Halloween è passato da qualche giorno, ma è ancora un periodo di grandi ansie e paure per gli italiani, che si stanno riversando sempre più online alla ricerca di informazioni e notizie sulle ultime evoluzioni sulla seconda ondata del contagio da COVID-19.
È quello che emerge dalle analisi eseguite dal team di SEOZoom, la suite SEO e Web Marketing più utilizzata in Italia, sulle tendenze rilevate dalle ricerche su Google nel nostro Paese, che dimostrano come il motore di ricerca sia diventato sempre più un riferimento immediato per scoprire cosa sta succedendo nell’attualità, superando anche l’interesse per altri temi generali e quotidiani.
Tornano a salire le ricerche sul Coronavirus
Nel mese di ottobre, in particolare, è tornato a salire il trend per “Coronavirus”, parola chiave che ha raggiunto un volume medio di 60.500 ricerche mensili secondo le stime dello Zoom Trends, l’algoritmo di SEOZoom sviluppato per fornire dati più precisi e aggiornati a chi opera nel marketing online. Per avere un paragone, è ancora lontano il picco per questa keyword (raggiunto a marzo con 450mila ricerche), ma nei mesi della “fase 2” le ricerche erano scese sotto quota 50mila.
In rialzo sono anche tutte le keyword correlate alle informazioni sul Coronavirus: ad esempio, le parole “contagio” e “mascherine” (rispettivamente, oltre 5400 e 33mila ricerche stimate) sono praticamente tornate ai livelli dello scorso aprile, e un trend simile si nota anche per i volumi di “coronavirus sintomi” e “coronavirus bollettino”.
Ansie e timori si riversano online
Cos’altro cercano di preciso gli italiani su Google? Lo studio si sofferma sulle altre keyword indicative per comprendere il momento che stiamo vivendo, perché raccontano le ansie e i timori di ogni giorno.
Il risultato è a dir poco clamoroso con DPCM, la sigla per “Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri” che abbiamo imparato a conoscere nell’ultimo anno: tra ottobre e novembre, l’interesse sulle notizie e le indiscrezioni per i provvedimenti firmati dal premier Giuseppe Conte (e per le conseguenze concrete di tali misure per tutte le attività) sono spiccate a 823mila ricerche medie, quasi quattro volte il livello registrato a marzo.
Trend simile lo abbiamo con “tampone”, che avvicina le 50mila ricerche mensili e raggiunge il livello più alto dell’anno (superiore anche al periodo della “fase 1” tra marzo e aprile), così come “febbre” e “sintomi” sono altri termini che stanno conoscendo una crescita maggiore rispetto alla media storica degli anni passati: in precedenza, le ricerche a novembre si attestavano rispettivamente sulle 14.500 e 3600 digitazioni mensili (in relazione all’inizio della stagione influenzale), mentre ora siamo al di sopra delle 22mila e delle 6mila (anche più rispetto a quanto fatto nel mese di aprile).
Vero e proprio boom anche per la query “virologi”, che sfiora le 1000 ricerche mensili (ma il picco è stato a maggio, con un volume di 2400), a riprova dell’interesse e, forse, della curiosità che gli italiani dimostrano verso le affermazioni e i consigli di questa categoria professionale, salita per così dire alla ribalta negli ultimi mesi.
Come cambia la quotidianità e i dubbi sul Natale
L’aumento di alcune tendenze di ricerca su Google racconta anche l’evoluzione della quotidianità in queste settimane e il cambiamento della percezione che gli italiani hanno della situazione: termini come “didattica a distanza”, “scuole chiuse”, “smart working” e “restrizioni” hanno raggiunto livelli simili a quelli di marzo, di pari passo con i nuovi allarmi e le nuove voci di chiusure causati dal terribile innalzamento dei tassi di contagio.
Sullo sfondo, si tornano a concretizzare due grandi paure, “lockdown” e “coprifuoco”, le due keyword che sono ormai nel nostro vocabolario comune e che nelle ultime settimane hanno fatto segnare il picco maggiore nell’interesse di ricerca nel nostro Paese. In forte salita anche nella variante “lockdown a Natale”, un’eventualità che molti italiani temono e stanno iniziando a mettere in conto, almeno online).
L’attenzione sul Covid-19 distrae gli italiani dagli altri topic
Oltre a rappresentare una cartina al tornasole dell’interesse che gli italiani riservano alla strettissima attualità, l’incremento delle ricerche di topic correlati al Coronavirus e ai suoi effetti si lega anche a un altro fenomeno, ovvero al calo di tutta una serie di query classicamente molto ricercate o di quelle stagionali di questo periodo, ovvero topic tradizionalmente ricorrenti e ora inevitabilmente passati in secondo piano a causa dell’incidenza del virus sulle nostre vite.
Si comincia innanzitutto dai “viaggi”, crollati dalle 18mila ricerche medie mensili degli anni passati alle attuali 5400, così come le incertezze sugli spostamenti ha provocato una riduzione delle ricerche per “turismo” ed “easyjet” (che perde addirittura il 70% del volume, passando da 1,2 milioni a 368mila, punto più basso di tutto l’anno in corso).
Il trend è simile per tutte le ricerche legate al Natale in arrivo: se classicamente queste erano le settimane utili per cercare consigli sul “cenone di Natale” o sulle “mete per Natale”, quest’anno invece tali keyword non trovano spazio, schiacciate dalle più urgenti questioni quotidiane.
La paura del Coronavirus sembra influire anche su altri aspetti che apparentemente apparivano come intoccabili tra le priorità degli italiani online: le ricerche di “facebook”, “instagram” e addirittura “serie a” sono tutte in calo rispetto alle medie storiche, e diminuisce anche il numero di persone che cerca su Google parole come “sesso” e “tinder”.
Un altro caso sorprendente è quello del trend di “Black Friday”, la giornata di shopping promozionale che ormai è nota e diffusa anche in Italia: fino all’anno scorso, il volume medio attestato in Italia era di 673mila ricerche nel mese di novembre, mentre ora il valore stimato dallo Zoom Trends è appena di 18.100 ricerche, vale a dire un crollo pari al 97% rispetto a un periodo “regolare”.
Le ricerche su Google raccontano l’Italia di oggi
“Anziché cercare possibili mete per i viaggi di Natale, quest’anno le persone su Google cercano lockdown Natale per sapere se la possibilità di un eventuale lockdown è concreta o se il 25 dicembre si potrà festeggiare come da tradizione, in famiglia e senza restrizioni”, dicono Ivano Di Biasi e Giuseppe Liguori, CEO di SEOZoom a commento dello studio.
“Non siamo ancora ai livelli di marzo e aprile, quando la carta igienica è stata letteralmente più ricercata dei diamanti, ma l’analisi dei trend attuali ci consente di capire ciò che sta succedendo nel nostro Paese e ciò che percepiscono le persone della situazione attuale. Il primo effetto è la riduzione dei volumi di ricerca per argomenti, prodotti e servizi considerati di non primaria necessità o di difficile realizzazione a causa delle restrizioni – come il turismo o gli appuntamenti sentimentali – che fa da contraltare a una sempre maggiore esigenza di ottenere informazioni tempestive per poter essere preparati a ogni scenario”, concludono.