massimiliano Zuco e l’imprenditore digitale Luca Tomassini.

Nessuna delle tre è un dirigente o dipendente attuale della Fondazione dove il Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di finanza di Milano ha effettauto perquisizioni e acquisizioni dei sistemi informatici.

Sequestri, da quanto si apprende, anche in una società di Orvieto a cui sono stati affidati i servizi digitali per le Olimpiadi invernali e in alcuni uffici Deloitte, subentrata all’azienda umbra. L’operazione è coordinata dai pm Francesco Cajani e Alessandro Gobbis e dalla procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano.

“Ne siamo stati informati come voi, aspettiamo di capire. La Guardia di Finanza fa un lavoro egregio e ha il nostro sostegno. Ora vediamo le risultanze dell’indagine che non è mai motivo di soddisfazione e orgoglio, ma nemmeno di preoccupazione”, ha detto il ministro per lo sport e per i giovani, Andrea Abodi, a margine dell’incontro con il Roma Club Gerusalemme. “La fondazione deve essere ed è una casa di vetro – ha aggiunto Abodi-. E chiunque voglia guardarci dentro deve trovare le risposte sulla trasparenza e sui comportamenti gestionali”.

Secondo quanto emerge nel decreto di perquisizione, emergono “profili di criticità quantomeno in relazione a tre affidamenti a Vetrya” in particolare sviluppo delle piattaforme web e mobile; servizi licensing Office 365, hosting in cloud e operation; implementazione Microsoft Azure information protection – operati da Fondazione tra il marzo 2020 e il gennaio 2021 (e successivamente gestiti da Quibyt, dopo la messa in liquidazione di Vetrya)”.

La procura di Milano sottolinea come Zuco sia “sempre attivo in interlocuzioni con Tomassini in palese violazione degli elementari criteri di trasparenza ed imparzialità nella aggiudicazione di gare pubbliche”. Mentre, nello stesso periodo, emerge “come altrettanto significativa una e-mail inviata all’interno di Vetrya nella quale si legge ‘Entro domani sera cerchiamo di avere un importo da trasferire a Zuco’”.

E ancora la Guardia di finanza di Milano segnala ulteriori elementi di criticità in conversazioni nelle quali Zuco “per interessi di carattere personale non altrimenti giustificabili nell’esercizio delle sue funzioni pubblico gestito – a livello tecnologico – sempre da Vetrya, avesse la meglio sull’altro (in violazione dell’idea stessa di una ‘giuria popolare’ alla quale fosse deputata, in via esclusiva, la scelta del logo)”.

Nel decreto di perquisizione si fa riferimento anche alla nomina di Zuco. In conversazioni WhatsApp, che risalgono al novembre 2019, “Tomassini faceva riferimento a propri pregressi rapporti con Novari (con cui ha rapporti di vecchia data, ndr)”, inviando all’amico Zuco lo screenshot di una conversazione, in cui “già riferiva di essere intervenuto al fine di consentire il proprio inserimento lavorativo nel comitato organizzatore delle Olimpiadi”, di prossima costituzione.

“Nomina che effettivamente è avvenuta, tramite l’intervento di Novari (amministratore delegato della Fondazione Milano Cortina 2026 dal 9 dicembre 2019), nel ruolo di direttore tecnico dei servizi digitali (Digital director) con un compenso complessivo per Zuco di 857.732 euro dal 2020 e il 2022 e con assegnazione di auto Smart, fin dal novembre 2019, pagata direttamente da Tomassini tramite Vetrya per le ‘cortesie’ fatte ‘ultimamente’ (così si esprime in chat lo stesso Tomassini) e venendo così investito da Novari, dapprima di fatto e successivamente con delega formale, a stipulare contratti ed effettuare affidamenti per conto dell’Ente nell’ambito del settore tecnologico/digitale”.