L’annuale commemorazione per la morte di Nicolò Savarino, l’agente di Polizia Locale travolto e ucciso da due nomadi a bordo di un Suv in fuga il 12 gennaio del 2012 (poi arrestati), è stata l’occasione per tornare sulle polemiche suscitate da una vicenda processuale “che lascia francamente sbigottiti i cittadini”, come ha detto il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, nel suo discorso pubblico nei giardini che oggi portano il nome del vigile.
“Io mi auguro che ci siano occasioni per rivedere certi meccanismi che permettono un’eccessiva indulgenza verso crimini gravissimi – ha detto Sala – La recente decisione della Corte d’Appello di procedere per concorso in omicidio anche nei confronti del complice del guidatore è un segnale positivo, ma non ancora sufficiente”. Remi Nikolic, il giovane allora alla guida del Suv investitore, nel 2017 ha ottenuto l’affidamento in prova ai servizi sociali dopo 5 anni e mezzo di carcere. Alla celebrazione erano presenti l’assessore alla Sicurezza, Anna Scavuzzo, e il comandante della Polizia Locale, Marco Ciacci. ‘Ghisa’ con i gilet gialli, ma con molta compostezza, durante la cerimonia: “Abbiamo fatto tre passi indietro quando ha preso la parola il sindaco – ha detto Daniele Vincini, segretario del Sulpm, il sindacato più rappresentativo tra gli agenti milanesi – per dimostrare la distanza che c’è tra noi e questa amministrazione, che invece di dialogare ha innalzato un muro”. La questione ancora al centro delle proteste è l’introduzione del badge. “A Milano la Polizia locale effettua indagini di ogni tipo – prosegue – e non solo il badge non è opportuno in un contesto simile, ma è un arretramento sulla questione del riconoscimento pieno della Polizia Locale come forza di polizia”. “Servono auto con la parte posteriore adatta al trasporto di fermati – ha aggiunto Riccardo Gennaro, di Usb – dotazioni per impieghi pericolosi, come ad esempio l’incendio a Bruzzano, e procedure operative studiate per le varie situazioni, come i Tso o gli interventi in emergenza”.
Riccardo De Corato, assessore alla Sicurezza di Regione Lombardia, ha deposto una corona d’alloro in via Varé a Milano, dove il 12 gennaio 2012 fu ucciso l’agente. “Sono passati 7 anni da quell’omicidio, e per i parenti non è stata fatta giustizia – afferma De Corato – L’autore materiale dell’omicidio, l’allora 17enne Remi Nikolic, sta già godendo della libertà, e l’altro nomade serbo Milos Stizanin attende un nuovo processo dopo che la Cassazione ha annullato la sentenza che lo aveva condannato a soli 2 anni per favoreggiamento, rimandandolo a processo con l’accusa ben più grave di concorso in omicidio volontario aggravato. Per l’assicurazione che ha risarcito i familiari la vita di Nicolò Savarino – aggiunge – è valsa appena 30mila euro: uno scandalo che si commenta da sé. Come assessore regionale mi sforzerò di fornire sempre più adeguati mezzi di protezione ai vigili: dai taser agli spray, dai droni ai giubbotti antitaglio e antiproiettile, anche se davanti a criminali che con un suv ti investono esistono pochi rimedi se non quello di sperare in una giustizia più amica di Abele che di Caino”.