A Pontida 2024, la manifestazione tradizionale della Lega, Matteo Salvini ribadisce con forza la sua determinazione, sottolineando il proposito di non cedere nel loro impegno politico. Salutando con gratitudine i leader storici del partito, Umberto Bossi e Roberto Maroni, egli pone l’accento sull’importanza del loro contributo nel corso degli anni.
Questo evento si distingue per la presenza di personalità internazionali, arricchendo il dibattito con un ventaglio di prospettive diverse. Al centro della discussione ci sono due temi cruciali. Il primo è quello dell’autonomia differenziata, un obiettivo storico per la Lega, ora visto come un traguardo raggiunto dopo decenni di lotta. Salvini enfatizza la necessità di adattare le strategie per raggiungere questo scopo, mostrando il risultato come un trofeo ai sostenitori.
Il ministro Roberto Calderoli, in qualità di firmatario della legge, annuncia di aver rispettato la promessa fatta l’anno precedente a Pontida e di aver concretizzato quanto previsto, mentre il presidente del Veneto, Luca Zaia, insiste sull’importanza di una riforma che benefici l’intero paese. Egli chiarisce che l’intento non è la distribuzione uniforme del malessere, ma piuttosto una condivisione equa del benessere. Analogamente, il presidente della Lombardia, Attilio Fontana, reclama la possibilità di gestire le risorse regionali in maniera ottimale, cercando modi più efficaci di governare. Parallelamente, vi è un movimento di solidarietà in difesa di Salvini, coinvolto nel controverso processo riguardante il caso Open Arms. Tra i sostenitori sovranisti internazionali, il premier ungherese Viktor Orban emerge come la voce più forte, elogiando Salvini come un eroe per i patrioti europei per il suo impegno nella difesa dei confini. Orban orgogliosamente dichiara che nel suo paese non ci sono immigrati e suggerisce provocatoriamente l’idea di “occupare Bruxelles” per gestire la questione migratoria.
Questa retorica evidenzia un atteggiamento risoluto verso una politica di chiusura alle migrazioni non regolamentate e un appello alla sovranità nazionale. L’evento si configura quindi come una celebrazione della tenacia politica e della coesione interna tra i membri della Lega e i loro alleati internazionali, puntando a consolidare una visione comune su temi chiave per il futuro del partito e del paese.
Matteo Salvini incassa poi la solidarietà anche dell’olandese Geert Wilders, degli austriaci di Fpo, di André Ventura di Chega, la formazione portoghese e degli spagnoli di Vox. Tutti oggi a Pontida per ‘accompagnarlo’ a Palermo, per il processo ormai alle battute finali.
Salvini parla per ultimo per circa venti minuti, in camicia bianca, ha con sé i ministri della Lega, Giorgetti, Calderoli, Valditara e Locatelli, i governatori Zaia, Fedriga, Fontana e Tesei e il generale Roberto Vannacci, alla sua prima Pontida, ben accolto dalla folla, dopo aver detto che condivide i valori della Lega e che “il partito per me non è un taxi, resto con voi”. Ci sono anche i capigruppo Romeo e Molinari, europarlamentari sparsi sull’enorme palco, dove campeggia lo slogan 2024 di Pontida “Non è un reato difendere i confini”. Con i suoi fan ha buon gioco, compatti sono dalla sua parte in un pratone infangato, dove gli stand di tutte le regioni italiane offrono prodotti tipici, dalle mele del Trentino al pecorino sardo.
“Solo forti e uniti si vince, da nord e sud, dalla Val d’Aosta alla Sicilia – ricambia il leader – La presenza della Lega al governo è garanzia che aiutiamo gli italiani che hanno bisogno, siamo al governo per aumentare gli stipendi ai lavoratori, se qualcuno deve pagare di più paghino banchieri e non operai“, dice ribadendo quanto detto poco prima dal ministro dell’Economia Giorgetti, che aveva chiarito le sue frasi sulla manovra di sacrifici, dopo l’intervista a Bloomberg.
Salvini, prima di darsi al bagno di selfie, prova a mettere la parola fine, rivolto anche agli alleati, sull’irreversibilità della riforma dell’Autonomia, scandendo che indietro non si torna: “Questa è una legge dello Stato”. Poi sull’ipotesi di condanna a Palermo conclude: “Se mai ci fosse una condanna di terzo grado, andrei a testa dritta in carcere, processano una persona che ha fatto il suo dovere, non possono fermare un popolo, non possono fermare la santa alleanza dei popoli europei che oggi nasce a Pontida“.