E’ stata approvata dal Consiglio regionale le legge di revisione ordinamentale che prevede, tra le altre cose, il via libera anche alle modifiche alla riforma sanitaria chieste dal governo. La legge approvata oggi con 41 voti a favore, 19 contrari e nessun astenuto è la prima relativa all’anno in corso e interviene negli ambiti istituzionale, economico, territoriale e relativamente agli impegni col Governo.
Sul tema della sanità in particolare, tra le novità, introdotte su richiesta dal Governo ci sono l’estensione della presa in carico anche ai pediatri; l’abrogazione del fondo di telemedicina che comunque verrà istituito su iniziativa della Giunta; il ricollocamento in capo alla Regione dell’accreditamento delle strutture sanitarie e socio sanitarie demandando alle ATS lo svolgimento della sola istruttoria; la revisione dei termini per la stabilizzazione delle sperimentazioni gestionali; la valorizzazione della figura dell’ottico escludendo quella dell’ottico optometrista; il raccordo del sistema di remunerazione DRG con quello statale; una diminuzione di 100 milioni di euro della norma finanziaria (risorse destinate alla costruzione di case e ospedali di comunità che Regione intende comunque stanziare autonomamente); la norma che prevede che la Commissione regionale individui le candidature più adatte in un numero tra il quadruplo e il quintuplo dei direttori da nominare. A margine dei lavori, l’assessore regionale al Welfare, Letizia Moratti ha affermato che si tratta “essenzialmente di rilievi tecnici, perché il governo ha approvato nel suo complesso la riforma, erano solo necessari degli aggiustamenti”.
“Oggi è stato approvato l’articolo che ha recepito le osservazioni dell’Esecutivo, su una legge che era già operativa – ha aggiunto Moratti – è una grande soddisfazione perché anche questa volta la maggioranza si è dimostrata coesa”. Ora, ha continuato “abbiamo una legge pienamente vigente che ci consente di proseguire l’opera che abbiamo già iniziato di messa a terra della riforma”. Critiche invece le opposizioni. “Dopo sei mesi dall’approvazione, la riforma della sanità lombarda ha dovuto essere corretta da un nuovo voto in Aula, e non su aspetti secondari, ma per modifiche sostanziali – ha affermato il capogruppo del Pd, Fabio Pizzul -. Senza queste modifiche, chieste espressamente dal Governo, la riforma sarebbe stata impugnata e rimandata al giudizio della Corte Costituzionale. Tuttavia, i problemi dei lombardi, come la mancanza di medici, i pronto soccorso intasati e le liste d’attesa lunghissime, anche con questa nuova versione non vengono affrontati e risolti”.(MiaNews)