Hanno assistito all’ingresso degli alunni di prima media per protestare contro la Dad dei loro figli del secondo e terzo anno. Sono i genitori e i volontari del comitato ‘A scuola’ che stamane, dalle 7.30 alle 9, si sono radunati di fronte ai cancelli della scuola secondaria di primo grado ‘Locatelli’ in piazza fratelli Bandiera a Milano. ‘La scuola non ha colore’ e ‘La scuola si fa a scuola’ i cartelli sollevati dalle mamme e dai papa’ in presidio, per la prima volta davanti a un plesso di scuola media.
Primo ma sembrerebbe non ultimo, tuona alla ‘Dire’ Anna Boatti, la mamma di un ragazzo di terza media e docente del liceo ‘Virgilio’ di piazza Ascoli: “Se la Lombardia dovesse vincere nel ricorso contro la zona rossa, in automatico i ragazzi delle medie dovrebbero tornare in presenza. Se non accadesse andremo avanti con altri presi’di. In accordo con altre scuole medie, l’idea e’ quella di fare un presidio ogni mattina in una scuola diversa. Nel caso di una mancata riapertura, settimana prossima- annuncia Boatti- faremo un presidio unico in contemporanea di fronte a tutte le scuole medie partecipanti ai presi’di”.
“Vivo la Dad da due direzioni- prosegue la mamma e docente milanese spiegando le ragioni della protesta- Il principio di base e’ lo stesso che si muove per le superiori” ovvero “non si puo’ negare il diritto allo studio per regioni. Mentre i ragazzi della Lombardia sono a casa, altrove vanno a scuola, e questo e’ lesivo di un diritto che dovrebbe essere garantito senza discriminazioni”.
Sulle medie, pero’, puntualizza Boatti, “emergono altre dinamiche non banali. Primo: alle medie i ragazzi vanno prevalentemente a piedi, sono le cosiddette scuole di prossimita’, quindi non esiste il problema trasporti che viene usato spesso per giustificare le chiusure delle superiori. Secondo: dove non ci siano genitori in smart o con la possibilita’ di restare a casa, abbiamo ragazzini tra gli 11 e I 13 anni che vengono lasciati da soli”.