intervista a Stefano Vergani – Presidente del Comitato Nazionale per la prevenzione dei crimini alla guida ( presidenza@prevenzionecriminiguida.org )
D Presidente Vergani, finalmente la vs. lotta ha dato i suoi primi frutti. Oggi al Senato è passata la procedura d’urgenza che equipara il reato di omicidio in “navigazione”all’omicidio stradale. Un decreto legge che era stato richiesto a furor di popolo dopo il grave incidente nautico nel Lago di Garda che ha coinvolto i giovani Greta Nedrotti e Umberto Garzarella.E’ un primo passo ?
R –Sicuramente è un primo passo dopo le inerzie degli ultimi periodi, anche se la strada è ancora lunga e contorta, a volte anche apparentemente osteggiata come se dovesse proteggere interessilobbisitici. Lo abbiamo visto anche con la riforma del Codice Stradale e la riforma Renzi di qualche anno fa. Tanto rumore per nulla. Sicuramente ci sono stati inasprimenti delle pene (a fatti avvenuti) sullacarta…anche se i patteggiamenti e i solerti studi legali hannosempre poi fatto assist strategici a chi ha combinato gravi danni alle famiglie.
D – Lei che preside questo innovativo comitato nazionale è un ferreo sostenitore di strumenti ancora più adeguati per la prevenzione. Perché non si riesce a prevenire in modo efficace ? Perché nonostante tanto attivismo poi i numeri dei crimini stradali (e da oggi quelli nautici) crescono anziché diminuire ?
R – Perché i criminali (li chiamo così perché sanno benissimo di essere dei “killer” quando hanno in mano un mezzo che può causare la morte di persone innocenti) sanno che l’andazzo giurisprudenziale (anche in presenza di pene più severe) comunque consentirà alle difese di ottenere vantaggi impensabili per l’opinione pubblica. In qualche modo ci si salva sempre…con forti sconti di pena, con pene che mai sono comparabili ai lutti che causano (per sempre) alle famiglie a cui sottraggono i loro cari. In buona sostanza non c’è la percezione della certezza della pena.
D – Lei da sempre poi – da ex Carabiniere– quindi con il senso militare nel sangue – punta il dito sulla scarsa attenzione alla vera “prevenzione”.
R –Si. Certamente. Va bene fare lezioni nelle scuole ai giovani, va bene fare campagne informative territoriali o comunque di cinque matrici di indirizzo diverso…quello che manca è proprio il riuscire a bloccare il “killer” prima che possa compiere il reato. Partire dalla sua storia di guida (il Comitato parla della creazione di fascicoli personali accentrati, riscontrabili ed alimentabili dalle forze dell’Ordine e dai Comuni) percomunicare e sottrarre alla guida quei conducenti che mostrano segni di poca attenzione alle regole (ad es: uso del telefonino, velocità, rispetto della segnaletica, sorpassiazzardati,….) e che già hanno ricevuto sanzioni per comportamenti contrari agli ultimi codici della strada.Già con pene preventive (sanzioni economiche decisamente pesanti) o con sanzioni anche di resa del danno alla società (esempio: pulire le strade dai rifiuti gettati per settimane, occuparsi di sicurezza nelle strade molto trafficate)…per un certo periodo… possono diminuire la tendenza a sentirsi al di sopra della legge e a fare più attenzione alle regole…Un sistema che sia una matrioska delle pene…più in passato hai fatto del male…più la storia delle tue poche attenzione ti cagiona danni…fino ad obbligarti a non guidare più e ad avere ritirata per sempre la patente.