Riformisti in cammino, l’incontro a Spazio Milano.

Giovedì 5 Maggio si è tenuto, presso il Centro Brera di Milano, l’evento dal titolo “2023: Riformisti in Cammino”, organizzato dall’Associazione Spazio Milano e al quale hanno partecipare la Sen. Simona Malpezzi (Senatrice del PD), l’On. Luigi Marattin (Presidente della Commissione Finanze della Camera), il dott. Emmanuel Conte (Assessore al Bilancio e Patrimonio immobiliare del Comune di Milano), la giornalista Sara Monaci (de Il Sole 24 Ore), la giornalista  Elisa Serafini (de Il Giorno, Forbes).

L’evento è stata un’occasione per riaprire il dibattito sul ruolo dei riformisti nel panorama politico italiano, sia alla luce della recente rielezione di Emmanuel Macron in Francia, sia per le imminenti elezioni amministrative e quelle politiche del 2023.

I contenuti dell’evento

E’ sin dalla sua fondazione che l’Associazione Spazio Milano organizza dibatti per stimolare il confronto all’interno dell’area liberal democratica. Anche ieri oltre 60 persone, nonostante il maltempo e l’assenza di elezioni imminenti, si sono radunate per ascoltare, fare domande e discutere insieme. Confermando la capacità di mobilitazione dell’associazione intorno a un’offerta di qualità che viene strutturata nel lavoro quotidiano.

Andrea Bonetti, Presidente di Spazio Milano, ha inaugurato il dibattito spiegando il senso dell’evento: “la nostra associazione è nata in un momento di crisi politica, quando forze sovraniste e populiste guidavano il Paese, e fu in quel contesto che noi abbiamo immaginato e voluto creare un luogo uno “spazio” , appunto, dove dar voce ai democratici, liberali e riformisti presenti nel panorama politico italiano; nella convinzione che sia dal dialogo tra di esse che possano scaturite le soluzioni per affrontare le questioni cruciali per il futuro del nostro Paese, marcando inoltre così la differenza rispetto alle proposte dei populisti e dei sovranisti. Ed effettivamente il tempo ci ha dato ragione, perché sia la formazione del governo Draghi, sia il seguito che si è creato attorno alle iniziative di Spazio, come dimostrato anche dagli ospiti di stasera, ci indicano che il modello proposto dalla nostra associazione possa effettivamente non solo fungere da luogo di dialogo, ma essere realizzato anche su scala nazionale. D’altronde, la rielezione del Sindaco Sala stessa dimostra l’efficacia del dialogo tra forze moderate, liberali e soprattutto riformiste”.

Successivamente ha poi preso la parola Francesco Caroli, quale moderatore della serata, che ha avviato il dibatto partendo dalle fibrillazioni a cui è soggetta l’attuale maggioranza di governo e chiedendo alla Senatrice Malpezzi la una sua opinione sul tema. “L’attuale maggioranza – ha detto Malpezzi – non è naturale ed è nata a seguito di una richiesta di emergenza che ci è stata fatta del Presidente della Repubblica, e quindi riunisce le forze attorno alla sua figura e quella del Presidente del Consiglio, su un programma governo che dovrebbe essere capace di far vivere il Pnrr e i vantaggi che esso apporterà”. E riguardo a quest’ultimo e il referendum del 2016, Malpezzi spiega come “in un governo dove si è chiamati i tempi così stringenti come quelli che il Pnrr ci impone, i provvedimenti sono così numerosi che spesso si affrontano in modo quasi monocamerale”. Ed in parte ciò spiega le frizioni in seno all’attuale maggioranza.

Partendo da queste considerazioni si è poi affrontato il tema dell’offerta politica e della legge elettorale attraverso la quale si sceglierà la futura maggioranza di governo. Per Luigi Marattin “la domanda politica non è più quella che è stata per decenni, forse persino per secoli. È successo qualcosa nella domanda politica. La divisione tra destra e sinistra nacque con la rivoluzione industriale, sul piano economico, mentre su quello politico con la rivoluzione francese. E penso che la globalizzazione abbia rappresentato un cambiamento strutturale, sia sul piano economico che politico, pari a quello della industrializzazione, e ciò ha determinato un cambio nella domanda democratica. Le persone oggi non chiedono più alla politica ciò che domandavano in passato, ma molti ancora non lo campiscono e ragionano ancora in termini di categorie che non esistono più, aiutate da una legge elettorale che cristallizza un bipolarismo che non rappresenta più niente”. La riflessione di Marattin si è poi articolata sul posizionamento del Partito Democratico e di Fratelli d’Italia, evidenziando come FdI ad oggi persegua battaglie più simili a quelle storiche della sinistra extraparlamentare e dei sindacati, ben esemplificate dall’opposizione alle legge Bolkestein, mentre il Pd abbia guadagnato consensi suggerendo tagli alle tasse, riduzione del potere dei sindacati e dei magistrati. “Rendiamoci conto dell’attuale domanda – prosegue Marattin – e quindi costruiamo l’offerta. Non si può fare a meno del cambiamento della legge elettorale e non è detto che debba essere necessariamente proporzionale. In Italia abbiamo sempre costruito l’offerta politica a seconda alla legge elettorale, ma dovrebbe essere il contrario. Ad esempio, se l’offerta politica è quella attuale, per via della domanda, non c’è a disposizione solo il proporzionale, ma anche un doppio turno alla francese”. La scelta è quindi sia tra il modello elettorale più funzionale alla società, francese o tedesco, sia in relazione al tipo di democrazia che vogliamo. In breve, per Marattin dobbiamo rispondere innanzitutto a questa domanda: “che tipo di democrazia vogliamo essere? Maggioritaria, dove la governabilità prevale sulla rappresentanza, o una democrazia proporzionale, dov’è la rappresentanza o l’identità con una forza politica a prevale sulla governabilità?”.

