“Il Fondo Nazionale Trasporti è fermo da dieci anni quando invece il mondo è cambiato profondamente. Ci troviamo ad affrontare il cambiamento con strumenti datati, in un perimetro di risorse e di regole che non rispondono più alle esigenze dell’oggi. Per guidare il cambiamento servono nuovi strumenti e soprattutto serve una governance condivisa su più tavoli, con una visione di lungo periodo, non legata al singolo mandato politico, e su un’area vasta”.
Così l’assessore al Bilancio e Patrimonio del Comune di Milano, Emmanuel Conte, intervenuto stamani al convegno “Guidare il cambiamento. Innovazione e sostenibilità per il trasporto pubblico locale del XXI secolo”.
“Milano – afferma Conte – ha collegato il suo Piano urbano della Mobilità sostenibile al green deal europeo, secondo le cinque direttrici che caratterizzano i Pums aggiornati di tutte le grandi città in Europa: l’intermodalità, le flotte elettriche, lo sharing, la mobilità dolce, gli investimenti in infrastrutture. Abbiamo programmato 100 chilometri di nuove piste ciclabili, 70 chilometri in più di metropolitane, l’acquisto di 350 bus elettrici per combattere l’inquinamento sia atmosferico sia acustico, abbiamo acquistato le quote di M4 immaginando un ruolo del pubblico diverso. Sulla mobilità Milano nel 2024 spenderà un terzo del suo bilancio in spesa corrente, circa un miliardo di euro, coperto solo per 262,8 milioni dal Fondo nazionale trasporti, e alla mobilità è destinata oltre la metà della spesa totale per gli investimenti, 2,5 miliardi su un totale di 4,5 miliardi. Le grandi città, che generano grande ricchezza ma anche il 70% delle emissioni, sono chiamate ad un esercizio di resilienza e a promuovere un nuovo modello di sviluppo all’insegna della sostenibilità finanziaria, ambientale e sociale, che sia competitivo ed integrativo allo stesso tempo, ma senza risposte di ampio respiro la scelta obbligata potrebbe essere quella di non investire più”.
Per Conte “occorre assicurare i benefici del trasporto pubblico a tutti senza farne pagare le conseguenze solo ad alcuni. Per questo servono soluzioni diversificate, in tema di efficientamento, di finanza pubblica, di economie di scala, che sono possibili solo con una governance condivisa. Le soluzioni locali non sono sufficienti se non si risponde alla esigenza di cambiamento e alla necessità di una visione ampia e di lungo periodo. Se le politiche sulla mobilità sono fatte su tavoli diversi, sarà meno facile raggiungere l’obiettivo, cioè rendere più sostenibile sia la progettazione delle infrastrutture sia il modo di spostarsi delle persone”.(MiaNews)