Un incontro per riaffermare il no al taglio dei tigli dell’area verde di piazzale Baiamonti e per verificare se le modifiche richieste per il progetto del Museo della Resistenza siano rispettate. A organizzarlo questa mattina nel Giardino Lea Garofalo la Commissione consiliare congiunta Mobilità, Ambiente, Verde-Animali e Cultura.
“Qui si poteva fare una piccola variante al progetto e salvare tutti gli alberi. Invece, domani mattina, come ci ha detto la polizia e non la giunta comunale, butteranno giù due tigli” ha detto Carlo Monguzzi, capogruppo dei Verdi a Palazzo Marino e presidente della Commissione Ambiente. Presenti alla commissione, oltre alle associazioni Giardini in transito, Combattenti e Reduci e al Comitato Baiamonti Verde Comune, anche diversi cittadini.
Tra loro c’è chi ha chiesto le dimissioni dell’assessore al Verde Elena Grandi. “È stato uno dei più applauditi, segno che i cittadini sono arrabbiati” ha sottolineato Monguzzi, parlando dell’ultima informativa del Comune che “non solo non ci soddisfa, ma è assolutamente gravissima. Oggi avevamo invitato tutti i membri della giunta e tutti i dirigenti responsabili del progetto – ha spiegato – Non c’è stato nessuno. È una totale mancanza di rispetto, per i cittadini e per i consiglieri comunali. È assolutamente inaccettabile. Questo dovrebbe essere il Comune green, figuriamoci se fosse stato il comune del cemento”.
“Siamo di fronte a una giunta che si professa ambientalista, ma continua ad abbattere un albero dietro l’altro” è la stoccata di Samuele Piscina, consigliere della Lega, presente all’incontro. “Chiediamo alla giunta di ascoltare il Consiglio comunale e i cittadini, che con migliaia di firme, hanno chiesto che quest’area rimanga intoccata e che i tigli possano rimanere lì dove sono, perché sono un bene per la città” ha detto Piscina. L’abbattimento dei tigli “era evitabile, se le cose fossero state fatte per tempo e senza presappochismo”, ha spiegato Vincenzo Strambio, presidente dell’associazione Giardini in transito. Per Strambio il Museo della Resistenza è sicuramente importante ma “l’amministrazione è stata molto superficiale” perché il progetto “poteva essere fatto in un altro modo e meglio”, salvaguardando gli alberi. “Come viene fatto regolarmente in questa città – ha detto – la priorità è stata data alle costruzioni e il verde è considerato troppo spesso come un accidente che ostacola, che deve essere eliminato o arginato”.
“Siamo qui per dire che” l’abbattimento “si poteva evitare e che bisogna cambiare strada. Bisogna che il verde venga messo davvero al primo posto”. “Diciamo no al taglio dei tigli, no alla rovina del verde. No a una giunta che fa delle cose senza neanche considerare né i cittadini né i consiglieri”, ha detto Nunzio Taccardi, socio e gestore del Circolo combattenti e reduci, sottolineando che anche per i tigli “era previsto il salvataggio e non la distruzione. Così allo stesso modo per il nostro glicine, che però ormai è stato maltrattato al punto che è compromesso seriamente”.
“Mi domando chi è che governa questa città. Perché non è possibile avere delle garanzie che poi vengono disattese. È una domanda che sorge spontanea, guardando il glicine, che nonostante le promesse è stato massacrato, e guardando i tigli”. A dirlo è l’attore Giovanni Storti, presente all’incontro insieme ai cittadini. “Non sono ottimista – ha dichiarato l’attore – questa è una battaglia persa. Vedrete che faranno quello che vogliono”.(MiaNews)