Il Cavalcavia Bacula, meglio conosciuto come Ponte della Ghisolfa, non cessa di essere terreno di scontro sulle politiche di mobilita sostenibile a Milano, citta da questo punto di vista sicuramente avanzata, ma con gravi problemi di sicurezza stradale.
Dopo le tenaci proteste degli attivisti e delle associazioni, riuniti sotto il motto “Non vediamo l’ora”, sostenute anche da Legambiente, per ridurre la pericolosita di un tratto di strada inserito nel PUMS ma ancora ostaggio di una pesante motorizzazione, Il Comune di Milano ha stanziato oltre un milione di euro per la realizzazione di una ciclabile quantomai necessaria.
Dalle ciclabili clandestine piu volte tracciate in questi anni per sollecitare l’amministrazione a prendere provvedimenti si passera dunque a una infrastruttura finalmente all’altezza del traffico esistente. Per questo il Comune di Milano ha previsto anche una sistemazione transitoria, per mettere in sicurezza il tracciato in vista del cantiere vero e proprio, essenzialmente con interventi di segnaletica orizzontale e verticale. È su quest’ultima che si e appuntato il parere negativo del MIT.
Si tratta dei noti cartelli con la scritta “ATTÈNZIONÈ! Strada frequentata da ciclisti” e l’indicazione grafica della distanza di rispetto da tenere. Sono cartelli ‘informativi’, ‘di attenzione’, frequentemente usati in tutto il paese, sicuramente opportuni sulla Ghisolfa, una ‘strada urbana interquartiere’ con il limite di velocita a 50 Km/h dove i cittadini in bicicletta sono poco protetti. In Italia sono stati diffusamente installati dalle amministrazioni locali proprio per aumentare l’attenzione e la sicurezza, anche in seguito alla campagna “Io rispetto il ciclista”.
Ci si chiede perche quindi proprio gli undici cartelli di questo tipo previsti sul cavalcavia siano stati negati, oltretutto per una sistemazione transitoria, se non per una ideologica presa di posizione, quando l’Italia ha una legge (Legge 2/2018) che annovera la promozione della ciclabilita nei compiti istituzionali, al pari delle altre modalita di trasporto. Un compito che Legge 2 ha infatti inserito nei principi generali del Codice della Strada (Art. 1)
“Piu che da una valutazione tecnica obiettiva, il parere negativo del MIT sembra riconducibile alla battaglia personale di Matteo Salvini contro la moderazione del traffico motorizzato nelle citta ,” spiega Federico Del Prete, responsabile mobilita e spazio pubblico di Legambiente Lombardia. “Il ministro dimentica che la promozione della ciclabilita , e non il contrario, e tra i suoi compiti. Ancor piu importante e , in assenza di ulteriori provvedimenti legislativi che speriamo vadano nella direzione giusta, tutelare la vita delle persone, indipendentemente dalla modalita di trasporto utilizzata.”