San Vittore deve restare a Milano città.

“Milano è l’unica città italiana che ha quattro istituti di pena all’interno del proprio territorio comunale sebbene i nomi possano trarre in inganno indicando altre realtà dell’hinterland. La popolazione carceraria è parte integrante della popolazione della città e deve avere garantiti i servizi: infatti, la qualità di una società si misura dalla qualità delle proprie prigioni. Fondamentali sono gli accessi alla cura, ai servizi civici e ai diritti elettorali per chi li ha conservati. Il diritto al lavoro è premessa di un reinserimento nella società come da costituzione: la pena carceraria è pensata per il recupero e il reinserimento della persona per cui gli istituti di pena devono essere pienamente connessi con la società attorno, anche per garantire alle associazioni di sostegno di svolgere pienamente il loro lavoro, ai parenti dei detenuti di raggiungerli con facilità, e ai carcerati di poter uscire per seguire le eventuali misure alternative. Se si svolge un percorso del genere si sviluppa più sicurezza in quanto si fa diminuire il fenomeno di recidiva da parte dei rei. Noi radicali siamo gli unici che ci poniamo un tema del genere collocandolo al centro del nostro programma elettorale per le prossime amministrative.”
Lo ha detto ieri pomeriggio Lorenzo Lipparini, Assessore per la Partecipazione, Cittadinanza attiva e open data e Capolista di MilanoRadicale con Sala  in occasione del convegno “Carcere e territorio” in cui sono intervenuti anche altri candidati della lista: Luigia Pagano, Valentina Alberta, Andrea Sanvito, Alberti di Cataldo, Simone Zambelli