Si è svolta ieri, presso i giardini Falcone-Borsellino di via Benedetto Marcello, la cerimonia di commemorazione della strage di Via d’Amelio, l’attentato del 19 luglio 1992, a Palermo, nel quale persero la vita il giudice Paolo Borsellino e cinque agenti della scorta: Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Eddie Walter Cosina e Claudio Traina. Cittadini e istituzioni si sono incontrati per osservare alle 16.58 un minuto di silenzio accompagnato dalla sirena dei Vigili del Fuoco.
Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco Giuseppe Sala, il procuratore di Milano Marcello Viola e Lucilla Andreucci, dell’Associazione Libera. A un primo momento della cerimonia dedicato agli interventi istituzionali, nel corso del quale è intervenuto anche Massimo Caponnetto, che ha ricordato la madre Elisabetta Bandi, moglie del giudice Antonio Caponnetto e recentemente scomparsa, è seguito un momento dedicato a letture a cura degli studenti delle scuole e delle associazioni milanesi. Il tutto è stato accompagnato da intermezzi musicali.
“Milano – ha spiegato Sala – ha fatto proprio l’insegnamento di questi eroi e ha scelto di fare della lotta alla criminalità, alla corruzione e all’illegalità una priorità che non deve essere prerogativa di una parte politica ma che deve caratterizzare tutte le istituzioni”. Per quanto riguarda l’impegnò del Comune nel contrasto alla criminalità organizzata, Sala ha aggiunto che “l’impegno antimafia del Comune è costante, in qualunque ambito della vita cittadina. Abbiamo una commissione consiliare, un comitato antimafia e ci impegniamo nell’utilizzo a fini sociali dei beni confiscati alla mafia. Rinforziamo anno dopo anno la collaborazione con forze dell’ordine e magistratura, con uno scambio continuo di dati e informazioni. Abbiamo recentemente approvato un protocollo di intesa con la guardia di finanza per supportare il lavoro delle forze di polizia nell’ambito degli appalti per il Pnrr gestiti dal Comune e delle sue partecipate”.