Disco verde del Consiglio dei ministri al testo che punta a introdurre il premierato in Italia. Il via libera all’elezione diretta del presidente del Consiglio è arrivato all’unanimità, il “testo è stato approvato così come è entrato, senza alcuna modifica”, spiega una fonte di governo all’Adnkronos.
“Sono molto fiera di questa riforma, confido in un consenso ampio in Parlamento, altrimenti chiederemo agli italiani” andando avanti “con il referendum. Noi abbiamo fatto quel che dovevamo fare, mettiamo gli italiani davanti a una grande rivoluzione” che “ci porta nella Terza Repubblica”, ha detto la premier Giorgia Meloni in conferenza stampa, spiegando che per lei si tratta della “madre di tutte le riforme che si possono fare in Italia”.
“La riforma che introduce l’elezione diretta del premier, garantisce due grandi obiettivi: il diritto dei cittadini a decidere da chi farsi governare, mettendo fine al gioco dei ribaltoni, ai giochi di palazzo o ai governi arcobaleno e tecnici, governi passati sulla testa dei cittadini per decidere cose che i cittadini non avevano chiesto”. La riforma poi “consente che chi governa possa governare con un’orizzonte di legislatura, dunque abbia 5 anni per realizzare un progetto e dare stabilità, una condizione sostanziale per garantire strategia e guadagnare credibilità” anche a livello “internazionale”. “Non a sta me ricordare – aggiunge – che in 75 anni di storia repubblicana abbiamo avuto 78 governi, con una vita media di un anno e mezzo”.
Secondo Meloni “tutti i politici italiani sono peggiori di quelli francesi e tedeschi” dove c’è maggiore stabilità di governo “oppure qualcosa non ha funzionato nel sistema. Quello che non ha funzionato è l’orizzonte di legislatura: quando è limitato si tende a privilegiare quello che torna in termini di consenso” in tempi brevi “piuttosto che una strategia” di lungo periodo. “L’assenza di stabilità crea problemi di credibilità a livello internazionale nella continuità dei nostri progetti e della nostra interlocuzione. Quando si ha un orizzonte di legislatura breve, un orizzonte di un anno e mezzo” questo “produce una debolezza strutturale della politica”.
“Credo che questa riforma sia fondamentale e lo dico anche a quelli che dicono che questo è un governo stabile e non è una priorità. Invece lo è proprio perché questo è un governo stabile e forte e noi abbiamo la responsabilità di cogliere questa occasione e porci il problema di quello che accadrà dopo e di risolvere i problemi strutturali della nazione”. Ed inoltre “se non fossimo il governo politico che siamo non avremmo la responsabilità di realizzare il nostro programma e noi vogliamo realizzarlo”.
Nella riforma costituzionale “viene prevista una norma antiribaltone“, per cui il presidente del Consiglio eletto “può essere sostituito da un parlamentare della maggioranza solo per realizzare le dichiarazioni programmatiche del presidente del Consiglio eletto. Può accadere una sola volta: fine dei Governi tecnici, dei ribaltoni, delle maggioranze arcobaleno”. La riforma prevede poi “l’abolizione dei senatori a vita” ad eccezione degli ex Presidenti della Repubblica e di quelli in carica. Una decisione, ha spiegato la premier, in linea con la riduzione del numero dei parlamentari.
Meloni ha poi assicurato che “il ruolo del Presidente della Repubblica viene considerato di assoluta garanzia, abbiamo deciso di non toccare le competenze del Presidente della Repubblica, salvo l’incarico del presidente del Consiglio che viene scelto dai cittadini”.
Il premier non è eletto a turno unico. La modalità del turno unico previsto nelle bozze inizialmente circolate sul disegno di legge costituzionale sul premierato, secondo quanto apprende l’Adnkronos è stata eliminata dal testo in Cdm per lasciare maggiore margine e flessibilità alla legge elettorale che fisserà le modalità e i dettagli della norma che stabilisce la elezione diretta.
Questa la sostituzione dell’articolo 92 della Costituzione: “Il Governo della Repubblica – si legge – è composto dal Presidente del Consiglio e dai Ministri, che costituiscono insieme il Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio è eletto a suffragio universale e diretto per la durata di cinque anni. Le votazioni per l’elezione del Presidente del Consiglio e delle Camere avvengono tramite un’unica scheda elettorale. La legge disciplina il sistema elettorale delle Camere secondo i principi di rappresentatività e governabilità e in modo che un premio, assegnato su base nazionale, garantisca il 55 per cento dei seggi nelle Camere alle liste e ai candidati collegati al Presidente del Consiglio dei Ministri. Il Presidente del Consiglio dei Ministri è eletto nella Camera nella quale ha presentato la sua candidatura. Il Presidente della Repubblica conferisce al Presidente del Consiglio dei Ministri eletto l’incarico di formare il Governo e nomina, su proposta del Presidente del Consiglio, i Ministri.”. (AdnKRonos)