Pile e RAEE: secondo un rapporto IPSOS, l’Italia è indietro nella raccolta differenziata

Un rapporto Ipsos realizzato per Erion riporta dati non proprio lusinghieri per il nostro Paese, i quali mostrano che la cultura del riciclo, quando si tratta di pile e RAEE, non è ancora radicata.

Il termine RAEE, acronimo di Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche, identifica tutti i rifiuti elettronici, dai computer agli elettrodomestici; insieme alle batterie, non solo quelle dei veicoli, ma anche quelle portatili, comprese le piccole pile AAAA, questi rifiuti necessitano di interventi particolari in fase di smaltimento, i quali consentono non solo di limitare la dispersione nell’ambiente di sostanze tossiche, ma anche di riciclare materiali importanti per la produzione di nuove apparecchiature o oggetti di varia natura.

Secondo lo studio, condotto su un campione di 1400 cittadini di età compresa tra i 18 e i 75 anni, in molti ignorano l’importanza di riciclare le apparecchiature elettroniche e le batterie, preferendo tenere in casa anche le apparecchiature danneggiate e le pile microstilo, ministilo e altre ormai esauste.

  • I dati dello studio IPSOS

Secondo i dati, il 40% degli intervistati afferma di avere in casa 1 o 2 dispositivi non più funzionanti e destinati allo smaltimento, mentre il 18% ne ha da 3 fino a 5; ben il 67% afferma invece di conservare apparecchiature non più utilizzate, ma non necessariamente rotte.

Per quanto riguarda i metodi di smaltimento, la maggior parte dei soggetti intervistati ha dimostrato di possedere le giuste competenze; l’81% sa infatti come devono essere smaltiti e solo il 4% afferma di gettarli nella raccolta indifferenziata. L’1% ha invece dichiarato di gettare pile e RAEE insieme alla plastica.

Da quanto risulta dallo studio, il 20% circa delle persone che hanno partecipato allo studio non è a conoscenza del potere inquinante di questi rifiuti.

  • Facciamo il punto sul riciclo delle pile

Tutte le batterie, anche le piccole pile microstilo aaaa e quelle a bottone, risultano fondamentali nella vita di tutti i giorni per garantire il corretto funzionamento di una vasta gamma di dispositivi tecnologici.

Indipendentemente dal fatto che siano di tipo ricaricabile o usa e getta, arriva il momento in cui non possono più essere utilizzate e diventa necessario smaltirle.

Secondo quanto dichiarato da Laura Castelli, dg di Erion Energy, nel corso di un’intervista pubblicata sul quotidiano online La Repubblica, ad oggi l’Italia è ancora molto indietro per quanto riguarda il riciclo delle pile, attestandosi su un 15/20% contro il 45% posto quale obiettivo dalle direttive dell’Unione Europea.

In molti casi il problema è direttamente correlato alla difficoltà, da parte degli italiani, di individuare punti di raccolta facilmente raggiungibili.

  • Pile e rifiuti RAEE: perché è importante riciclarli

Tenere in casa propria batterie esauste e apparecchi elettrici rotti o inutilizzati causa un enorme danno, bloccando il progresso e lo sviluppo di un’economia di tipo circolare, fondamentale per far fronte alla riduzione e alla difficoltà di reperimento delle materie prime, ma anche per limitare i danni ambientali.

Anche una semplice pila aaaa, per quanto sia piccola e apparentemente innocua, se abbandonata nell’ambiente può causare danni non da poco, mentre se smaltita in modo corretto può entrare nella catena del riciclo intelligente, fornendo materiali per la produzione di nuove pile e altri oggetti.