E sul confronto tra il sistema elettorale italiano e quello di altri paesi europei è iniziato un dibattito vivace, che ha coinvolto anche la giornalista del Sole 24 Ore, Sara Monaci: “quello che dice Marattin (sull’apertura al modello francese) in parte lo condivido, ma il modello francese è sì affascinante, ma non del tutto calzante perché la Francia è innanzitutto Parigicentrico, mentre in Italia abbiamo tantissimi campanili e regioni ed ognuno vuole dire la sua. Pertanto il paragone Francia-Italia risulta forzato”. Sara Monaci è poi ritornata sulla genesi del maggioritario italiano, dalla sua nascita, con tangentopoli e la fine della prima Repubblica, ai giorni nostri. “In Italia la traduzione del maggioritario è tutti insieme contro un nemico ed è un vizio italiano, che in parte viene usato anche per alimentare il dibattito politico: c’è un leader e l’antagonista. Inoltre in Italia il maggioritario è stato di fatto tradito (nelle sue applicazioni) in un aspetto essenziale: nella connessione tra candidato e territorio. Ma non c’è stato nulla di tutto questo”.

E dal piano del sistema elettorale, il dibattito si è poi spostato sui cambiamenti che nelle ultime decadi hanno riguardato la nostra società. La giornalista Elisa Serafini ha ricordato come “la globalizzazione ha una grande capacità che è quella di permettere la crescita esponenziale delle best practice, dal vaccino alla cultura, e ci ha consentito di imparare da tutto il mondo; e questa è l’unica vera differenza rispetto a 150 anni fa: la velocità di creazione del know how. Tuttavia, l’Italia non ha sfruttato a pieno questa potenzialità dal punto di vista delle riforme pubbliche, anche se siamo ancora in tempo per trarre vantaggio dal modello della globalizzazione, di replicabilità delle buone pratiche, nel mondo pubblico”. Elisa Serafini ha poi ricordato come sia possibile gestire l’immigrazione attraverso un accesso controllato, in modo da ridurre gli effetti del calo demografico e incentivare quei modelli, come gli ITS lombardi che funzionano. “Uno stato evoluto – dichiara Serafini – acclama i vincitori (della globalizzazione) e accompagna i vinti verso una ristrutturazione. D’altronde arriveranno sempre delle innovazioni tecnologiche che metteranno fuori gioco dei settori, occorre quindi passare dalla politica dei bonus al dare la possibilità alle aziende, e ai dipendenti, di riposizionarsi”. “Un sistema riformista combatte il reddito di cittadinanza che prosegue Serafini a mio avviso è un stato un grande fallimento politico e culturale”. Per Serafini occorre affidarsi alle evidenze prodotte dalle scienze sociali.

Per Emmanuel Conte, invece, “il Covid ha hackerato la globalizzazione, accelerando sia il meccanismo che ha portato benessere diffuso e best practice, ma ha accresciuto il divario tra chi sta bene e chi male, e ciò ha avuto un riverbero sui territori. Col Covid si è tornati a parlare di territori. Nei fatti “La globalizzazione – sostiene Conte – ha posto il mercato sopra agli stati; l’assioma stato – ricchezza – nazione è saltato. Questa è stata una distorsione della globalizzazione, non in termini concettuali, la cui origine, forse, è legata ad un’eccessiva velocità con cui si è manifestata. E riprendendo le parole di Draghi, Conte ha sottolineato come “la crisi Ucraina ed il Covid, inoltre, abbiano manifestato quanto sia stata inefficiente la struttura istituzionale europea, per questo i riformisti devono incamminarsi non solo in Italia, ma anche in Europa”. L’Assessore al Bilancio del Comune ha poi continuato ricordando l’importanza del rapporto diretto con i cittadini, dell’impegno sui temi concreti e quotidiani e ha sottolineato l’importanza del gioco di squadra anche in politica sia tra i singoli, sia tra i partiti che compongono la maggioranza di Governo e del progetto ben riuscito dell’esperienza civica della lista Sala protagonista alle ultime elezioni comunali che ha avuto il merito di proporre una nuova e capace classe dirigente.