Con 23 favorevoli, 11 contrari (tra cui i due riformisti Daniele Nahum e Gianmaria Radice) il Consiglio ha approvato la mozione presentata dal consigliere Carlo Monguzzi sul riconoscimento dello Stato palestinese.
Il testo chiede che venga inoltrata al Governo italiano “la richiesta di riconoscimento dello Stato di Palestina come Stato sovrano e indipendente, conformemente alle risoluzioni delle Nazioni Unite, al diritto internazionale e alle indicazioni della risoluzione del Parlamento Europeo e di affermare la propria solidarietà al Popolo Palestinese e il suo diritto all’indipendenza e alla sovranità nazionale, oltre che a vivere in pace e ovviamente uguale solidarietà e diritti al popolo israeliano”. “Una mozione per la pace. Credo che allo stato attuale delle cose – ha affermato Monguzzi prima della votazione – sia il modo migliore, più efficace e pulito per arrivare alla pace duratura in quella travagliata parte del mondo. Credo che un pezzo importante sia il riconoscimento da parte dello Stato italiano dello Stato di Palestina come stato sovrano e indipendente, come il 70% delle Nazioni al mondo. Non vuol dire che questo sia contro qualcosa. Son stufo, come immagino voi, di morti, di bambini, sono stufo, basta, mettiamoci fine. E questo è un piccolo elemento per porre fine a questa cosa. Dice ‘uguale solidarietà e diritti tra il popolo palestinese e quello israeliano’. È stato un disastro totale tutto e bisogna fermarlo. Nel rispetto dei termini la cosa importante è che abbiamo bisogno di non vedere più quei servizi che parlano di bambini morti. 600mila bambini a Gaza come ci hanno detto le Nazioni Unite che non sanno più come mantenere, come dare l’acqua”. Hanno sostenuto la mozione nei loro interventi sia il capogruppo Pd Filippo Barberis che la capogruppo dei Riformisti Giulia Pastorella (che al momento della votazione non era più presente alla seduta).
“Credo che quest’aula si sia espressa più volte su questa vicenda – ha evidenziato Barberis – Il Consiglio ha preso una posizione netta e ferma di condanna di Hamas e del 7 ottobre, ha richiamato alla legittimità di una risposta di Israele ma nel rispetto del diritto internazionale e umanitario. Non accetto che si dica che c’è stata ambiguità perché c’è stato grande equilibrio e attenzione nel prendere posizione. Il riconoscimento dello Stato di Palestina porta con sé un messaggio politico profondo: che questo conflitto non può risolversi con la cancellazione di una parte sull’altra, da nessuna delle sue parti. Non è un atto semplicemente formale ed è questo che ci porta a votare a favore di questa mozione”.
Valore simbolico viene riconosciuto dalla capogruppo Pastorella: “Sono favorevole ma dentro questa mozione avrei messo una più ferma condanna di Hamas e un riferimento più chiaro a confini e accompagnamento del governo – ha affermato prima del voto – Tuttavia anche le azioni simboliche hanno un senso. In questo senso il simbolismo di riconoscere l’esistenza nell’ottica di due popoli e due Stati, credo che anche un piccolo passo simbolico di questo genere possa avere senso. Cerchiamo di aiutare il più possibile questo non Stato a diventare qualcosa di simile a un partner democratico e a non usare scudi umani”.
“Il problema è che Hamas vuole la cancellazione di tutti gli ebrei – ha denunciato il consigliere riformista Daniele Nahum – Forse dovrebbe essere l’Ue a riconoscere lo Stato palestinese. Forse dovremmo fare una mozione per il rilancio del progetto di pace senza Hamas come attore, su questo saremmo tutti d’accordo”.
Contrarie le opposizioni. Il capogruppo della Lega Alessandro Verri ha ricordato: “Il nostro partito è favorevole a due popoli, due Stati. Ma in questo momento la Palestina è governata da un gruppo terroristico, Hamas, e non può essere riconosciuta. Non possiamo andare a trattare con i terroristi. Dovremmo riconoscere uno Stato governato da terroristi che tengono in ostaggio cittadini israeliani? Oggi la Palestina con quali confini sarebbe riconosciuta? Visto che non sono ancora definiti. Bisogna prima creare le condizioni affinché si legittimi e riconosca uno Stato. Non possiamo votare a favore di questo odg così strutturato. Questa amministrazione non prende una posizione netta ma chiede al Consiglio di sostenere il riconoscimento di uno Stato governato da pericolosi terroristi? È un controsenso. Anzi sembra che l’amministrazione sia da una parte soltanto, anzi, dalla parte sbagliata. Siamo a favore dei valori liberali e della democrazia che contraddistinguono Israele, siamo per il riconoscimento ma non al fatto di legittimare l’azione terroristica di Hamas”.
“Non è più tollerabile l’antisemitismo che minoranze politicizzate stanno instaurando nel nostro Paese e nella nostra città. In questi giorni musicisti ebrei a causa di questo clima non possono esibirsi al Teatro Parenti di Milano, come denunciato da Manuel Buda e il suo gruppo KlezParade. Perfino all’interno del Pride gli ebrei LGBT della rete Keshet-Italia devono dare forfait. Chiedo quindi che soprattutto il mondo della sinistra – dal sindaco Sala alla segretaria PD Schlein passando per AVS e gli organizzatori del Pride – prenda una posizione ferma contro questi rigurgiti antisemiti sinistrorsi. La peggiore ideologia Propal sta imponendo a noi italiani di fede ebraica un regime di paura di cui siamo vittime grazie ai troppi silenzi delle istituzioni e della politica. Chi non alza la voce è complice”. Lo dichiara Davide Romano, direttore del Museo della Brigata Ebraica.(MiaNews)